Il film: Non volere volare, 2023. Regia: Hafsteinn Gunnar Sigurðsson. Cast: Lydia Leonard, Timothy Spall, Sverrir Gudnason, Ella Rumpf, Simon Manyonda. Genere: Commedia. Durata: 97 minuti. Dove l’abbiamo visto: Anteprima stampa.
Trama: Avete paura di volare? L’arrivo di una turbolenza vi fa prospettare scenari apocalittici e una fine terribile? Niente timore. Per superare questa condizione è possibile affidarsi all’agenzia Viaggiatori impavidi. Qui, infatti, vengono organizzati corsi per sconfiggere ogni timore e vivere con fiducia la leggerezza di un viaggio aereo. Almeno questo è il messaggio promozionale che induce quattro aspiranti viaggiatori, una donna in carriera, una fashion influencer, il suo goffo fidanzato e un veterano di guerra ancora piuttosto combattivo, ad affidarsi al programma per risolvere finalmente il problema. Inutile dire, però, che nulla andrà come stabilito, iniziando proprio dal volo e per finire con una imprevista bufera di neve.
A chi è consigliato? A tutti coloro che amano l’umorismo nordico privo di filtri e senza l’esigenza di seguire il politicamente corretto. Il film, però, è importante anche per chi ha paura di volare. Magari il terrore non passa ma s’impara a ridere dei propri limiti.
Ad un anno dalla sua uscita nelle sale islandesi, Non volere volare, arriva anche in Italia per invitare, con i toni di una commedia surreale, a superare i propri limiti e a non avere timore della paura. L’esordio alla regia dello sceneggiatore Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, infatti, utilizza uno dei timori più comuni ed inconfessati, come l’idiosincrasia al volo, per addentrarsi in un’analisi più ampia di come, spesso, ci si pone volontariamente dei limite per non mettersi alla prova ed accettare il rischio, inteso in senso assolutamente ampio.
Da questo punto di vista, dunque, la paura di volare non è altro che l’espressione evidente e manifesta di problematiche ben più profonde che vanno a definire le personalità di quattro “non viaggiatori” volontari. Il loro scopo, ovviamente, è quello di riflettere le idiosincrasie di un mondo moderno, dove l’ansia prende il sopravvento e diventa l’elemento di comunione e riconoscibilità tra finzione narrativa e realtà. Andiamo a vedere più nel dettaglio alcuni elementi interessanti ne la recensione di Non volere volare.
Viaggiatori sull’orlo di di una crisi di nervi
![Non volere volare](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/NONVOLEREVOLARE-scaled.jpg)
Non tutte le persone sono fatte per viaggiare, allontanarsi dalle loro zone di comfort e accettare il rischio dell’imprevisto. Tra queste ci sono sicuramente Sarah, Edward , Coco e Alfons. La prima è un’imprenditrice edile e deve recarsi a Capo Verde con il fidanzato Tom e la figlia Olivia. Edward, invece, è uno scrittore con un passato nelle Falkland che, ovviamente, tende a riaffiorare in alcune paranoie. Accanto a loro, poi, ci sono la giovane influencer Coco, che costringe il suo fidanzato Alfons a rendere filmabile e pubblicabile ogni istante delle loro vite. Tutti loro, nonostante , vite ed esigenze diverse, sono accomunati da un fattore univoco: la paura di volare. Per questo motivo hanno deciso di prendere parte ad un corso il cui scopo è insegnare a mantenere sotto controllo ansie e timori per cercare di superare questo limite.
