Il film: Leo, 2023. Regia: Robert Smigel, Robert Marianetti, David Wachtenheim. Cast: Adam Sandler, Bill Burr, Cecily Strong, Jason Alexander, Sunna Sandler, Sadie Sandler, Rob Schneider, Jackie Sandler, Stephanie Hsu, Jo Koy, Heidi Gardner, Nick Swardson. Genere: animazione, commedia, musicale. Durata: 102 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix (screener), in lingua originale.
Trama: Leo, una lucertola avanti con gli anni, comincia a comunicare verbalmente con gli alunni della quinta elementare dove lui è uno degli animali domestici in classe.
Dal 2015 Adam Sandler è una delle figure di riferimento per Netflix, con un accordo – già rinnovato almeno una volta – che lega il comico americano alla piattaforma in maniera quasi esclusiva (l’eccezione negli ultimi anni è stata la saga di Hotel Transylvania per la Sony Pictures Animation), come attore ma anche come produttore con la sua società Happy Madison, che ha dato ruoli da protagonista ad alcuni degli storici amici di Sandler, tra cui Kevin James e David Spade. Tra le nuove evoluzioni della carriera streaming dell’interprete lanciato da Saturday Night Live negli anni Novanta c’è un progetto d’animazione (ambito particolarmente fruttuoso per la piattaforma, come testimonia il recente Nimona), quello che forse sfrutta al meglio le doti umoristiche di Sandler. Cerchiamo di capire perché in questa recensione di Leo.
La trama: “Mother of Godzilla!”
Leo, una lucertola. vive da anni in un terrario con la tartaruga Squirtle, con cui ha un rapporto per lo più a base di sarcasmo. Loro due fanno parte delle mascotte animali di una scuola elementare, e per l’esattezza tengono compagnia, da sempre, agli alunni della quinta. Una nuova professoressa, dai metodi più bruschi rispetto alla collega che ha sostituito, costringe la classe a prendersi cura di uno dei due animali ogni weekend, con i bambini che fanno a turno. Leo, ormai anziano, decide di rendersi utile e impartire dei consigli a questi nuovi, improbabili amici umani, e lo fa svelando a ciascuno di essi che è in grado di parlare, ma la cosa deve rimanere tra lui e ognuno dei bambini, al fine di evitare che eventuali pettegolezzi in classe arrivino alle persone sbagliate. Perché se lo venissero a sapere gli adulti, è probabile che Leo finirebbe in un laboratorio a essere studiato per il resto dei suoi giorni.
Il cast: Sandler e famiglia
Leo è, ovviamente, Adam Sandler, affiancato, per il ruolo di Squirtle, non da uno dei suoi soliti collaboratori, ma da Bill Burr, il cui stile pessimista è il contraltare perfetto per l’esuberanza (qui un po’ più contenuta per via delle varie gag sull’età della lucertola) del protagonista, la cui classica vocina da vecchio scorbutico trova la sua forma ideale nella persona del rettile avanti con gli anni. Due delle bambine hanno le voci delle figlie di Sandler, Sunny e Sadie, mentre il resto del cast è abilmente completato da vari nomi della comicità statunitense come Cecily Strong, Jason Alexander e Heidi Gardner. Il co-regista Robert Smigel si è ritagliato un ruolo minore ma esilarante, prestando la voce a un cavallo chiamato in causa per una festa di compleanno.
Il sodalizio giusto
Com’è noto, Sandler tendenzialmente si avvale, per le proprie produzioni, di una scuderia di registi il cui percorso è essenzialmente limitato alla filmografia dell’attore. A questo giro uno dei tre registi è effettivamente un suo collaboratore storico, ma è molto più potente la firma di Robert Smigel, da decenni uno dei nomi più divertenti della scena umoristica statunitense ben noto ai fan di Saturday Night Live per i suoi vari sketch animati, tra cui la mitica serie The Ambiguously Gay Duo (su due supereroi i cui comportamenti vengono letti da tutti in chiave omoerotica, parodia di ciò che l’America più conservatrice pensava di Batman e Robin negli anni Cinquanta).
Cimentandosi con l’animazione digitale (mentre i titoli di coda propongono esempi del suo stile classico disegnato a mano), Smigel lavora sulla composizione delle gag con un occhio molto attento, e riflette anche in maniera divertita sull’evoluzione stessa della tecnologia (il personaggio più spassoso è un drone). Con qualche scivolone quando, paradossalmente, si dà al vintage (le canzoni non sono il massimo), ma sempre con il cuore nel posto giusto. Anche grazie a Sandler, che al netto dei risultati altalenanti ha sempre e solo avuto l’obiettivo sincero di far ridere, e che con i personaggi animati sembra dare il meglio di sé, sfogando i suoi istinti da performer puro senza dover tenere d’occhio l’intera operazione.
La recensione in breve
Adam Sandler torna a prestare la voce per un progetto d'animazione, e la figura della lucertola Leo è il veicolo ideale per i suoi istinti umoristici non sempre raffinatissimi ma nel complesso piuttosto divertenti.
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Voto CinemaSerieTV