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Home » Film » Recensioni film » Nido di vipere, recensione: un’irresistibile commedia noir

Nido di vipere, recensione: un’irresistibile commedia noir

La recensione di Nido di Vipere, debutto alla regia del sudcoreano Kim Yong-hoon e adattamento del romanzo del giapponese Sone Keisuke.
Alessio ZuccariDi Alessio Zuccari15 Settembre 20224 min lettura
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nido di vipere cover
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Il film: Nido di vipere, 2020. Regia di: Kim Yong-hoon. Cast: Jeon Do-yeon, Jung Woo-sung, Bae Sung-Woo. Genere: Thriller. durata: 108 minuti. Dove l’abbiamo visto: anteprima stampa, in versione originale.

Trama: Attorno a una valigia piena di denaro si sviluppa una fitta trama di volti e aspirazioni. C’è chi sogna la libertà, chi di diventare ricco, chi una vita migliore. Ma gli eventi sono inevitabilmente destinati a collassare su se stessi.


Di mezzo ci sono una valigia piena di soldi, una giostra di individui singolari e poco raccomandabili, una escalation degli eventi che vortica fino a convergere a un inevitabile epilogo. Nella nostra recensione di Nido di vipere (in originale Beasts Clawing at Straws) andremo a parlare del debutto alla regia del sudcoreano Kim Yong-hoon, che adatta il romanzo del giapponese Sone Keisuke, neo-noir notturno e tutto neon che compatta assieme i toni feroci e spietati della malavita al grottesco di una serie di fortuiti eventi.

Al centro, appunto, c’è questa borsa carica di denaro che fa da motore degli eventi, MacGuffin per eccellenza che fa sua la tradizione eccellente dell’eccesso tarantiniano di Pulp Fiction e l’aspra novella del caos di Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.

La trama di un film a incastro

nido di vipere immagine

Diviso in capitoli che alternano, cambiano, confondono le traiettorie del racconto, Nido di vipere mette assieme le vicende di un morigerato inserviente (Bae Seong-woo), una magnetica femme fatale (Jeon Do-yeon) e un truffaldino doganiere (Jung Woo-sung) alle prese con un malvivente che continua a girare a vuoto (Jung Man-sik). Alcuni si conoscono, altri no, ma è chiaro come quei mazzetti di banconote facciano gola a troppe persone per non causare problemi più grandi di quanto questi individui possano controllare.

Inizialmente giocato su un interesse che è quello di mescolare le carte in gioco sovrapponendo il prima al dopo, il film di Kim Yong-hoon si prende il suo tempo (dura poco più di un’ora e quaranta) per allinearsi, mentre intanto rovescia assurde peripezie addosso ai propri personaggi. Tra omicidi, apparizioni di personaggi ai limiti del surreale, scambi di persona e un continuo scartare di lato, Nido di vipere incede in avanti mentre affida alla sua spirale di delirio incontrollato il compito di rovesciare la medaglia sino a toccare i bordi di una commedia amara e a tratti irresistibile.

I personaggi: un film attento e spassoso sui caratteri

nido di vipere, una scena

Gran parte del lavoro è fatto sulla costruzione dei caratteri, su un accento posto ai personaggi che non sconfinano mai apertamente nella barzelletta ma ai quali, dal primo all’ultimo, è affidata una ciglia in più, un minimo passaggio che ne determina i toni più o meno grotteschi. Su tutti la mefistofelica Yeon-hee di Jeon Do-yeon, in qualche maniera vero punto di raccordo tra le varie linee della storia, calibrata al millimetro nel suo farne una scheggia impazzita e mai prevedibile.

Certo, il lavoro di Kim Yong-hoon non pare mai davvero uscire fuori da quello steccato del genere di cui fa ampia esperienza, mutuando l’assurdo sopra le righe di Tarantino all’inevitabilità dei Coen con un ritmo particolarmente compassato che latita, magari, di una punta di brio in più.

Godibile, preciso, spietato

nido di vipere, una scena

Ma quando si fa una cosa e la si fa bene il problema diventa relativo. Perché se è vero che Nido di vipere non batte strade che non siano già state tracciate, è altrettanto vero che lo fa con consapevolezza, con attenzione agli scambi e cura nel far convergere ogni tassello al proprio posto.

Colloca bene i suoi riferimenti interni (pensiamo a come ritorna il pacchetto di Lucky Strike) e demarca nettamente i personaggi che vuole punire o premiare, mantenendo uniti lo spietato dell’umano all’insondabile fatalità che governa gli incastri della vita. Nido di vipere è un film che è tutto un piacere, composto, molto godibile e con le idee chiare su quello che gli piace fare. Che alla fine non è poco.

La recensione in breve

7.0 Spassoso

Arriva da quella fucina di ottimo cinema che è la Corea del Sud un film divertente e spietato come Nido di Vipere, girandola di personaggi ai limiti del grottesco accomunati dalla caccia a una borsa piena di soldi. Il regista e sceneggiatore Kim Yong-hoon realizza un vortice dell'assurdo che non reinventa nulla ma usa ottimamente i propri strumenti.

  • Voto CinemaSerieTV 7
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