Il film: La guerra dei nonni, 2023. Regia: Gianluca Ansanelli. Cast: Vincenzo Salemme, Max Tortora, Luca Angeletti, Ana Caterina Morariu, Bianca Guaccero, Herbert Ballerina, Greta Santi, Luigi Fosco, Chloe Aquino.
Genere: commedia. Durata: 96 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: Due consuoceri si litigano le attenzioni e la lealtà dei tre nipotini.
Con la fine dell’anno arrivano, a rotazione a seconda di chi ha il film pronto, le varie commedie – più o meno festive – con protagonisti vari volti della risata italiana, e ad aprire le danze nel 2023, con l’uscita maggiore dell’ultimo giorno di novembre, è il sodalizio tra la Medusa e l’attore Vincenzo Salemme, che per l’occasione non firma anche la regia ma si limita a recitare, diretto da Gianluca Ansanelli che in passato ha collaborato con un altro umorista partenopeo, Alessandro Siani. Questo nuovo tentativo di rinverdire il panorama della commedia nostrana sul grande schermo è l’oggetto di questa nostra recensione de La guerra dei nonni.
La trama: non si nomina il nonno, nonno no
Gerri è, da qualche anno, nonno più o meno a tempo pieno, e vive con la figlia, il genero e i nipotini per dare una mano quando possibile. L’unica vera distrazione che si concede è un evento annuale a Milano, e per venirgli incontro, siccome anche i genitori saranno assenti nel medesimo periodo per un impegno lavorativo all’estero, viene vagliata l’opzione di rivolgersi all’altro nonno, Tom, che sta per tornare da una lunga permanenza oltreoceano ed è desideroso di conoscere i nuovi membri della famiglia. Il genero di Gerri è scettico, non avendo mai avuto un buon rapporto con il padre, ma alla fine Tom si presenta, e bastano pochi secondi per far capire al consuocero che è meglio rimanere a casa, dando inizio a un’accesa rivalità tra i due.
Il cast: tra i due litiganti, nessuno gode
Il film gioca principalmente sul contrasto tra la napoletanità allegra di Vincenzo Salemme, ora in modalità nonno, e la romanità un po’ cafona di Max Tortora, con l’aggiunta del loro statuto congiunto di “matusa” in un contesto molto giovanile, con la nipotina più grande che si muove in un mondo di “ciao, bro” e simili. Sul fronte più giovane l’unico che cerca di ritagliarsi uno spazio di pari livello è Herbert Ballerina, che interpreta un corriere tecnicamente al passo coi tempi per aiutare Gerri con le inside della contemporaneità, ma in realtà non tanto brillante quando si tratta degli ambiti più cari al protagonista.
Nonni poco scatenati
Quando la più grande trovata comica è dare ai due protagonisti in conflitto i nomi Tom e Gerri (senza che vi siano sequenze caotiche all’altezza di quell’associazione di idee), è abbastanza desolante lo scenario complessivo di un’operazione che, come molte commedie contemporanee (non solo italiane), rimane in bilico tra diverse intenzioni e ambizioni, senza mai veramente spingersi in una direzione precisa. La regia di Ansanelli è timida, e la sceneggiatura anche, salvo sparute intuizioni (il giovane cantante col nome Fatherkiller) che spargono un po’ di pepe lungo un percorso che vuole da un lato far ridere e dall’altro emozionare, ma non si focalizza abbastanza a lungo su quasi nessuna delle premesse che si proporrebbe di esplorare (una sottotrama in particolare si riduce a mezzo scambio di battute per poi sparire senza lasciare traccia, quando sulla carta sarebbe il climax emotivo dell’intreccio). Più che una guerra, un piccolo battibecco che sembra destinato a trovare il suo pubblico più nel contesto algoritmico di una piattaforma – non a caso Netflix ha partecipato alla produzione – che nelle sale oscure.
La recensione in breve
Vincenzo Salemme e Max Tortora ce la mettono tutta con le rispettive energie umoristiche, ma il film non è il contesto giusto in cui contrapporli.
- Voto CinemaSerieTV