Il film: Murder Mystery 2, 2023. Regia: Jeremy Garelick. Cast: Adam Sandler, Jennifer Aniston, Mark Strong, Mélanie Laurent, Jodie Turner-Smith, Enrique Arce, Dany Boon, John Kani, Adeel Akhtar.
Genere: commedia. Durata: 90 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix (screener), in lingua originale.
Trama: I coniugi Spitz vengono invitati a un matrimonio, salvo poi ritrovarsi al centro di un altro mistero da risolvere.
Correva l’anno 2015, e Adam Sandler, scottato da vari insuccessi commerciali sul grande schermo, firmava un accordo di esclusività con Netflix, data la popolarità della sua filmografia in streaming. Un accordo che con gli anni è stato continuamente rinnovato, al punto che da quando è stato stilato per la prima volta Sandler ha recitato in undici film (con altri tre già confermati entro la fine del 2023), di cui solo uno – Hotel Transylvania 3, dove presta la voce a Dracula in originale – uscito in sala secondo le modalità tradizionali. L’undicesimo è, appunto, quello di cui andiamo a parlare nella nostra recensione di Murder Mystery 2, il sequel del film che nel 2019 approfondiva il sodalizio artistico tra l’attore-produttore e l’amica Jennifer Aniston.
La trama: finché morte non li separi
Sono passati alcuni anni da quando i coniugi Spitz – lui poliziotto, lei parrucchiera fissata con i gialli – hanno improbabilmente risolto un caso (di cui, a onor del vero, erano i principali indiziati a causa dei loro comportamenti da imbranati) sulle rive del lago di Como, e da allora cercano di farcela come investigatori privati, con esiti non proprio felici. A risollevare il morale della coppia ci pensa l’amico Maharajah, che sta per sposarsi con la parigina Claudette e li invita al matrimonio, dove ritrovano anche il colonnello Ulenga, ora senza un braccio. Ma ben presto si rendono conto che il déjà vu va oltre le persone alla festa: si ritrovano di nuovo al centro di un intrigo dove tutti sospettano di loro, e dovranno di nuovo risolvere il caso per dimostrare la loro innocenza.
Il cast: intrigo internazionale
Oltre a Sandler e Aniston, dal primo film ritornano John Kani (il colonnello), Adeel Akhtar (Maharajah) e Dany Boon (il poliziotto francese), con nuovi ingressi del calibro di Mélanie Laurent (Claudette), Tony Goldwyn (uno dei clienti nella scena iniziale), Jodie Turner-Smith (la Contessa), Enrique Arce (caratterista spagnolo che a Hollywood ha precedentemente recitato nel film Terminator: Destino oscuro) e Mark Strong, che occasionalmente si concede ruoli da veterano delle forze dell’ordine in ottica comica, in questa sede senza la componente esplicitamente scatologica che lo aveva precedentemente caratterizzato al fianco del connazionale Sacha Baron Cohen. Come nel film precedente, mancano completamente all’appello i classici sodali di Sandler, di cui solitamente almeno uno tra David Spade, Kevin James, Rob Schneider, Chris Rock o Steve Buscemi coinvolto in un’operazione di questo tipo, dalla natura più prettamente commerciale rispetto alle rare incursioni dell’attore in territorio più serio, per non dire apertamente drammatico.
Mistero insipido
Come recentemente sottolineato dai suoi amici in occasione della consegna del Mark Twain Prize, assegnato ogni anno a una persona distintasi nell’ambito della commedia e andato nel 2023 proprio a Sandler, il protagonista di film come Terapia d’urto e 50 volte il primo bacio non ha mai avuto particolare interesse per ciò che gli altri pensano dei film in cui recita e che produce, a patto che il pubblico si diverta e gli amici di sempre possano continuare a lavorare (Schneider ha lasciato intendere che gran parte del gruppo possa permettersi l’assicurazione sanitaria del sindacato degli attori grazie ai progetti della casa di produzione Happy Madison, e Buscemi – uno che ha lavorato con Tarantino, i Coen e Scorsese – ha detto che non si è mai trovato meglio su un set di quando viene chiamato a recitare in un progetto di Sandler). Da quel punto di vista, indubbiamente, anche Murder Mystery 2 è un successo, perché dalle performance traspare che tutti si siano trovati benissimo durante le riprese e divertiti a consegnare un altro mistero buffo dalle multiple location in giro per il mondo. Se solo non fosse – e qui ha forse influito il cambio di regista, con Jeremy Garelick subentrato a Kyle Newacheck – che le buone intenzioni non si traducono in buon intrattenimento, salvo rari momenti simpatici come l’omaggio a The A-Team in apertura, che però è solo una piccola onda in un oceano di tempi morti che può rendere estenuante anche una durata di appena novanta minuti. Se la traiettoria è questa, viene quasi da sperare che per un terzo film vengano convocati Spade e compagnia bella, per iniettare un po’ di cattivo gusto che sarebbe il giusto antidoto contro l’inoffensiva ordinarietà di questo sequel dalla fattura anonima.
La recensione in breve
Al secondo giro, la commistione di mistero e commedia è ancora meno efficace, e nemmeno il carisma del cast è in grado di compensare la sovrabbondanza di tempi morti.
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Voto CinemaSerieTV