Il film: Napoli milionaria!, 2023. Regia: Luca Miniero. Genere: Dramma, storico. Cast: Massimiliano Gallo, Vanessa Scalera, Michele Venitucci, Nunzia Schiano. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: Rai1.
Trama: Napoli milionaria! è il racconto, attualissimo, della potenza del denaro e della sua capacità di corrompere le anime. La vivono sulla propria pelle Gennaro e Amalia Jovine e i loro tre figli. Il primo, ex tranviere, è costretto a fare il finto morto per coprire i traffici della moglie che si arrangia con la borsa nera in combutta con Errico Settebellizze. Cercano di sopravvivere alla miseria in cui è piombata la città nel suo ultimo anno di guerra. E poi arriva la pace, l’abbondanza delle merci americane, la fame dei napoletani e i soldi, tanti soldi. Gennaro, catturato dai tedeschi in ritirata, è ormai scomparso dalla vita della donna che rimane abbagliata da tutta quella ricchezza a portata di mano. Quando inaspettatamente ritorna, la sua famiglia si è dissolta e “perduta”.
Eduardo De Filippo è il nostro cantore. Un genio di altezza talmente elevata da trascendere i confini nazionali e diventare patrimonio mondiale. E Napoli milionaria! è forse il suo capolavoro. C’era quindi una certa attesa nel vedere la trasposizione per il piccolo schermo firmata da Luca Miniero. Un’attesa ampiamente ripagata che rende ancora più prezioso il progetto Rai di adattamento delle opere più celebri del drammaturgo partenopeo, da Natale in Casa Cupiello a Sabato, Domenica e Lunedì e Filumena Marturano. Così, in attesa di Non ti pago! che sarà trasmesso il 2 gennaio, vediamo nella recensione di Napoli Milionaria! come siano stati portati in televisione i dolori e i tormenti di Gennaro Jovine.
La trama: la notte più lunga
Siamo a Napoli, sul finire della Seconda Guerra Mondiale. La famiglia Jovine è composta dal padre Gennaro, dalla moglie Amalia e dai tre figli. Gennaro è un ex tranviere ed è solito fare il finto morto per coprire i traffici della moglie che si arrangia con la borsa nera assieme a Errico Settebellizze. Il primo figlio Amedeo è uno scansafatiche, mentre la secondogenita Maria Rosaria è una bella ragazza con in testa tanti sogni. La piccola di casa, Rituccia, infine, è la luce di tutti.
Quando Gennaro viene catturato dai tedeschi in ritirata, la famiglia Jovine perde il baricentro. L’arrivo degli Alleati porta una ventata di euforia, soldi e anche molti problemi in più. Amalia infatti si è arricchita con i traffici illeciti gestiti assieme a Settebellizze infatuato di lei. Amedeo diventa ladro di pneumatici e Maria Rosaria resta incinta di un soldato americano. Gennaro ritorna e non riconosce più la sua stessa casa. La grave malattia di Rituccia fa piombare gli Jovine nello sconforto. Guidati da Gennaro, dovranno ricostruire dalle fondamenta la loro vita. E ritrovare l’umanità perduta.
La guerra infinita
“Ha da passà ‘a nuttata” è con ogni probabilità la battuta più nota dell’intera drammaturgia di Eduardo. Una frase breve, fulminante come un colpo di pistola, che Jovine pronuncia sommessamente, quasi fosse una preghiera. E che rappresenta una sorta di distillato della poetica di De Filippo: la coscienza che esista un’oscurità che a volte può inghiottire tutto, uccidere senza uccidere. E allo stesso tempo la certezza assoluta che si possa superare questo buio attraverso il recupero di un vero interesse verso il prossimo. È la guerra la grande notte di Napoli milionaria! una tragedia così pervasiva da essere presente nelle vita di chi l’ha vissuta, anche quando i combattimenti non ci sono più. E lo fa nelle maniere più inaspettate. Come quando Amalia crede che per restare in vita si debba necessariamente taglieggiare il prossimo. A partire dall’uomo che invece poi salverà la vita alla figlia.
La commedia umana
Napoli milionaria! vide la luce nel 1945 per un’intuizione di Eduardo che affacciandosi al balcone di casa sua vide la città devastata dalla guerra e imbastì tutto d’un fiato la storia di Jovine. Gennaro Jovine è l’uomo eduardiano per eccellenza: mite, saggio, indagatore dell’animo. Uno che non fa sconti in primis a sé stesso e che gli altri fanno sentire superfluo. In molti lo invitano a non farsi più problemi per niente. In fondo è tornato sano e salvo a casa, di cosa dovrebbe lamentarsi? Lo spaesamento di Jovine davanti a una famiglia che non riconosce più è l’inquietudine di un essere umano che non viene ascoltato, anzi viene ignorato.
In uno dei momenti più significativi di Napoli milionaria! il povero Gennaro tenta in tutti i modi di raccontare quello che gli è successo nell’anno di prigionia e nessuno vuole ascoltarlo. Perché il dolore va cacciato via. Ma senza possibilità di raccontarlo e condividerlo non ha più valore. Eduardo, grande conoscitore delle persone, ancor prima che drammaturgo, sa come pochi altri affondare le mani in questo magma che è l’essere umano, nei suoi chiaroscuri. Un esempio? Quando il ragionier Spasiano, quasi ridotto sul lastrico da Amalia, porta la penicillina che salverà Rituccia, l’atto di grande generosità diventa anche un gesto di feroce rivalsa nei confronti della sua carnefice.
Gallo e Scalera, coppia perfetta
L’alchimia c’è e l’abbiamo vista in Imma Tataranni, ma anche nella Filumena Marturano di Francesco Amato sempre su Rai 1: Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo hanno dato corpo e anima perfetti a Gennaro e Amalia Jovine, facendo risuonare le parole di Eduardo con incisività. In questo sono stati sostenuti da una regia capace di far risaltare gli spazi angusti delle ambientazioni, illuminate con pochissimi tocchi di luce. Le quattro mura di casa Jovine, i vicoli, diventano nella messa in scena di Miniero (in questo caso il termine è appropriato) delle gabbie da cui nessuno sa scappare, perfino vedendo l’uscita. Nel complesso quindi, la Napoli milionaria! di Luca Miniero è un film televisivo che rende al meglio la pièce di Eduardo. Che continuerà ancora per tanti anni a venire quel meraviglioso racconto sulla tragedia di una guerra che non finisce mai.
La recensione in breve
La Napoli milionaria! di Luca Miniero è un adattamento fedele del classico di Eduardo, con due protagonisti affiatati, come Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo, bravissimi a rendere i chiaroscuri dei loro personaggi. Un racconto vivido ancora oggi. Perché le grandi storie che parlano di esseri umani con tale grazia (e ferocia) non hanno scadenza.
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