Il documentario: La bella stagione, del 2022 Prodotto da: Matteo Rovere e Leonardo Godano. Regia: Marco Ponti. Cast: Roberto Mancini, Gianluca Vialli, Attilio Lombardo, Gianluca Pagliuca. Genere: documentario sportivo. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima, al Torino Film Festival.
Trama: Nel 1990, una piccola squadra di Genova intraprende un’avventura che cambierà per sempre non soltanto la storia del club, ma anche quella della del calcio italiano: si tratta, ovviamente, della grande Sampdoria di Vialli e Mancini.
Da lunedì 28 novembre a giovedì 1° dicembre sbarca nelle sale italiane La bella stagione, un documentario sportivo che ci riporta indietro nel tempo, e ci fa riscoprire la magia di un calcio fatto di emozioni, passione e un pizzico di leggenda.
La storia è quella della Sampdoria di Vialli e Mancini, i gemelli del gol, ma anche di Gianluca Pagliuca, Marco Lanna, Ivano Bonetti, Pietro Vierchowood, Attilio Lombardo, Tonino Cerezo, Luca Pellegrini, del leggendario mister Vujaidin Boškov e del compianto presidente Paolo Mantovani, che fu capace di costruire una squadra in grado di sfidare i poteri forti del calcio italiano e uscirne vincitrice contro ogni pronostico.
Un racconto di amicizia e coraggio, di difficoltà e di coraggio, di vittorie incredibili e sconfitte cocenti che, a prescindere dal tifo calcistico, ci ricorda i grandi valori dello sport.
Ma come se la cava questo lungometraggio dal punto di vista cinematografico? Ve ne parliamo nella la nostra recensione de La Bella Stagione.
La trama: l’impresa, la sconfitta e il riscatto
Il documentario di Matteo Ponti prende le mosse dalla cocente delusione dei Campionati del Mondo di Italia ‘90, caratterizzati dalla clamorosa esclusione dei quattro giocatori blucerchiati convocati in nazionale.
Sbollita la rabbia e desiderosi di rivalsa, Vialli, Mancini e compagni stringono un patto: nessuno di loro abbandonerà la Samp fino a quando non si vincerà lo scudetto. Ormai da alcuni anni i doriani terminano il campionato con ottimi piazzamenti, ma proprio per questo nessuno degli addetti ai lavori crede sul serio che possano vincere, etichettandoli come “eterne promesse”.
Per la stagione 1990/1991, gli avversari sono temibili: “C’erano il Napoli di Maradona, l’Inter del tedeschi, il Milan degli olandesi, la Juve di Baggio e Schillaci: veramente delle corazzate”, ricorda Gianluca Pagliuca.
Eppure, la Samp affronta ogni partita, ogni scontro e ogni crisi a testa alta, e dopo aver vissuto un momento di difficoltà profonda conquista il primo, e per ora unico, campionato di Serie A della sua storia: una vittoria epocale, che proietta la squadra di Vujaidin Boškov nella leggenda.
L’anno successivo la formazione si concentra sulla Coppa dei Campioni, consapevole che avrà una sola occasione per conquistare il trofeo, prima della definitiva conclusione di un ciclo: per molti di loro si tratta dell’ultimo anno alla Samp, e portare a Genova la coppa dalle grandi orecchie sarebbe l’apice della loro incredibile avventura.
Le cose, però, non vanno come sperato, e i doriani cedono in finale contro il Barcellona, per un calcio di punizione tanto fatidico quanto dubbio.
L’occasione di riscatto si ripresenterà solo vent’anni dopo, quando il Mancio sarà incaricato di guidare gli azzurri agli Europei 2021, e al suo fianco torneranno Gianluca Vialli, Attilio Lombardo e altri compagni della storica impresa blucerchiata…
Una regia che privilegia le emozioni alla cronaca
Marco Ponti – già regista del cult Santa Maradona, vincitore del David di Donatello nel 2002 – torna a confermare le sue ottime doti dietro la macchina da presa firmando un documentario intenso ed efficace, capace di proiettarci per davvero all’indietro nel tempo.
Con una netta scelta creativa, il regista sceglie di concentrare l’attenzione sulle testimonianze dei protagonisti di quell’incredibile “bella stagione”, dando l’assoluta priorità alle loro emozioni, ai loro aneddoti e ai dietro le quinte meno conosciuti.
