Il film: Incroci sentimentali, 2022. Regia: Claire Denis. Cast: Juliette Binoche, Vincent Lindon, Grégoire Colin. Genere: Drammatico. Durata: 116 minuti. Dove l’abbiamo visto: in anteprima stampa.
Trama: Sara e Jean tornano a Parigi dopo una vacanza. Sono una coppia stabile da quasi dieci anni, ma quando l’ex compagno di Sara entra in scena, Francois, si instaura tra i tre un clima di angoscia e insoddisfazione.
Il cinema di Claire Denis è da sempre mosso da profonde tensioni. Spesso contrappongono ciò che è noto a ciò che non lo è, talvolta trasposto nella forma di un esotismo che la regista interroga come uno spazio altro in cui trovare delle risposte che forse non giungono mai per davvero. Incroci sentimentali, il cui titolo originale è Aver amour et acharnement, pare imboccare un’altra traiettoria.
Presentato in anteprima mondiale alla 72esima edizione del Festival di Berlino, dove ha vinto l’Orso d’argento per la miglior regia, si radica a fondo nella rassicurante dimensione domestica, intima, di una coppia di mezza età che sta insieme da diverso tempo e che vede irrompere da lontano un vecchio turbamento. Denis scrive il film con il supporto in sceneggiatura di Christine Angot, già autrice del romanzo Un tournant de la vie (2018) da cui l’opera della regista francese è adattata.
La trama: quanti lati ha un triangolo?
Sara (Juliette Binoche) e Jean (Vincent Lindon) rientrano nel loro appartamento parigino dopo aver trascorso un felice periodo di vacanza. Sono via da un po’, le lettere della posta si sono accumulate sul pavimento. Sono una coppia da quasi dieci anni e vivono il loro amore con un impeto quasi adolescenziale: trascorrono molto tempo a letto, sempre nudi, e fanno l’amore ogni qual volta che ne hanno occasione. Lei è una conduttrice radiofonica, lui ha un grigio passato, un figlio che vede pochissimo e ora è in cerca di un’occupazione.
Tutto attorno la città restituisce toni plumbei, incerti, ma la quotidianità pare aver assorbito anche il calare di una pandemia le cui uniche tracce rimaste sono le mascherine sui volti delle persone, che se le mettono, se le tolgono, senza un reale criterio e senza che la cosa sia un reale oggetto di interesse del film. Tutto procede come sempre, perlomeno fino a quando non entra in scena Francois (Grégoire Colin), ex compagno di Sara che offre un’opportunità di lavoro a Jean.
Non appena Sara lo scorge da lontano (come scorgeremo Francois per un bel pezzo: a distanza, attraverso un vetro, per telefono) una fiamma pare riaccendersi in lei. La sola vista dell’uomo turba la donna. Rimane vittima quasi di una psicosi estatica, la percuote una tensione febbrile che si insinua nella relazione con Jean e che pare destinata a sconvolgere definitivamente gli equilibri del loro tenue rapporto.
Affanni d’amore
Gli impeti d’amore che irrompono sfiammando sono la costante che ricorre in tutto Incroci sentimentali. Anzi, sembrano essere la struttura ossea stessa del film, che cerca il modo di richiudersi ogni volta che ne ha occasione nelle quattro mura della stanza da letto, dove si consumano gli appetiti sessuali di questo trio il cui comun denominatore è l’indecisione sentimentale, e appunto sessuale, di Sara. Una donna che rincorre il proprio desiderio di intima libertà, anche a costo di sferzare contro chi le sta accanto, e quasi recuperando alcuni aspetti della strega-aguzzina che la Binoche aveva già interpretato in High Life sempre di Denis.
Li abbiamo definiti adolescenziali, e in effetti gli affanni di cui il film riempie l’aria sono contornati dai tanti sospiri quasi infantili di una Sara tormentata da una esagerazione emotiva quasi melodrammatica (le fa spesso eco l’accompagnamento sonoro dell’accordo di chitarra e del piano). Fa il pendolo tra la vita stabile ma forse un po’ monotona con Jean e il riverbero della passione che torna da un tempo lontano dell’inaffidabile Francoise.
Ha senso leggere il tutto sotto la chiave degli adolescenti troppo cresciuti anche perché, e probabilmente purtroppo, Incroci sentimentali si ammorba tutto di questi calori che offre per dati e che vorrebbe lasciare giustificati nel fuori campo, compresi come la non definibile irruzione di un’anomalia ingestibile e incontrollabile.
Il valore di un tormento
Ma il valore del titolo italiano, dell’incrocio sentimentale, rimane tutto nominale, fatto nelle parole e nelle pulsioni il cui intervallo tra una e l’altra fatica terribilmente a ingranare nel donare volume a Sara o Jean, tantomeno a Francoise, di cui a un certo punto sentiamo la voce e accarezziamo la pelle, ma nulla più.
Il problema sta nel fatto che Incroci sentimentali vorrebbe rimarcare lo status di un qualcosa di più di un mero triangolo amoroso, di un mero gioco delle incompatibilità. La camera di Denis prova a intercettare di continuo le verità nascoste, fantasmatiche, magari inesprimibili, nei volti dei personaggi, che ora parlano, ora tremano, ora sbuffano. Ma questo vorticare torna sempre, infine, a isolarsi nelle contrazioni di desiderio di Sara, strozzata in esse con la giustificazione di un mistero non spendibile a parole, e per questo cuore di un film a basso ritmo cardiaco.
La recensione in breve
Incroci sentimentali di Claire Denis ha vinto l'Orso d'argento alla miglior regia in occasione del Festival di Berlino 2022, ma il nuovo appuntamento con il cinema della regista francese è un affanno d'amore pieno di sospiri e impeti di desiderio inesprimibili, strozzato nel mezzo di un triangolo dal fiato corto.
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