Il film: L’amore secondo Dalva (Dalva), 2022. Regia: Emanuelle Nicot. Cast: Zelda Samson, Alexis Manenti, Fanta Guirassy, Jean-Louis Coulloc’h
Genere: drammatico. Durata: 83 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: La dodicenne Dalva viene tolta al padre e mandata in un centro d’accoglienza, dove deve fare i conti con delle scomode verità sulla sua famiglia.
Nel contesto di una manifestazione cinematografica prestigiosa come quella di Cannes, dove spesso è il concorso principale a dominare il paesaggio mediatico, non è da trascurare una realtà più “piccola” come la Semaine de la Critique, sezione parallela e indipendente che, come il suo corrispettivo veneziano, è dedita alla promozione di opere prime e seconde. Una di queste arriva nelle sale italiane poco meno di un anno dopo il suo debutto sulla Croisette, un piccolo pezzo di notevole cinema belga in lingua francese, che affronta in modo delicato e sorprendente un tema molto scomodo, aggiudicandosi nel corso del festival il premio FIPRESCI, assegnato da un’apposita giuria di membri della federazione internazionale dei critici cinematografici. Di tutto questo si va a parlare nella nostra recensione de L’amore secondo Dalva.
La trama: amore molesto
Dalva Keller è una dodicenne, ma sembra una donna: truccata, con abiti eleganti, vive con un tale Jacques, dal quale è bruscamente separata in una sequenza d’apertura che procede per frammenti, in modo volutamente brutale e caotico. Portata in un centro d’accoglienza, la ragazzina viene posta dinanzi a una verità che lei rifiuta di accettare: quello che le ha fatto Jacques va ben oltre il normale amore di un padre per la propria figlia, ragion per cui lui adesso è in prigione con l’accusa di sequestro di persona e incesto. La madre, che secondo Dalva è scappata di casa anni fa, in realtà non ha mai smesso di cercare la figlia, ed è pronta a prendersene cura appena possibile. Una situazione che Dalva, plagiata dal genitore, non vuole accettare, il che le crea non pochi problemi quando il suo modo di vestirsi stona con le regole della scuola e cominciano a girare voci su quello che succedeva a casa sua…
Il cast: piccola grande attrice
Autentico tour de force per l’intera durata del film è l’interpretazione della giovane Zelda Samson, che durante le riprese aveva la stessa età del suo personaggio e si impossessa del ruolo con una grinta piena di vulnerabilità. A darle manforte è soprattutto Alexis Manenti, attore e cosceneggiatore de Les Misérables di Ladj Ly, nei panni di Jayden, l’educatore che ha il duro compito di far capire a Dalva la realtà di una vita fatta di abusi. Notevole anche Fanta Guirassy nella parte di Samia, scontrosa compagna di stanza della protagonista e una delle poche persone a capire il dolore che si cela sotto il comportamento ribelle. La madre di Dalva ha il volto di Sandrine Blancke, da diversi decenni uno dei volti meno noti ma sempre affidabili del cinema belga.
Crescere, che fatica
La regista esordiente Emmanuelle Nicot affronta la tematica di petto, optando per un approccio diretto e maturo per mettere in scena una grande immaturità, quella di una preadolescente che crede di aver già imparato tutto ma è ancora lontana dal percorso di crescita naturale che un atto criminoso ha bruscamente interrotto. Un approccio ad altezza bambina, con intensi primi piani che catturano tutte le incertezze e le contraddizioni di Dalva, una bambina che vuole disperatamente essere adulta ma ha suo malgrado bruciato tutte le tappe ed è costretta a subire sulla propria pelle le conseguenze delle colpe del padre. Un racconto a tratti agghiacciante, che non cerca alcuna sfumatura sul piano morale (la colpevolezza del genitore, al netto della confusione della ragazza, è un dato di fatto), ma anche delicato e tenero per come si pone al fianco di una giovane protagonista gradualmente sempre più pronta a uscire dall’isolamento fisico e psicologico per ricostruire la propria vita spezzata. Da quei frantumi emerge un racconto di formazione atipico ma non troppo, supportato da una delle più struggenti scoperte fra i giovani talenti recitativi del cinema europeo odierno.
La recensione in breve
Un'opera prima che affronta con delicatezza e coraggio un tema scomodo, ruotando attorno alla straordinaria performance della sua giovane attrice protagonista.
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Voto CinemaSerieTV