La cronaca, i video delle azioni, i dribbling e i gol sono ridotti all’osso, e talvolta diventano poco più che brevissimi interludi, che spezzano solo per pochi istanti il fluire del racconto.
L’occhio del regista non si concentra quasi mai sugli aspetti tecnici delle singole partite, che oggi sembrano invece monopolizzare qualsiasi analisi sportiva, preferendo indugiare sulle dinamiche umane che trasformarono una squadra come tutte le altre in un’autentica famiglia, e furono alla base del vero miracolo sportivo della Samp.
Così facendo, il regista si affranca del mero resoconto annalistico delle performance sportive, e individua con chiarezza il vero soggetto artistico e cinematografico del suo documentario: una storia umana che va molto al di là del calcio, fatta di amicizia e fratellanza, passione ed entusiasmo, ma anche rabbia e lacrime, porte dello spogliatoio sfondate e accesi chiarimenti al ristorante (rigorosamente dopo un buon bicchiere di vino, per placare gli animi!).
Un calcio d’altri tempi, romantico, intenso e viscerale, in cui la dimensione umana prevaleva su qualsiasi schema, qualsiasi modulo e qualsiasi tattica.
È in questa cornice che si muovono le immagini delle singole partite, sapientemente messe in scena con tagli, iati e flash improvvisi, in modo da trasmettere anche a noi almeno una briciola delle emozioni che provarono i giocatori blucerchiati e i loro avversari.
Le voci dei protagonisti
Anziché irrompere continuamente nel racconto con un eccessivo ricorso alla voce fuori campo (il famigerato voiceover), il regista cerca di lasciare il massimo spazio alle interviste, e fare sì che siano le voci stesse dei protagonisti a tessere il vero filo conduttore del documentario.
Il ricorso alla tecnica documentaristica più tradizionale viene limitato al resoconto delle singole partite e degli eventi più importanti, senza però mai rubare spazio alla narrazione in prima persona di Mancini, Vialli, Pagliuca e compagni, che costituisce il vero cuore pulsante del lungometraggio.
Per tessere al meglio il filo della propria narrazione, Ponti lavora soprattutto in cabina di montaggio, preferendo lasciare liberi gli intervistati di esprimersi sempre in piena libertà, con esiti intensi, autentici e, nel caso del mitico Tonino Cerezo (ma non solo), persino buffi ed esilaranti.
Oltre la Samp: il vero significato della “bella stagione”
Pur celebrando le gesta dei gemelli del gol e le imprese sportive dei blucerchiati, il documentario ha anche l’ambizione di raccontare una storia universale, capace di andare molto al di là delle tifoserie e delle singole squadre.
Non è un caso che il racconto non si concluda – come sarebbe lecito attendersi – con la drammatica finale di coppa del 1992, che continua ad aleggiare nella mente dei giocatori e dei tifosi anche a vent’anni di distanza.
Certo, quella fu innegabilmente la fine della Sampdoria dei miracoli, ma non della fratellanza umana che ha continuato a legare i suoi singoli componenti.
Affrontando la lotta silenziosa di Gianluca Vialli contro il cancro, la storia prosegue fino all’europeo 2021, che ha visto lavorare fianco a fianco ben sei protagonisti della “bella stagione” nel tentativo di portare la nazionale ad aggiudicarsi l’ambito trofeo: un risultato questa volta non più a tinte blucerchiate, bensì azzurre e tricolori.
In quest’ottica, anche il titolo del documentario finisce per assumere un significato completamente nuovo: la “bella stagione” non è più soltanto la gloriosa annata 1991 della Sampdoria, bensì anche quel magico periodo senza tempo in cui il calcio si fondava ancora su rapporti umani autentici e profondi, più forti di qualsiasi spettacolarizzazione mediatica e di qualsiasi esasperato tatticismo, riassunto dall’abbraccio liberatorio tra Vialli e Mancini dopo la vittoria ai rigori contro l’Inghilterra.
La stagione dell’umanità.
La recensione in breve
Per quanto semplice e lineare, La Bella Stagione è un documentario molto curato e avvincente, che predilige la dimensione relazionale e il racconto dei protagonisti alla mera cronaca sportiva. Così facendo, Marco Ponti traccia un’elegia dei valori del calcio e va al di là dei singoli avvenimenti, delineando una storia universale rivolta a tutti gli amanti dello sport.
- Voto CinemaSerieTv