Il film: I molti santi del New Jersey, 2021. Regia: Alan Taylor. Cast: Alessandro Nivola, Vera Ferminga, Michael Gandolfini, Leslie Odom Jr.. Genere: Gangster. Durata: 120 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema.
Trama: Prequel de I Soprano narrato dalla voce di Christopher Moltisanti che racconta la storia della sua famiglia tra gli anni ’60 e ’70. Al centro del racconto suo padre Dickie e un giovane Tony Soprano.
Siamo in quella che, più di ogni altra, potrebbe essere definita come “epoca delle serie tv”. Sia in termini numerici, ovvero quante ne vengono prodotte, distribuite e il livello di investimento che ogni major fa in questo settore, sia per quanto riguarda le abitudini del pubblico. Le stesse produzioni cinematografiche sono andate verso una progressiva serializzazione, con ovviamente la Marvel come massimo esempio. Eppure, nonostante il numero esorbitante e l’alta qualità media delle serie che vengono realizzate ogni anni, nessuno ha mai raggiunto I Soprano. La serie di David Chase, che ha avuto un ruolo fondamentale nel dare il via a questa “epoca delle serie tv” e a creare il mito della HBO, è ancora oggi la migliore mai realizzata. Per questo motivo l’annuncio nel 2017 dell’entrata in sviluppo di un prequel, con il figlio del compianto James Gandolfini chiamato a interpretare il personaggio che ha reso grande il padre, ha attirato così tanto l’attenzione. Dall’idea si è poi passati alla realizzazione di un film, arrivato nell’autunno del 2021. Si tratta de I molti santi del New Jersey, arriva su Netflix il 4 luglio e, come vedremo nella nostra recensione, ci sono svariate ragioni per non perderselo.
La trama: nel passato della famiglia Moltisanti
La voce di Christopher Moltisanti ci introduce al film. Siamo nel 1967 a Newark, Dickie Moltisanti (padre di Christopher) si reca al porto insieme al – poco più che bambino – nipote Tony Soprano. Stanno andando ad accogliere “Hollywood” Dick Moltisanti, il padre di Dickie (e quindi nonno di Chris). L’uomo è appena tornato dall’Italia insieme a Giuseppina, la sua nuova giovane moglie. La vita della famiglia scorre piuttosto serena, in quella che ne I Soprano è sempre stata descritta come la Golden Age della malavita organizzata. Sullo sfondo vediamo la società americana che inizia a mutare, con il movimento per i diritti civili degli afroamericani che prende sempre più forza.
Dickie e Giuseppina stringono un rapporto via via più forte. La donna subisce violenze da Hollywood. Questo al figlio non sta più bene, tanto che tra i due inizia una discussione destinata a finire con la morte del padre. Con uno stratagemma Dickie riesce a non farsi incolpare dell’accaduto e diventa il capofamiglia. Nel mentre il padre di Tony viene arrestato e il ragazzino vede nello zio la sua nuova figura di riferimento. Seguiamo poi il rapporto tra i due e le vicende famigliari dei Moltisanti e dei Soprano per tutta la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70.
Tra santi e peccatori
A discapito di quanto si potrebbe pensare I molti santi del New Jersey non vede al centro del racconto il giovane Tony Soprano. La versione – prima bambino e poi adolescente – dell’iconico personaggio è comunque molto rilevante ma ruota attorno al vero protagonista: Dickie Moltisanti, il padre di Christopher. Un personaggio ricco di fascino e la cui aura si poteva solo percepire nella serie. Chase ci delinea un altro malavitoso in dubbio con sé stesso, la cui bussola morale non riesce a trovare stabilità. Dickie è combattuto tra quello che vorrebbe essere e quello che diventa quando perde il controllo.
D’altronde stiamo parlando del mentore di Tony Soprano. Ma Dickie invece di sfogare il suo dilemma a livello psicologico, lo manifesta attraverso una discussione profondamente personale con la propria morale cristiana. Di santi e di peccatori, in un gioco delle parti già presente fin dal titolo del film e che si dipana su tutti i personaggi, tra cui ovviamente Tony. Un ragazzo che manifesta più volte il suo voler far altro nella vita (giocare a football) ma che viene ancorato dalla sua realtà famigliare. Su tutti, ovviamente, il rapporto con la madre qua interpretata da Vera Fermiga.
Si apprezza anche senza conoscere I Soprano?
Inutile girarci attorno, davanti a un prodotto di questo tipo il primo dubbio che sorge è relativo al suo grado di indipendenza (e quindi di fruibilità) dal prodotto originale. Con I molti santi del New Jersey non ci troviamo davanti a un’operazione come quella di El Camino, che si poneva in strettissima continuità con Breaking Bad, ma ci andiamo abbastanza vicino. Il film, scritto dallo stesso David Chase e diretto da Alan Taylor già regista di molti episodi della serie madre, deve la maggior parte del suo fascino ai riferimenti a I Soprano. D’altronde stiamo parlando di una vicenda narrata da Christopher, ovvero un personaggio che nel film vediamo come neonato e di cui si comprende il punto di vista solo se si conosce la serie.
Se togliamo quel tipo di background ci troviamo davanti a un gangster movie piuttosto convenzionale, sprovvisto di particolari guizzi. L’intelligenza e la qualità di scrittura di Chase, nel solito peso dato alla dimensione della salute mentale dei personaggi e nella descrizione dello scenario culturale americano dell’epoca, è ben presente. Così come le ottime scelte di casting, tra il recupero del disperso Alessandro Nivola per il ruolo di Dickie, un ottimo Ray Liotta in un doppio ruolo e soprattutto un Michael Gandolfini impressionante per la somiglianza fisica (e nel modo di recitare) al padre. Per il resto ci troviamo davanti a un film le cui qualità narrative sono tutte figlie della serie originale. Il consiglio è quello guardarlo una volta recuperata. Per fortuna stiamo parlando de I Soprano, la più grande serie mai realizzata.
La recensione in breve
I molti santi del New Jersey è la serie prequel de I Soprano, incentrato sul passato della famiglia Moltisanti. Davanti a un prodotto del genere è necessario capire quanto sia fruibile senza conoscere il prodotto originale. In questo caso ci troviamo davanti a un'opera indirizzata in particolare ai fan della serie e quindi di difficile fruizione per gli altri. Il consiglio è di recuperare quel capolavoro assoluto de I Soprano e poi dedicarsi alla visione del titolo in questione.
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