Il film: La California, 2022. Regia: Cinzia Bomoll. Cast: Silvia Provvedi, Giulia Provvedi, Lodo Guenzi, Eleonora Giovanardi, Adrea Roncato. Genere: Noir, dramma, surreale. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: Alla Festa del Cinema di Roma 2022.
Trama: Due gemelle immerse nella provincia emiliana vivono amori, delusioni e speranze di fuga, fino all’arrivo di qualcosa che cambierà per sempre le loro esistenze.
Una vasca sperduta nella campagna emiliana più desolata, con dentro il cadavere di una ragazza dal caschetto bruno: con questa immagine forte, quasi lynchana, attacca il nuovo film di Cinzia Bomoll, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 e uscito oggi nelle sale, ambientato nell’Emilia degli anni ’70-’90, per la precisione in un paese della provincia di Modena che porta il nome dello stato americano in cui si trova Hollywood. Opera che si trova all’incrocio tra il racconto di formazione, il dramma, il noir, il ritratto di provincia e la commedia surreale, il terzo lungometraggio della Bomoll si avvale della collaborazione alla sceneggiatura della compianta e indimenticabile Piera Degli Esposti, che ha prestato anche la voce narrante alla vicenda e che viene rappresentata nel film, affettuosamente, come una donna in nero, presenza fantasmatica che racconta e commenta gli eventi. Di questa Emilia quasi fiabesca, ma anche spietata, e di due gemelle parleremo in questa recensione de La California.
La trama: la provincia e le sue trappole
Le gemelle Ester e Alice si barcamenano nel piccolo paese modenese in cui vivono, tra flirt con i ragazzi e il sogno, un giorno, di fuggire e andare nella vera California. Il padre, Yuri detto il punk, è un anarchico allevatore di maiali, mentre la madre, comunista osservante, non ha mai superato la depressione post-partum e, ogni tanto, prova a far fuori Ester, almeno fintanto che è bambina. C’è anche il nonno, ex-partigiano, che elargisce la saggezza di chi ha vissuto esperienze irripetibili, nonché una galleria di personaggi che affollano il paese e la vite delle due ragazze, tra cui Liviana, la parrucchiera con velleità di cantante, il Malagoli, l’industrialotto antipatico e sprezzante, l’ingenuo capostazione e tanti altri. Arrivano infine in paese un esule cileno con l’affascinante giovane figlio, Pablo, che porterà scompiglio nella vita di Ester e Alice.
Tra tocco surreale e crudo realismo
Con la California sembra di tornare alle atmosfere di Radiofreccia, grazie a una riuscita galleria di personaggi della provincia emiliana che colpiscono per bizzarrie, tocchi surreali e tenerezza, senza per fortuna mai scadere nel bozzettistico. È palpabile infatti l’affetto e l’empatia che lo sguardo dell’autrice riversa sui personaggi, in particolare sulle due gemelle, interpretate dalle bravissime Silvia e Giulia Provvedi, sedicenni disincantate e apparentemente avvezze alla vita, ma in realtà fragili e legate morbosamente tra loro in un rapporto strettissimo di affetto e, al tempo stesso, di conflitto, causato soprattutto dagli atteggiamenti contraddittori della madre. Il tono del racconto oscilla felicemente tra l’onirico, il surreale-fiabesco e il realismo più crudo, a partire dai tentativi stranianti e, ammettiamolo, esilaranti di mamma Palmira che cerca di eliminare Ester perché “Sai che io sono per l’uguaglianza del popolo ma queste due con l’eguaglianza hanno esagerato”.
Un cast ricco e centrato
Il cast funziona benissimo: oltre le due sorelle Provvedi, abbiamo il cantautore Lodo Guenzi, convincente nel ruolo del padre Punk, affettuoso ma frustrato dalla sua posizione sociale, Eleonora Giovanardi perfetta come l’eternamente depressa e svampita mamma Palmira, Andrea Roncato che incarna il nonno partigiano, dolce e malinconico, ma insospettabilmente pronto a tornare in azione, infine Stefano Pesce (presente in Da zero a dieci, sempre di Ligabue), perfetto nel ruolo del viscido arricchito. Fa piacere inoltre ritrovare volti familiari come Enrico Salimbeni e Vito (entrambi provenienti da Radiofreccia), Silvia Baraldi (indimenticabile protagonista dell’atipico noir Quo Vadis Baby di Salvatores) e, ovviamente, la calda voce di Piera Degli Esposti, di cui si è accennato.
Svolta noir
Il racconto di formazione e la placida vita di provincia vengono squarciati dall’elemento noir del racconto, come intuibile dall’incipit del film (e dal trailer), e in questo modo La California vira all’improvviso nei territori del thriller, sottolineato tra l’altro dalla inquietante desolazione dei luoghi in cui è ambientato. La diversa identità caratteriale, nonché interscambiabilità, di Ester e Alice giocherà un ruolo cruciale: oscura e seducente l’una, più solare e socievole l’altra, ma con un problema emotivo nelle relazioni con l’altro sesso, che richiama in qualche modo Stan, il personaggio di South Park che vomitava ogniqualvolta aveva a che fare con la ragazzina che gli piaceva. In questi tocchi ricorre ancora la vena surreale, quasi cartoonesca, che attraversa felicemente il film della Bomoll.
Quando vira sul thriller, La California diventa altro ancora e l’urlo di disperazione che sentiamo all’inizio diventa anche quello dello spettatore, che accoglie il dolore, il senso di perdita e la rabbia di fronte alla violenza e alle ingiustizie, ma anche la voglia di reagire. Difficile non empatizzare dunque con la vicenda delle due gemelle, che trovano un recente rispecchiamento anche nelle siamesi protagoniste dell’altrettanto fiabesco (in senso lato) Indivisibili (2016), di Edoardo De Angelis. La California diventa uno stato mentale, una geografia del sogno, ma anche dell’incubo, in un’alternanza di toni e generi non sempre riuscitissima fino in fondo, ma sostenuta da una sincerità e uno sguardo d’autore che si riflettono negli occhi innocenti, affamati di vita e disarmanti di Ester e Alice.
La recensione in breve
Nel suo oscillare tra il romanzo di formazione con tocchi surreali, il ritratto di provincia, il dramma e il thriller, Cinzia Bomoll realizza una pellicola non sempre perfetta, alla quale però è difficile non appassionarsi, grazie anche all’intensa e disarmante performance delle due gemelle Silvia e Giulia Provvedi, nonché a un ricco cast perfettamente distribuito ed efficace. Da segnalare l’ultima apparizione di Piera Degli Esposti come voce narrante, nonché co-sceneggiatrice.
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