Il film: Manodrome, 2023. Regia: John Trengove. Cast: Jesse Eisenberg, Adrien Brody, Odessa Young, Sallieu Sesay, Philip Ettinger, Ethan Suplee.
Genere: drammatico, thriller. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Berlinale, in lingua originale.
Trama: Ralphie, da poco disoccupato e con un figlio in arrivo, fatica a guadagnare come autista di Uber ed è molto frustrato. Questo lo rende l’adepto ideale per una setta votata alla mascolinità.
Nel 2017, il regista sudafricano John Trengove inaugurava il programma della sezione Panorama della Berlinale con il suo primo lungometraggio, The Wound, sulle conseguenze di un rituale di iniziazione legato al passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Sei anni dopo, con quello che è il suo esordio americano, è stato promosso al concorso principale del festival teutonico, ma rimane la meditazione sul concetto di mascolinità in un contesto che, per quanto culturalmente diverso, si può comunque definire tribale. Un contesto che è al centro dell’opera che andiamo ad analizzare nella nostra recensione di Manodrome.
La trama: se questo è un uomo
Siamo a New York, dove Ralphie, che ha perso il lavoro di recente, cerca di campare facendo l’autista per Uber. Ma i soldi non bastano, soprattutto perché lui e la compagna stanno per diventare genitori, e il giovane ripiega sulla palestra per sfogare le frustrazioni quotidiane. Un giorno, tramite un amico in comune, fa la conoscenza di “Papà Dan”, il leader del Manodrome: una setta i cui membri vivono tutti insieme, all’insegna di una mascolinità “tradizionale” che li spinge a rinunciare a ogni contatto con le donne (durante le riunioni ciascuno dice da quanto tempo è che non fa sesso, in alcuni casi specificando in quale momento l’astinenza è divenuta volontaria). Ralphie ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo “Figlio”, ma col passare del tempo il suo rapporto con la realtà si fa sempre più instabile…
Il cast: figli di “Papà”
Jesse Eisenberg, il cui stile di recitazione ansioso e nevrotico è perfetto per il ruolo di Ralphie, è una forza della natura e domina il film con periodiche dosi di energia repressa in attesa di essere sprigionata. Adrien Brody, scritturato nel ruolo di “Papà Dan”, trascende lo stereotipo del leader di una setta con una performance misurata e un personaggio a tutto tondo che, in un contesto come quello attuale in cui molti giovani si fanno facilmente sedurre dai deliri misogini di una figura come Andrew Tate, è molto reale e per questo decisamente inquietante (anche se, come si diverte a sottolineare il film stesso, in alcuni casi sono gli adepti a essere ancora più spaventosi). Sallieu Sesay, nei panni di Ahmet (rivale di Ralphie in palestra), esordisce in un ruolo serio dopo aver recitato in due produzioni della Asylum, azienda specializzata in film a basso costo che scimmiottano i blockbuster del momento, mentre l’australiana Odessa Young, volto di film come Assassination Nation, è la principale presenza femminile come compagna incinta e confusa di Ralphie.
Uber Driver
La trasferta a New York comporta l’inevitabile bagaglio culturale di un’opera come Taxi Driver, con Ralphie come novello Travis Bickle, non più reduce del Vietnam ma comunque arrabbiato col mondo e insoddisfatto di una routine quotidiana che comporta tante (troppe) ore al volante per guadagnare la pagnotta. Trengove non è Scorsese, ovviamente, ma il suo gusto per la rappresentazione visiva dell’identità in crisi, con strategici primi piani illustrativi della percezione della realtà che si fa sempre più labile, dà a questo nuovo viaggio nel mondo del maschio frustrato (ma non per forza incel, dato che sulla carta il Manodrome predica l’astinenza volontaria) un fascino non indifferente, anche quando la sceneggiatura, in maniera coerente ma al contempo comunque un po’ straniante, comincia a deragliare esattamente come la visione distopica di Papà Dan.
La recensione in breve
John Trengove esordisce in ambito americano con una pellicola interessante e ben congegnata, con una grandissima performance centrale di Jesse Eisenberg come avatar del maschio che ce l'ha con il mondo intero.
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Voto CinemaSerieTV