Ultima prova da affrontare, però, è proprio un volo di andate e ritorno in giornata verso l’Islanda. A guidarli è un impreparato Charles, addetto dell’agenzia londinese Viaggiatori Intrepidi. Ovviamente niente è destinato ad andare come era stato programmato, iniziando proprio dal volo di andata dall’Inghilterra verso l’Islanda. Nulla, però, a confronto con quanto accade successivamente. I quattro passeggeri e il loro accompagnatore, infatti, rimangono bloccati nei ghiacci islandesi a causa di una tormenta che non permette loro di tornare a a casa. Una condizione che non fa che aumentare nervosismo e reazioni sconclusionate ma che rappresenta anche un’occasione importante per comprendere fino a dove possono arrivare le debolezze personali ed il desiderio di diventare, finalmente, personaggi compiuti all’interno delle proprie vite.
Non è la destinazione ma è il volo che conta
![Non volere volare](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/NONVOLEREVOLARE-1-scaled.jpg)
Poco prima di salire sull’aereo per la prova finale, i quattro spaesati viaggiatori ricevono questa frase come incoraggiamento per affrontare le proprie resistenze. Ovviamente si tratta dell’interpretazione della ben più nota “non conta la meta ma il viaggio”. Un modo efficace, comunque, per anticipare, consapevolmente o meno, quanto sta per accadere. Il volo e la sua conduzione disastrosa sono, infatti, l’emblema del modo in cui tutti loro tendono ad affrontare la vita e gli inconvenienti che la contraddistinguono.
Utilizzando l’escamotage narrativo di una semplice turbolenza, dunque, il regista ridefinisce il concetto stesso di emergenza. Così, tra chi razionalizza, cerca di mantenere sotto controllo le proprie emozioni o decide di esplicitare tutto il proprio malessere, si entra a contatto con un compendio ben composito di malesseri e atteggiamenti umani. Gli stessi in cui ogni spettatore può tranquillamente riflettere il proprio profilo senza, però, sentire su di se nessun tipo di giudizio. In questo senso, infatti, Hafsteinn Gunnar Sigurðsson dimostra per i proprio protagonisti una sostanziale pietas che lo porta ad utilizzare il tono dell’ironia e dell’humor più nero per alleggerire e andare a sdrammatizzare il tutto.
Instabilità e nervosismo
![Non volere volare](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/04/NONVOLEREVOLARE-3.jpg)
Questi due stati d’animo coinvolgono i quattro personaggi per gran parte del film ma, al tempo stesso vanno a definire la narrazione e la realizzazione della storia, sia in senso positivo che in negativo. Fin dalle prima battute, infatti, si percepisce immediatamente uno stile del racconto “nervoso” e non sarebbe potuto essere altrimenti, visto l’evoluzione emotiva cercata. In questo senso, dunque, la tensione va a definire in modo compiuto e omogeneo il film.
Almeno fino a quando non sfocia in una sorta di casualità e instabilità. Il regista, infatti, crea un percorso composto da eventi improvvisi e imprevedibili come la tormenta di neve, la perturbazione e la corsa in taxi grazie ai quale costruire l’apparato comico ma, al tempo stesso, imponendo una ritmica non lineare in cui un personaggio si sovrappone all’altro, deviando sempre la strada che sembrava essere tracciata. Una scelta ben precisa che garantisce dinamicità ma, al tempo stesso, una sorta di confusione e la sensazione che, dal punto di vista narrativo, si tenda a perdere spesso il punto focale o il tema principale. Sempre che ce ne sia uno.
La recensione in breve
L'esordio alla regia di Hafsteinn Gunnar Sigurðsson dimostra come l'ambito creativo nordico sia particolarmente interessante. In questo caso l'elemento essenziale è l'utilizzo di un umorismo assolutamente nero, apparentemente privo di comprensione nei confronti delle debolezze umane. Lo stesso, però, che conferisce ritmo alla narrazione e che destrina l'elemento essenziale per iniziare a ridere delle umane imperfezioni.
Pro
- L'utilizzo della paura di volare come base per raccontare l'imprevedibilità della natura umana
- Il racconto corale
- L'umorismo nero utilizzato per gran parte del film
Contro
- Una struttura narrativa poco lineare
- La tendenza a non approfondire troppo i personaggi
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Voto CinemaSerieTV