Il film: I figli degli altri (Les enfants des autres), 2022. Regia di Rebecca Zlotowski. Cast: Virginie Efira, Roschdy Zem, Chiara Mastroianni, Callie Ferreira-Goncalves. Genere: drammatico. Durata: 104 minuti. Dove lo abbiamo visto: alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in lingua originale.
Trama: Rachel, insegnante, fa la conoscenza di Ali e se ne innamora. Fa la conoscenza della figlia di lui, Leila, e si affeziona alla bambina. Questo le fa venire voglia di avere un bambino tutto suo, ma il tempo a disposizione scarseggia, e la vita di coppia è ulteriormente messa alla prova dalla presenza dell’ex-moglie di Ali.
Correva l’anno 2016, e fuori concorso alla Mostra di Venezia veniva presentato Planetarium, il terzo lungometraggio della regista francese Rebecca Zlotowski, precedentemente selezionata a Cannes (che, stando al libro di Thierry Frémaux, in tale occasione rifiutò il film). Lei è poi tornata sulla Croisette nel 2019 con Une fille facile, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs (non senza qualche polemica, poiché lei l’anno prima era parte del consiglio d’amministrazione che aveva rimosso dall’incarico il delegato generale di quella sezione), prima di sbarcare nuovamente al Lido nel 2022, questa volta nel concorso principale, con la sua opera quinta, di cui parliamo nella recensione de I figli degli altri.
La trama: tutto per la bambina
Rachel fa l’insegnante in un liceo, ha quarant’anni e vive felice tra il lavoro e le lezioni di chitarra, alle quali si fa accompagnare dal suo ex. Poi, un giorno, fa la conoscenza di Ali, ed è colpo di fulmine. Lui è divorziato, e ha una figlia piccola, Leila, alla quale Rachel si affeziona molto rapidamente.
L’affetto è teoricamente ricambiato, ma la madre di Leila rimane un terzo incomodo di non poco conto, e questo nuovo equilibrio nella vita privata porta Rachel a sognare la maternità con un ardore che prima mancava. Ma il tempo a disposizione per dare alla luce un figlio proprio si riduce sempre di più, e questo contribuisce allo stress di una quotidianità sempre più complicata.
Il cast: eccellenze francesi
A dominare la pellicola è Virginie Efira, star transalpina di origine belga che si è fatta notare, tra le altre cose, per la sua duplice collaborazione con Paul Verhoeven (un ruolo secondario in Elle e poi protagonista assoluta in Benedetta). Al suo fianco, nel ruolo di Ali, c’è Roschdy Zem, che ha già lavorato con Zlotowski su una serie TV realizzata per Canal+ e, ironia della sorte, anch’egli in concorso a Venezia nello stesso anno con Les miens. L’ex-moglie Alice è interpretata da Chiara Mastroianni, mentre la piccola Leila ha le fattezze dell’esordiente Callie Ferreira-Goncalves. Presente anche, in un ruolo minore, il grande cineasta americano Frederick Wiseman, che vive in Francia da anni e occasionalmente accetta di apparire come attore nei progetti altrui.
Emozioni altalenanti
Come nei suoi film precedenti, Rebecca Zlotowski si concentra sulla psicologia della protagonista femminile, avvalendosi di un intuito per il casting che in passato l’ha portata a lavorare con attrici come Léa Seydoux e Natalie Portman. E in Virginie Efira trova il veicolo perfetto per i tumulti emotivi di un racconto che mette a nudo le incertezze dei rapporti di coppia e delle relazioni genitori-figli.
Ma la performance dell’attrice è forse troppo grande per una pellicola che, in termini di scrittura, opta per soluzioni facili e schematiche, procedendo da un punto drammatico all’altro senza particolari guizzi, salvo qualche punta di humour molto azzeccato (far dire “La vita è lunga” a Wiseman, ultranovantenne, è un piccolo colpo di genio). C’è una sincerità maggiore rispetto agli altri lavori della regista, eccessivamente costruiti e artificiosi, ma la coesistenza tra l’apporto emozionale dell’attrice protagonista e il resto del film è, al momento, difficile quanto l’equilibrio creatosi all’interno della famiglia allargata di Rachel.
La recensione in breve
Con I figli degli altri Rebecca Zlotowski firma il suo lavoro più sincero, ma non riesce a lasciarsi alle spalle lo schematismo dei film precedenti, compensati solo in parte dalla grandissima performance di Virginie Efira.
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Voto CinemaSerieTV