Il film: L’ultima notte di Amore, 2023. Regia: Andrea Di Stefano. Cast: Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva, Camilla Semino Favro, Wang Fei.
Genere: thriller. Durata: 124 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Berlinale, in lingua originale.
Trama: Il poliziotto Franco Amore sta per andare in pensione dopo 35 anni di servizio, ma quella che doveva essere la sua ultima notte si trasforma gradualmente in un incubo.
Romano, classe 1972, il regista Andrea Di Stefano, dopo un primo percorso come attore (alla corte di cineasti come Marco Bellocchio e Dario Argento), si è fatto notare in ambito statunitense dopo essersi trasferito a New York, firmando Escobar nel 2014 e The Informer nel 2018, specializzandosi nella categoria del thriller e dirigendo attori del calibro di Benicio Del Toro, Joel Kinnaman, Rosamund Pike e Clive Owen. A nove anni dal debutto dietro la macchina da presa è tornato in Italia, per l’esattezza a Milano, con un poliziesco ambizioso che si è ritagliato uno slot nel programma fuori concorso dell’edizione 2023 della Berlinale. Ed è di quel poliziesco che parliamo nella nostra recensione di L’ultima notte di Amore.
La trama: vedi Malpensa e poi muori
Franco Amore, di origine calabrese, lavora come poliziotto a Milano da 35 anni, senza mai l’ombra di una promozione, presumibilmente perché la seconda moglie Viviana è parente del poco di buono Cosimo Forcella. Eppure, sarà proprio quest’ultimo a proporre a Franco un modo per campare dopo la pensione, e Amore decide di coinvolgere il collega Dino, che fatica a mantenere il figlio con meno di 2.000 euro lordi al mese. Sulla carta, l’incarico affidato al duo è molto semplice, ma quello che doveva essere un semplice trasporto in macchina si trasforma in brutale inseguimento da Malpensa e costringe Amore a fare i conti con le conseguenze della sua decisione. E tutto questo nelle stesse ore in cui lui dovrebbe congedarsi per sempre dalle forze dell’ordine…
Il cast: non fa tutto Favino
Franco Amore è un carismatico e sciupato Pierfrancesco Favino, grandissimo come sempre nei panni di un uomo stanco ma non ancora abbattuto. Al suo fianco l’altrettanto strepitosa Linda Caridi, che ruba agilmente la scena a tutti nel ruolo di Viviana, classica moglie del poliziotto che però sotto la scorza della coniuge devota cela un lato più ambiguo e stratificato che emerge col passare delle ore e nutre l’oscurità della lunga notte milanese. Altra prestazione ricca di charme è quella di Antonio Gerardi, simpaticamente viscido nel ruolo di Cosimo e di nuovo insieme a Favino dopo Padrenostro, che è valso al grande divo italiano la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia nel 2020.
Incubo meneghino
Assieme alle figure umane, ha un ruolo fondamentale la città di Milano, inquadrata già dall’inizio come se fosse la Los Angeles di Michael Mann con un lungo piano-sequenza dall’alto che sottolinea la bellezza ma anche l’inquietante vastità notturna del capoluogo lombardo. E al netto di qualche licenza poetica per quanto concerne la geografia locale (ma queste sono normali e non si faranno notare da chi non conosce benissimo la città), le strade milanesi sono il teatro ideale di una tragedia umana quasi perfettamente aristotelica, dove ogni inquadratura è un inesorabile, adrenalinico conto alla rovescia intriso di pathos e disperazione. Una danza di morte dove, nonostante il titolo e il ruolo dei due coniugi, non è tanto questione di amore, quanto di avidità. Per Franco Amore sarà anche l’ultima notte, ma per il regista, dopo il percorso statunitense, questo potrebbe essere l’inizio di una nuova avventura più vicina a casa.
La recensione in breve
Andrea Di Stefano torna in Italia e firma un appassionante, disperato thriller milanese che trasforma il capoluogo lombardo in percorso da incubo per il poliziotto interpretato da Pierfrancesco Favino.
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Voto CinemaSerieTV