Il film: Master Gardener, del 2022. Regia di Paul Schrader. Cast: Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell.
Genere: Noir Durata: 107 minuti. Dove lo abbiamo visto: al Festival di Venezia 2022.
Trama: Narv Roth è il meticoloso capo-giardiniere che si prende cura dei giardini della tenuta Gracewood, per conto della burbera signora Norma Averhill. Mentre Narv nasconde un passato oscuro e violento, l’arrivo nella tenuta della giovane Maya, pronipote di Norma, porterà scompiglio nel delicato equilibrio di Gracewood e nel microcosmo botanico di Narv.
“La cura dei giardini è una manipolazione della natura” afferma Narv Roth (Joel Edgerton), il capo-giardiniere di Gracewood, enorme e lussuosa tenuta caratterizzata da raffinatissimi giardini all’inglese, di cui Narv si occupa con passione e professionalità per conto della burbera signora Norma Averhill (Sigorney Weaver). Secondo l’esperto orticultore, l’agricoltura è qualcosa di ancestrale e antecedente l’opera umana, perché i semi contengono già in sé la pianta che verrà: senza l’intervento dell’uomo gli “algoritmi” della Natura provvedono a fare già il lavoro. Ecco dunque la filosofia a cui faremo riferimento nella recensione di The Master Gardener, nuovo film del maestro Paul Schrader, fuori concorso alla 79° Mostra del Cinema di Venezia, dove l’autore di American Gigolò ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera.
La trama: un perfetto giardiniere
È con questi presupposti che Narv, nella migliore tradizione dei film di Schrader, si è costruito un suo microcosmo di cui conosce e governa le regole, e nel quale suppone di aver trovato una sua dimensione definitiva, riscattandosi così da un passato violento che, nella cura meticolosa del giardino di Norma, sembra trovare una sorta di redenzione. La relazione con la stessa Norma, bisbetica e fredda più di quanto non sembri, è fondata su una strana sorta di apparente parità tra la datrice di lavoro e il giardiniere. A stravolgere la condizione di equilibrio arriverà Maya (Quintessa Swindell), la pronipote di Norma, che ha appena perso madre e nonna, alla quale mancano ormai punti di riferimento. La ragazza si inserirà molto bene nella squadra di giardinieri Narv, che la accoglieranno come in una famiglia, ma la presenza della ragazza porterà scompiglio nella vita della tenuta e il nostro giardiniere dovrà fare i conti col proprio passato, che riaffiorerà proprio a causa degli eventi scatenati dalla presenza di Maya.
Personaggi schraderiani
Come accennato, anche Narv rientra perfettamente nella galleria di personaggi schraderiani che, dal Julian di American Gigolò al William Tell de Il collezionista di carte, credono di avere la vita sotto controllo, grazie a una serie di parametri e regole che loro stessi hanno redatto, per rendere la loro vita un piccolo orticello perfetto e, più o meno, immacolato, esente da interferenze esterne, di cui sono gli unici monarchi. Ma qualcosa arriva sempre a insinuare una crepa in questi mondi autosufficienti creati per vivere senza strappi e, soprattutto, per rimuovere un passato spesso scomodo e pesante. Analogamente a Il collezionista di carte in cui William (Oscar Isaac) nascondeva un passato di torturatore nelle prigioni di Abu Grahib, anche Narv cela ombre terribili nella sua storia personale. Nelle regole per curare e mantenere un raffinato giardino all’inglese e nello strano rapporto con Norma, il nostro trova dunque un rifugio dove tenere a bada i propri fantasmi.
Joel Edgerton è perfetto nell’incarnare l’imperturbabile Narv, donandogli al tempo stesso coolness ed emozioni che traspaiono comunque dalla sua apparente corazza. Sigourney Weaver è algida e distante, carismatica (c’erano dubbi) e odiosa quanto serve. Quintessa Swindell è una rivelazione, fragile, affascinante e al tempo stesso determinata.
Un equilibrio che si spezza
Come in ogni buona storia che si rispetti anche qui avviene la rottura di un equilibrio, rappresentata, come abbiamo detto, da Maya, che Narv erudirà sui giardini più famosi della storia e sui loro creatori, nonché sul perché si diano nomi latini alle piante. Ma l’affascinante ragazza vive un presente difficile che finirà per tracimare nella vita del giardiniere, destabilizzando il suo microcosmo fatto di semine e potature, nonché il rapporto con la bisbetica Norma. L’esistenza di Narv verrà messa all’angolo, sia in senso metaforico, sia concretamente. Il nostro sarà dunque costretto a scegliere se rimanere arroccato nelle sue regole oppure seguire il flusso della vita che lo porta verso esiti imprevedibili e, in un certo senso, ineluttabili, dettati in realtà dalla stessa natura di Narv.
Rigore etico e formale
Con Schrader il rigore formale procede sempre di pari passo con quello etico, e infatti Master Gardener si distingue, soprattutto nella prima parte, per una simmetria quasi kubrickiana delle inquadrature, che accompagnano la fase del film in cui ci addentriamo nelle regole che costituiscono il mondo di Narv. Quando quel mondo verrà stravolto, anche la macchina da presa si farà più mobile, non forsennata, cosa che non rientrerebbe nello stile di Schrader. Il suo sguardo diventa anche più lieve in questo caso, con qualche concessione al visionario e all’onirico, con un minimo di CGI. Senza anticipare nulla, possiamo dire che Schrader si concede qualche speranza in più rispetto al passato e la colora con le tonalità vivaci dei fiori tanto amati da Narv, forse in questo scadendo in un momento stucchevole che si poteva evitare. Con i colori dei fiori torniamo a quella manipolazione della natura, di cui dicevamo all’inizio. Nonostante la creazione arbitraria di un giardino esteticamente raffinato rappresenti una violazione della natura e una antropizzazione dell’ambiente, in questo caso però non avviene una distruzione o sostituzione dell’ambiente naturale con quello artificiale, ma il nuovo equilibrio viene semplicemente indirizzato e canalizzato dall’uomo, trovando una sua ragione d’essere, esistenziale, metaforica, ma anche concreta. Così anche trovano giustificazione le esistenze, rinnovate, della tenuta Gracewood, di Narv e di Maya.
La recensione in breve
Con Master Gardener, Schrader confeziona una nuova storia su un personaggio chiuso nel mondo delle sue regole, in attesa di una redenzione da un passato traumatico, secondo i suoi canoni più tipici, aggiornati però al mondo attuale, declinati in modo impeccabile, eticamente e formalmente, con una perdonabile caduta stucchevole nella parte finale. Viene sorretto da un cast d’eccezione: Joel Edgerton, Sigourney Weaver e la nuova scoperta Quintessa Swindell.
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Voto CinemaSerieTv