Il film: John Wick 3- Parabellum, 2019. Regia: Chad Stahelski. Cast: Keanu Reeves, Halle Berry, Laurence Fishburne, Ian McShane. Genere: Azione. Durata: 131 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Dieci minuti dopo la fine degli eventi del film precedente, John Wick è un uomo in fuga per New York. L’uccisione non autorizzata di Santino D’Antonio gli ha comportato una scomunica e adesso ogni sicario della città cerca di ucciderlo per intascare la grossa taglia che pende sulla sua testa.
Il più grande merito da riconoscere alla saga di John Wick è quello di aver creato un immaginario in grado di imporsi con tanta fermezza a un pubblico vastissimo. A partire dal 2014, anno di uscita del primo capitolo, l’antieroe interpretato da Keanu Reeves ha impiegato davvero poco tempo per sedimentarsi come una delle figure cinematografiche più iconiche e riconoscibili del XXI secolo. Abito nero, poche parole, armi automatiche e un’inesauribile energia che lo proiettano di volta in volta verso il prossimo obiettivo.
Il merito di tanto successo è sicuramente dello sceneggiatore e creatore del personaggio Derek Kolstad (che dal quarto film non sarà più coinvolto in fase creativa), capace di imprimere in pochi dettagli e consuetudini un intero microcosmo, ma anche del regista del franchise Chad Stahelski, con una carriera da stuntman alle spalle, vero valore aggiunto di una delle saghe d’azione più stimolanti degli ultimi anni. Come vedremo nella recensione di John Wick 3 – Parabellum, la sinfonia si ripete sui binari tracciati già dai due film precedenti.
La trama: dov’eramo rimasti?
John Wick 3 – Parabellum inizia esattamente lì dove si è concluso il secondo film della saga. Sono passati appena dieci minuti e John Wick (Keanu Reeves) è un uomo in fuga dopo aver assassinato senza consenso Santino D’Antonio nel terreno neutrale dell’hotel Continental. Mancano pochi giri di orologio alle ore 6 del pomeriggio, momento in cui entrerà in vigore una scomunica ufficiale che gli farà cadere sulla testa una taglia da 14 milioni di dollari, assieme a un intero plotone di killer pronti a riscuoterla.
Manhattan non è più un luogo sicuro per lui. Perso l’appoggio di tutti i servigi riservati alla sua professione, con alle calcagna anche una Giudicatrice (Asia Kate Dillon) della Gran Tavola pronta a fargli terra bruciata attorno, la sua unica opzione è riscuotere alcuni vecchi favori e volare fino a Casablanca dove spera di poter incontrare una vecchia amicizia (Halle Berry) e risalire l’occulta catena di comando.
La società sommersa
Seppur spalmati su di un arco di cinque anni, le avventure del redivivo John Wick si svolgono tutte nell’arco di pochi giorni. Il ritmo degli eventi non può quindi che rispondere alle necessità di un fiato perennemente corto, di un’ultima energia sprigionata in un ultimo pugno che poi non è tale, di un’ultima corsa (fateci caso: John Wick corre tantissimo) da un capo all’altro del mondo.
In questo peregrinare forsennato si cela il fascino di una saga che anche in occasione di John Wick 3 – Parabellum rinnova la capacità di cucire ricami addosso a una tela fatta di una società sommersa, di volti, professioni, pegni d’onore e convenzioni che abitano e regolano un sottobosco ricco e vivo. La mano vincente di Kolstad è giocata qui, nel cospargere la sceneggiatura di individui che entrano in scena e ne escono subito dopo, di ninnoli su cui è detto poco ma la cui sola interazione attorno ad essi regola lo stato di credibilità dei rapporti e di passati mai svelati ad alta voce.
C’è cosi tanto da esplorare che un solo assaggio di qualcosa è sufficiente prima di saltare ad osservare la successiva suggestione, in un evocativo ricambio di contesti e rapporti di forza che si pongono a ossatura di un mondo che sostiene la valanga messa in moto dalle azioni del protagonista.
C’eravamo tanto menati
E anche sul lato dell’action John Wick 3 – Parabellum si mette in scia a quanto costruito nelle precedenti occasioni, rincarando anzi la dose in durata (più di due ore di girato) e in frenesia degli scontri. La prima vera schermaglia del film, quella nel retrobottega di un negozio di coltelli, è manifesto di come è questo terzo capitolo. Coreografata al millimetro, lavorata attorno alla pesantezza dei corpi, alla forza dell’impatto, violenta ma anche lunghissima, una danza di morte che è ciò per cui si paga il biglietto e per cui si è qui a vederlo.
Sul lungo andare John Wick 3 – Parabellum è forse però anche il film della saga che più abusa della sua acquisita sicurezza, convertendola in alcuni frangenti in una sorta di spavalderia che all’interno delle numerosissime sequenze action reitera con un pizzico d’eccesso. Qualcosa che mostra una, due, tre volte quasi a voler rimarcare il metodo che il protagonista acquisisce in ogni singolo scontro, l’adattabilità e la progressione, ma che a livello d’intrattenimento scade un po’ in sottolineatura.
Ecco, forse è il capitolo meno incentrato sulle dinamiche (si arriva alla fine con in mano un nulla di fatto) e quello più innervato di dinamismo, una macchina lanciata a mille all’ora tutta pugni, coltellate e proiettili esplosi che non può che fare felici gli amanti del genere e preparare all’avvenire di un nuovo rintocco.
La recensione in breve
John Wick 3 - Parabellum è il terzo capitolo della fortunata saga con protagonista l'antieroe interpretato da Keanu Reeves che rinnova il suggestivo immaginario di una società d'assassini sommersa, offrendo allo stesso tempo un ritmo action magari più reiterato rispetto al passato ma comunque in grado di soddisfare a dovere i fan del genere.
- Voto CinemaSerieTV