Il film: La signora Harris va a Parigi, 2022. Regia: Anthony Fabian. Cast: Lesley Manville, Isabelle Huppert, Jason Isaacs, Lucas Bravo, Lambert Wilson. Genere: Commedia. Durata: 115 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima alla Festa del Cinema di Roma.
Trama: Nella Londra di fine anni Cinquanta, una donna di mezza età che lavora come domestica si innamora follemente di un abito creato dalla Maison parigina di Christian Dior e decide che deve avere il capo a tutti i costi. Per realizzare il suo sogno, mette da parte molti soldi tra impegno e grande fortuna, e viaggia verso la città di Parigi, ignara che la permanenza nella capitale francese le cambierà il modo di vedere le cose della vita.
Presentato in anteprima mondiale alla 17° Festa del Cinema di Roma, La signora Harris va a Parigi è il nuovo film scritto e diretto da Anthony Fabian (Skin, Più forte delle parole – Louder Than Words) in uscita nelle nostre sale dal prossimo 17 novembre con Universal Pictures. Tratto dal romanzo omonimo pubblicato da Paul Gallico nel lontano 1958, regala alla sua straordinaria protagonista Lesley Manville un ruolo leggero e allo stesso tempo virtuoso che le permette di dominare per la prima volta nella sua carriera un film in cui è protagonista titolare dopo le ottime prove drammatiche in titoli come Another Year di Mike Leigh e Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson.
Nella nostra recensione de La signora Harris va a Parigi, vi racconteremo come l’adattamento diretto e co-scritto da Fabian sia un prodotto confezionato ad arte per stuzzicare il pubblico femminile e per spronare ogni potenziale spettatore nel non rinunciare mai ai propri sogni. Una favola moderna ottimista e deliziosa.
La trama: la domestica inglese che sognava Dior
Siamo nella Londra del 1957. La Seconda Guerra Mondiale è terminata da più di dieci anni e Ada Harris è rimasta tristemente vedova di suo marito Edward, soldato disperso in battaglia. Ormai da sola e senza figli, decide di guadagnarsi onestamente da vivere come domestica all’interno della casa di una famiglia abbiente ma scostante. Quando nell’armadio della sua datrice di lavoro scopre un favoloso abito firmato Christian Dior, Ada se ne innamora perdutamente e decide di mettere soldi da parte per poterne acquistare uno. Dopo mesi di sacrifici economici e una buona dosa di sfacciata fortuna, la signora Harris è pronta a coronare il suo sogno: partire alla volta della capitale francese per fare visita alla Maison Dior.
Queste le premesse del delizioso adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Paul Gallico curato dal regista britannico Anthony Fabian. A dare il volto alla protagonista titolare la candidata all’Oscar Lesley Manville, che qui dà sfoggio delle sue capacità attoriali in un ruolo da protagonista dopo anni da character acting a fianco di giganti del cinema e della recitazione. Perché infatti è il talento dell’interprete inglese a donare a La signora Harris va a Parigi la sua sana dose di ottimismo e trasognanza.
Una moderna rilettura di Cenerentola
Indirizzato essenzialmente a un pubblico femminile desideroso di viaggiare con la mente e con il cuore carichi di desideri, La signora Harris va a Parigi è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni più reconditi e irrealizzabili di ogni donna di qualsiasi età. La tempra e la testardaggine della mite protagonista saranno la miccia necessaria a fare in modo che la sua vita, con una buona dose di fortuna inaspettata, la riesca a condurre nel luogo dove potrà fare suo l’abito di Dior da sfoggiare al ballo del suo quartiere. Un piccolo riscatto, uno sfizio legittimo da togliersi dopo che la vita le aveva tolto tantissimo e in maniera dolorosa.
Il viaggio che intraprende questa gentile e simpatica signora inglese nella capitale francese non sarà di certo senza intoppi; arrivata alla maison di moda, Ada sarà ostacolata dalla direttrice (Isabelle Huppert) e dai suoi dipendenti, ma anche in quest’occasione il suo animo tenace e gentile sovvertirà il suo destino. Nonostante l’origine letteraria, il film di Anthony Fabian riesce a conquistare e a divertire quando si tramuta in una moderna riflessione sulla celeberrima fiaba di Cenerentola: qui, però, la giovane sguattera si trasforma in un’arzilla e irresistibile signora delle pulizia di mezza età in attesa che la sua zucca si trasformi in carrozza.
Una carrozza che la porterà dritta dritta nel cuore della haute couture parigina, e dove imparerà che l’alta moda, anche la più costosa e sfavillante, è tale solo quando la si sa indossare, senza limiti e costrizioni di ceto ed età. Una lezione preziosa, che Ada Harris insegnerà alle persone che incroceranno la sua strada a Parigi e che cambierà per sempre le sorti della Maison Dior degli anni a venire.
Sorriso, gentilezza ed humor inglese
Alla fine, il segreto di Ada Harris sta nelle sue tre qualità migliori: il sorriso che sfoggia in ogni situazione a cui va incontro, la gentilezza misurata con cui si relaziona con le persone più care nella sua vita, e l’inconfondibile aplomb inglese che la contraddistingue e la rende unica, con o senza indosso l’abito dei propri sogni. Caratteristiche che rendono il personaggio di Lesley Manville diametralmente opposto a quello che aveva interpretato in Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson, dove pure vestiva i panni della severa e glaciale Cyril Woodcock, direttrice artistica della maison londinese di proprietà dell’enigmatico personaggio interpretato da Daniel Day-Lewis.
Forse sta proprio in questa (in)volontaria e ironica contrapposizione di ruoli della sua attrice protagonista che risiede il punto di forza de La signora Harris va a Parigi, una favola deliziosa e innocua che riesce però a conservare intatti tutti i valori e le qualità della sua dolce protagonista: sorriso, gentilezza e incommensurabile humor inglese, ingredienti fondamentali per un comfort movie che farà felice un pubblico femminile di certo più avanti con l’età ma altrettanto esigente e sognatore.
La recensione in breve
La signora Harris va a Parigi trae molta della sua forza dalla grande performance della protagonista, un'inedita e leggera Lesley Manville, per raccontare una favola femminile che insegna allo spettatore a non rinunciare mai ai propri desideri. Inoltre, i favolosi costumi firmati dalla Maison Dior contribuiscono a rendere l'atmosfera del film di Anthony Fabian sognante.
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