Il film: Insidious – La porta rossa, 2023. Regia di: Patrick Wilson. Cast: Patrick Wilson, Ty Simpkins, Lin Shaye, Rose Byrne. Genere: Horror. Durata: 107 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima stampa al cinema.
Trama: Josh e suo figlio Dalton, ormai diventato adulto, dovranno fare ritorno nell’Altrove per liberarsi definitivamente dai demoni che ancora li perseguitano.
Se c’è una cosa che accomuna i film della saga di The Conjuring è la sensazione, una volta iniziata la visione, che appartengano tutti al medesimo universo condiviso.
James Wan è riuscito a creare un familiare mondo horror, unico nel suo genere, in cui veniamo riaccolti ogni qualvolta ci approcciamo a uno dei film della saga.
Un’operazione simile era stata tentata con un’altra saga orrorifica nata dalla mente dell’autore, quella di Insidious, ma dopo due primi capitoli particolarmente riusciti, ci si è persi in altrettanti prequel decisamente meno convincenti: il filone narrativo principale – quello della famiglia Lambert – era stato apparentemente chiuso, per concentrarsi su un altro personaggio, la medium Elise (Lin Shaye), di cui veniva esplorato il passato.
Come vedremo in questa recensione di Insidious – La porta rossa, è lo stesso Patrick Wilson (protagonista dei primi due film) a prendersi la responsabilità di tirare le fila della storia del suo personaggio, dell’ormai non più tanto piccolo Dalton e del resto della loro famiglia. Il risultato è piuttosto altalenante, ma la sensazione che il film ci ha lasciato è quella giusta: finalmente abbiamo fatto ritorno nel famigerato “Altrove”, il mondo “altro” da incubo creato da Wan.
La trama: memorie sepolte
Il “e vissero felici e contenti” è un po’ difficile per una famiglia che ne ha passate tante come quella dei Lambert. I terrificanti eventi che li hanno visti protagonisti hanno lasciato su Josh (Wilson), Dalton (Ty Simpkins), Renai (Rose Byrne) e Foster (Andrew Esposito), delle ferite impossibili da rimarginare: anche se la memoria di quanto accaduto, dal coma sovrannaturale del primogenito ai numerosi viaggi nell’Altrove del capofamiglia, è stata forzatamente cancellata, gli strascichi di quell’incubo si fanno ancora sentire, anche a quasi dieci anni di distanza.
Josh e Renai si sono lasciati, e lui fatica a mantenere un rapporto con i suoi tre figli, che più crescono più si allontanano da lui. Ritrovarsi tutti insieme per la triste occasione del funerale della nonna Lorraine convince Josh a fare un passo verso Dalton, e sotto suggerimento della ex moglie decide di accompagnarlo al college per l’inizio dei corsi.
I primi giorni di università per Dalton non saranno facili, il ragazzo è infatti un artista talentoso, ma pittura e disegno sembrano far riaffiorare in lui dei ricordi inquietanti: una porta rossa e qualcosa di terrificante e crudele che sembra essersi risvegliato, pronto a tutto per concludere quello che aveva iniziato. L’unica speranza per Dalton e suo padre si nasconde però proprio dietro quella porta, in quel passato che forse non andava dimenticato, e che affonda le sue radici in una storia ancor più lontana, quella del padre di Josh…
La storia: buone idee ma esecuzione altalenante
Come anticipavamo in apertura Insidious – La porta rossa è un proseguimento in parte riuscito della saga di Wan. Wilson per la prima volta dietro la macchina da presa non è convincente tanto quanto il suo predecessore (per quanto il suo lavoro segni comunque dei decisi passi avanti rispetto ai due prequel), ma comunque porta su schermo un horror che fa quello che promette, inquietando a dovere lo spettatore.
Se, però, certe sequenze e certe svolte della trama ci hanno colpito, il ritmo non è sempre serrato quanto dovrebbe e, soprattutto, il costante ricorso ai jump scares finisce per rendere il tutto un po’ prevedibile.
Il cast: un gruppo affiatato
Il cast – che ritorna quasi al completo (anche chi non è più in vita) dai primi due film – funziona però molto bene nei ruoli, in particolare Ty Simpkins ancora una volta come Dalton convince e sostiene bene il personaggio e la sua storia. I Lambert funzionano bene insieme per la chimica che li unisce, rendendo estremamente credibili le relazioni che li uniscono e coinvolgente la vicenda.
Il finale sembra piuttosto definitivo, anche se uno spiraglio viene comunque lasciato aperto per futuri sviluppi della trama. Questo nuovo capitolo soddisferà i fan della saga, Insidious – La porta rossa tira infatti bene le fila di quanto detto nei primi due film, cercando di dare risposta a tutti gli interrogativi e di ampliare ancor di più questo universo horror. Il risultato ottenuto da Wilson, lo ribadiamo, funziona però solo in parte: lontani sono i momenti di puro terrore vissuti con Insidious (1 e 2), piccole perle del cinema del terrore contemporaneo che meritano un posto d’onore tra le opere meglio riuscite di James Wan.
La recensione in breve
Insidious - La porta rossa tira bene le fila della saga di Insidious, il ritmo altalenante e il continuo ricorso ai jump scares lo rendono però qualitativamente inferiore ai primi capitoli della storia.
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Voto CinemaSerieTV