Il film: Il derattizzatore, 2023. Regia: Wes Anderson. Cast: Ralph Fiennes, Richard Ayoade, Rupert Friend. Genere: Commedia, Grottesco. Durata: 17 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix.
Trama: Uno sterminatore di ratti professionista è il protagonista di questo racconto meno conosciuto di Roald Dahl.
Dopo il debutto in piattaforma del mediometraggio La meravigliosa storia di Henry Sugar e successivamente de corto Il Cigno, Netflix continua con il suo curioso piano dell’opera dedicato ad alcuni racconti meno noti di Roald Dahl e venerdì 29 settembre dà il benvenuto al cortometraggio Il Derattizzatore. Scritto e diretto, come sempre, da Wes Anderson e con un cast minimal costituito da Ralph Fiennes, Rupert Friend e Richard Ayoade.
Nella nostra recensione de Il Derattizzatore, vi faremo entrare nei meandri di un’opera letteraria destinata inizialmente ad un pubblico infantile e di adolescenti, ma che invece nascondo al suo interno e tra i vari piani di lettura, un risvolto assolutamente dark ed inquietante, nella migliore tradizione della letteratura firmata dall’autore de La fabbrica di cioccolato e Chi ha paura delle streghe? Il tutto condito con l’inconfondibile stile del regista e sceneggiatore statunitense.
La trama: come dare la caccia ad un topo
In un tranquillo villaggio inglese, un addetto alla stazione di rifornimento benzina di nome Claud (Rupert Friend) fa la conoscenza del narratore (Richard Ayoade) della storia e testimone degli eventi inquietanti che accadranno di lì a poco. I due incontrano un derattizzatore (Ralph Fiennes) che afferma di essere stato inviato dall’ufficio di igiene per risolvere il problema dei ratti di fogna che stanno invadendo case private e luoghi pubblici del villaggio. Sorpreso, Claud gli suggerisce di controllare il vicino pagliaio che negli ultimi tempi era particolarmente affollato di topi. Nonostante non riesca a catturarne morto nemmeno uno, il derattizzatore per farsi perdonare e per viziare il suo orgoglio professionale, propone una scommessa con Claud e il narratore: per uno scellino, riuscirà ad uccidere un ratto di fogna senza usare le mani.
Venerdì 29 settembre debutta su Netflix Il derattizzatore, terzo cortometraggio scritto e diretto da Wes Anderson e tratto da uno dei racconti brevi meno noti del celeberrimo scrittore per l’infanzia e l’adolescenza Roald Dahl. In questo nuovo corto della durata di soli 17 minuti, Anderson riunisce ancora una volta parte del multiforme cast dei due precedenti capitoli targati Netflix (Fiennes, Ayoade, Friend) e firma un adattamento efficace di una delle novelle più oscure ed inquietanti della produzione letteraria di Dahl. Cambiando ancora una volta registro stilistico e visivo rispetto a La meravigliosa storia di Henry Sugar e Il Cigno,
Tutti hanno un ratto in casa
“Tutti abbiamo un topo in casa”. Così afferma l’arcigno e grottesco acchiappatopi interpretato da un poliedrico Ralph Fiennes (in questo cortometraggio di 17 minuti anche nel ruolo del narratore onnisciente di tutti e quattro i racconti), che torna davanti la macchina da presa per Wes Anderson praticamente dai tempi del glorioso Grand Budapest Hotel. Un ruolo, quello titolare, sostanzialmente agli antipodi rispetto al misurato ed elegante Monsieur Gustave del film vincitore di 4 Oscar nel 2014, ma che emblematizza i contenuti e i temi sotterranei di quella che ad oggi è forse tra le novelle più dimenticate ed oscure di Dahl. E a ragion veduta.
Il Derattizzatore mette da parte i meccanismi visivo-narrativi a matrioska de La meravigliosa storia di Henry Sugar così come la geometricità essenziale de Il Cigno, a favore stavolta di un setting sì ridotto all’osso (una strada anonima di un villaggio di provincia inglese, qualche vetrina, una pompa di benzina, un pagliaio solitario), ma che si sofferma più sui volti dei suoi tre protagonisti, sugli occhi profondi ed abissali dell’acchiappatopi interpretato da Fiennes, sui suoi denti, talmente affilati da rassomigliare a quelli di un vero e proprio ratto di fogna (e che saranno decisivi nel vincere l’orrida scommessa per uno scellino), sui movimenti sincopati ed artigianalissimi di un topo realizzato ancora una volta in stop-motion. Un adattamento dai risvolti inquietanti (di cui però ad onor di spoiler, non faremo qui riferimenti) che alla fin fine ci è sembrato il capitolo più centrato ed efficace del quadruplice piano dell’opera di Netflix e Anderson dedicato ai racconti di Dahl. In attesa sabato 30 settembre de Il veleno, a completare il quadretto di cortometraggi.
La recensione in breve
Il terzo cortometraggio scritto e diretto da Wes Anderson e tratto da uno dei racconti meno conosciuti di Rolad Dahl è anche quello più oscuro e destabilizzante del piano dell'opera costituito da quattro appuntamenti in streaming. Con un inedito Ralph Fiennes nei panni del derattizzatore del titolo, rivoltante mix tra essere umano e aspetto da roditore.
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Voto CinemaSerieTV