Il film: Jaula, 2022. Regia: Ignacio Tatay. Cast: Elena Anaya, Pablo Molinero e Eva Tennear. Genere: thriller. Durata: 106 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix in lingua originale.
Trama: Paula e suo marito Simon trovano una bambina sola e confusa abbandonata su una strada di campagna. La coppia si troverà a prendersene cura, cercando di scoprire il mistero legato alla sue origini.
Il mese di ottobre è segnato dall’arrivo nei cataloghi delle diverse piattaforme streaming di numerosi titoli di genere thriller/horror, cavalcando un rinnovato interesse degli spettatori per questo tipo di film durante la cosiddetta spooky season. Il più delle volte si tratta di opere non particolarmente memorabili, che si perdono nella massa di prodotti di genere che in questo periodo affollano i palinsesti.
Come vedremo in questa recensione di Jaula, il film spagnolo di Ignacio Tatay distribuito da Netflix, ogni tanto è possibile però trovare qualche piccola e inaspettata perla di questo tipo di cinema. Il film di Tatay è un thriller che, pur partendo da una premessa che sa un po’ di già visto e sviluppandosi seguendo un percorso narrativo piuttosto canonico (escludendo l’atto finale, che ci ha stupiti), costruisce bene la tensione, coinvolgendo lo spettatore in un crescendo di angoscia. Le atmosfere sono quelle tipiche del thriller psicologico, che ha nel cinema della penisola iberica illustri predecessori, il primo a venire alla mente durante la visione è The Orphanage di Juan Antonio Bayona, (ma senza la deriva soprannaturale di quest’ultimo), un film che, allo stesso modo, parte da una premessa particolarmente intrigante, non disdegna i colpi di scena e, soprattutto, può contare sull’intensa interpretazione della sua protagonista.
La trama: il mistero attorno a Clara
Paula (Elena Anaya) e Simon (Pablo Molinero) sono una coppia che prova da diversi anni, senza successo, ad avere un bambino. Una sera, tornando a casa passando per una buia strada di campagna, incrociano una bambina (Eva Tennear) che cammina scalza e completamente sola. Dopo essere svenuta dallo shock ed essere stata portata di corsa in ospedale, si scoprirà che la piccola è in condizioni di salute estremamente critiche. Inoltre la bambina non sembra in grado di parlare e per questo non può fornire alcuna indicazioni su chi siano i suoi genitori. Gli unici con cui la bambina, che i medici deducono si chiami Clara, riesce a stabilire un contatto sono proprio Simon e Paula, in particolare quest’ultima riesce fin da subito a calmarla e a farla sentire a suo agio. Per questa ragione i dottori, quando si accorgono che Clara non va incontro a miglioramenti restando in ospedale, decidono di seguire un percorso meno ortodosso, affidando la piccola alla coppia che l’ha salvata e sperando che – trovandosi in un ambiente tranquillo ed accogliente – possa rivelare qualche dettaglio sulle sue origini.
Clara, per sentirsi a proprio agio, deve racchiudere i propri spostamenti in aree circoscritte: Paula e Simon per aiutarla disegnano quindi sui pavimenti delle linee con il gesso, allargando sempre di più – man mano che lei acquista sicurezza – le sue possibilità di movimento. Dopo pochi giorni, la bambina riuscirà a pronunciare qualche parola, sussurrata, in tedesco, svelando così che uno dei suoi genitori potrebbe venire proprio da quel Paese.
Il mistero che la circonda si fa però sempre più intricato quando Clara improvvisamente scompare, facendo precipitare Paula nello sconforto più totale: se ne è andata da sola o qualcuno l’ha rapita? La soluzione dell’enigma potrebbe essere molto più vicina, e terribilmente inquietante, di quanto Paula e Simon avrebbero mai potuto immaginare.
Il cast: una memorabile Elena Anaya
Come vi anticipavamo Jaula è un thriller che trascina lo spettatore in un crescendo di tensione, questo anche grazie alle ottime interpretazioni dei suoi protagonisti, in particolare a quella di Elena Anaya, che dà vita sullo schermo a un personaggio sfaccettato e convincente. La sua Paula è al contempo fragile ed estremamente coraggiosa, forte e combattiva; il rapporto che stringe con la piccola Clara – interpretata dalla giovane Eva Tennear, capace di conferire al suo personaggio un’aria a tratti sinistra, oltre che di disarmante innocenza – tocca profondamente lo spettatore, che parteggia per questa donna mossa da un forte istinto materno, che si trova a lottare da sola per salvare quella che ritiene la sua bambina. Un personaggio che ci ha ricordato molto la Laura di Belén Rueda, che in The Orphanage faceva di tutto per ritrovare il figlio scomparso: l’interpretazione di Elena Anaya è altrettanto intensa e memorabile, cuore di un film che si appoggia quasi completamente su di lei per coinvolgere lo spettatore.
Una gabbia di gesso
L’escamotage delle linee di gesso, nelle quali viene racchiuso il mondo della piccola Clara, è particolarmente efficace dal punto di vista narrativo; è infatti capace di veicolare una duplice natura e di spingere l’intreccio in diverse direzioni: le linee tracciate sul pavimento sono sia una prigione che, al tempo stesso, uno strumento funzionale ad acquisire sempre più libertà. Una duplicità che in modo diverso è incarnata anche da Clara, che in certi momenti viene ritenuta – da tutti tranne che da Paula – colpevole di piccoli atti di violenza inaspettata, ma che trasmette comunque fragilità e innocenza.
Se, come dicevamo, il film si sviluppa in modo piuttosto canonico, coglie invece di sorpresa l’atto finale in cui, con un cambiamento di prospettiva repentino, viene svelato il mistero che si celava dietro alle origini della bambina. Un finale che – seppur forse un po’ affrettato – colpisce lo spettatore, rivelando la natura di un orrore sconvolgente e purtroppo assolutamente umano (se a qualcuno fosse rimasto il dubbio di una qualche spiegazione sovrannaturale dei fatti). Jaula ci ha colto piacevolmente di sorpresa e siamo sicuri che verrà apprezzato tanto dagli amanti di questo tipo di storie quanto da chi si approccia solo saltuariamente (magari solo in questo periodo) al genere thriller/horror.
La recensione in breve
Jaula è un thriller capace di costruire e mantenere la tensione, risultando particolarmente coinvolgente. Ottima l'interpretazione della protagonista Elena Anaya e sorprendente il finale.
- Voto CinemaSerieTV