Il film: Lamborghini (Lamborghini: The Man Behind the Legend), 2022. Regia: Bobby Moresco. Cast: Frank Grillo, Gabriel Byrne, Fortunato Cerlino, Mira Sorvino, Romano Reggiani, Matteo Leoni, Hannah van der Westhuysen, Giorgio Cantarini.
Genere: drammatico, biografico. Durata: 97 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Amazon Prime Video (screener), in lingua originale.
Trama: La vita di Ferruccio Lamborghini, il celebre imprenditore automobilistico.
Mentre si aspetta il biopic di Enzo Ferrari a firma di Michael Mann, su Amazon Prime Video, dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma, arriva quello dedicato al rivale Ferruccio Lamborghini. Sempre di fattura americana, nel bene e nel male, come cerchiamo di spiegare nella nostra recensione di Lamborghini.
La trama: una vita al volante
Il film ricostruisce, in ordine cronologico salvo la sequenza d’apertura che ci mostra il protagonista ormai avanti con gli anni, la vita di Ferruccio Lamborghini, tornato a casa dopo il secondo conflitto mondiale e fissato con i motori, il che lo porta prima a lavorare nel settore agrario fabbricando trattori e poi a diventare gradualmente un gigante dell’automobilistica. Ai suoi successi professionali si abbina un privato non del tutto felice, segnato dalla morte prematura della prima moglie.
Il cast: It’s-a me, Ferruccio!
Ferruccio Lamborghini adulto è Frank Grillo, in un raro ruolo da protagonista in ambito non action, e con accento italiano posticcio nella versione originale. Gabriel Byrne ha una parte minore, interpretando Enzo Ferrari, mentre Mira Sorvino è Annita, la donna che cerca di conquistare il cuore di Lamborghini dopo la scomparsa della moglie Clelia. Quest’ultima ha le fattezze dell’attrice inglese Hannah van der Westhuysen, affiancata da Romano Reggiani nei panni del Ferruccio più giovane e Matteo Leoni in quelli di Matteo, l’amico d’infanzia. La presenza italiana più notevole è quella di Fortunato Cerlino, che presta il volto al padre di Ferruccio, Antonio Lamborghini. Infine, nei panni di Giorgio Lamborghini appare Giorgio Cantarini, al primo ruolo di un certo peso dai tempi dell’infanzia dopo essere stato il figlio di Roberto Benigni ne La vita è bella e di Russell Crowe ne Il gladiatore.
Un’operazione macchinosa
Ha una certa dimestichezza con le automobili il regista Bobby Moresco, che nel 2006 ha vinto insieme a Paul Haggis l’Oscar per la sceneggiatura originale grazie a Crash – Contatto fisico e nel 2008 ha continuato a raccontare storie in quell’universo tramite la televisione. Anche qui l’intento è di usare la macchina come strumento per creare i legami tra i personaggi, ma senza l’apporto di Haggis manca il fattore umano, sacrificato in nome di una costruzione drammaturgica molto frettolosa, che nel giro di un’ora e mezza ripercorre i tratti salienti della vita di Lamborghini senza mai fermarsi per concedere il giusto respiro a situazioni e persone. È quasi come assistere alla trasposizione visiva di una scheda di Wikipedia: i fatti, nudi e crudi, senza alcun fronzolo o tentativo di andare oltre il basilare. Il che rende ironico il titolo del film, perché non si intravede mai veramente l’uomo dietro la leggenda, al netto degli sforzi di Grillo che cerca in tutti i modi di sfruttare l’opportunità offertagli per essere qualcosa di più di un semplice energumeno, nonché riallacciarsi alle sue radici italiane (anche se la sua famiglia è calabrese e non emiliana). E a tal proposito…
Ma come parli?
Chi scrive ha visto il film in lingua originale inglese, ed è lecito immaginare che in questo caso il doppiaggio italiano possa essere l’opzione preferibile, a causa della scelta di far recitare tutti – tranne Byrne – con accenti italiani più o meno caricati (il più misurato è Fortunato Cerlino). Quasi un House of Gucci 2.0, con la differenza che nel lungometraggio di Ridley Scott la qualità parossistica della parlata della famiglia Gucci era parte integrante di un approccio che sottolineava gli eccessi larger than life delle figure coinvolte. Qui il tono è teoricamente più serio, pertanto le interpretazioni risultano costruite, artificiali, spogliate di qualunque contesto che le giustifichi. Anche questo contribuisce alla banalizzazione della leggenda, ridotta quasi al rango di barzelletta.
La recensione in breve
Perennemente in bilico tra lo statico e l'involontariamente ridicolo, il biopic su Ferruccio Lamborghini non riesce a rendere giustizia all'uomo dietro la leggenda.
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Voto CinemaSerieTV