Il film: Limbo, 2023. Regia: Ivan Sen. Cast: Simon Baker, Rob Collins, Natasha Wanganeen, Nicholas Hope, Mark Coe, Joshua Warrior.
Genere: thriller. Durata: 108 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Berlinale, in lingua originale.
Trama: Il poliziotto Travis Hurley è incaricato di indagare su un caso irrisolto di omicidio risalente a vent’anni prima.
Tra le firme più intriganti del cinema australiano contemporaneo, soprattutto nell’ambito di genere, c’è quella di Ivan Sen, regista aborigeno che ha messo il proprio popolo al centro di thriller ruvidi e affascinanti come Mystery Road e il sequel Goldstone, acclamati in patria e a festival internazionali come quello di Toronto, e all’origine di una serie televisiva che continua a raccontare le vicende di Jay Swan, poliziotto interpretato dall’attore aborigeno Aaron Pedersen. Il suo è un percorso che lo ha portato in giro per il mondo, arrivando nel 2023 a partecipare per la prima volta alla competizione principale di uno dei grandi festival europei, per l’esattezza quello di Berlino. E di questa sua prima incursione in concorso parliamo nella nostra recensione di Limbo.
La trama: vecchie ferite
Travis Hurley è stato incaricato di tornare su una scena del crimine vecchia di vent’anni: era infatti il 2003 quando fu brutalmente assassinata Charlotte Hayes, e il caso rimane irrisolto. Hurley è lì, nel bel mezzo dell’outback australiano, per valutare se ha senso riaprire le indagini, anche perché siccome Charlotte era aborigena le forze dell’ordine non ci si misero particolarmente d’impegno due decenni addietro. Un sentimento ora ricambiato dalla popolazione locale, in particolare la famiglia della ragazza, che ha una filosofia molto semplice: nei limiti del possibile, evitare di parlare con i poliziotti, in particolare quelli bianchi. Ma Travis non demorde, nella speranza di poter chiudere il caso e dare un po’ di pace al paesino che da anni è tormentato dal dolore e dai sospetti.
Il cast: la minoranza al centro
Per il ruolo di Hurley è stato scritturato un quasi irriconoscibile Simon Baker, da qualche anno maggiormente coinvolto nelle produzioni del suo paese d’origine e qui potentemente stoico in mezzo al paesaggio desertico. Le altre due presenze maggiori, meno note ma non per questo meno interessanti, sono gli attori aborigeni Rob Collins e Natasha Wanganeen nei ruoli di Charlie ed Emma, fratello e sorella di Charlotte e alleati riluttanti del poliziotto che gradualmente riesce a convincerli di non essere lì solo per dovere burocratico. È principalmente attorno a loro tre e la loro alchimia ipnoticamente volatile che ruota il perno emotivo della pellicola, con i paesaggi aridi filmati in bianco e nero a fare da quarto protagonista.
Il duplice Limbo
Limbo è il nome dell’hotel dove Travis si ferma durante le indagini, appellativo piuttosto azzeccato dato che l’edificio, come il paesino di cui fa parte, si trova un po’ in mezzo al nulla. Ed è effettivamente una specie di limbo – non nel senso dantesco – l’intera regione, una zona sospesa che solo sporadicamente entra in contatto con il mondo esterno (leggi: bianco), come dimostra l’entrata in scena di Hurley vent’anni dopo il primo abbandono del caso di Charlotte.
È un luogo fuori dal tempo, quell’outback che Sen ha precedentemente impiegato in ottica western e qui, complice il bianco e nero, usa in chiave noir, affidando a Baker la parte del detective dopo che il suo esordio al cinema, nel 1997, è stato come gigolò – e vittima – in L.A. Confidential. È un cerchio che si chiude per l’attore, che ritrova il genere che lo ha lanciato ritornando a casa, perfettamente calato in un contesto che unisce il magnifico esercizio di stile all’impegno tematico, sfruttando la premessa per ribadire la dignità della popolazione aborigena, nonché il suo importante contributo al cinema australiano a livello di cineasti, maestranze e attori. Da quel punto di vista, è il caso di dire che il limbo è un lontano ricordo.
La recensione in breve
Simon Baker è al massimo della forma in un thriller ruvido e arido che trasforma il paesaggio desertico australiano in zona sospesa dove la giustizia va a morire, soprattutto per gli aborigeni.
- Voto CinemaSerieTV