Il film: Normale, 2023. Regia: Olivier Babinet. Cast: Justine Lacroix, Benoît Poelvoorde, Joseph Rozé. Genere: Drammatico, commedia . Durata: 87 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema.
Trama: La vita della giovane Lucie, presa tra l’accudire il padre affetto da sclerosi multipla e la scrittura, che le permette di trasfigurare la realtà tramite un grande talento visionario.
Un serial killer campione di golf sistema un occhio umano, grondante sangue e filamenti vari, sull’apposito supporto per fare un lancio con la sua mazza preferita. Si concentra per un attimo, alza l’attrezzo con gesto studiato e tira. No, non si tratta dell’incipit del nuovo horror della Blumhouse, bensì dello spiazzante attacco di un film che parla di sclerosi multipla e del tenero rapporto tra un padre malato e una figlia premurosa. Stiamo parlando dell’ultimo film di Olivier Babinet, vincitore del Giffoni Film Festival 2023, da oggi nelle sale italiane, che prende di petto un tema difficile e, di sicuro, respingente per le masse, declinandolo però con originalità, fantasia e leggerezza. Parleremo dunque di un coming of age molto particolare in questa nostra recensione di Normale, film che diverte e commuove senza le trappole della retorica.
La trama: tra malattia e fantasia
In uno sperduto paesino francese, la quindicenne Lucie (un’ottima Justine Lacroix), già orfana di madre, si prende cura del padre (un perfetto e perennemente stupito Benoît Poelvoorde) che è affetto da sclerosi multipla. Eppure la ragazza si sforza di condurre una vita normale, tra la scuola, il lavoro part-time in panetteria e, soprattutto, la scrittura di un romanzo autobiografico fantastico, spesso a tinte horror, il cui gusto ha mutuato dal padre. La sua fervida inventiva le permette anche di creare storie incredibili per giustificare le sue mancanze a scuola. Sarà proprio un’insegnante preoccupata dello scarso rendimento di Lucie a mandare un assistente sociale per rendersi conto della situazione. Per evitare di essere separata dal padre e venire mandata in qualche centro di accoglienza, o casa-famiglia, Lucie cercherà di dare l’illusione di una vita normale. Nel frattempo un possibile amore, nelle vesti di un affascinante compagno di scuola, sembra affacciarsi nella vita di Lucie.
La passione horror che unisce
Il prorompente incipit di cui abbiamo parlato, come intuibile, nasce dalla penna e dalla fantasia di Lucie, che vediamo aprire il suo diario, chiuso con un lucchetto come si faceva a scuola, in cui incide le sue storie. È infatti proprio questo il canale di comunicazione prediletto tra la ragazza e lo scapestrato padre, sorta di ex-hippie fuori tempo massimo, ragazzo non cresciuto che si nutre di videogiochi e cinema horror (a tema zombie), sempre in cerca di erba da fumare. Intendiamoci, non vogliamo insinuare che un adulto non possa essere fan di George Romero, tutt’altro. Infatti è proprio in questo humus culturale che è cresciuto il talento di Lucie nella scrittura e nell’inventare le storie più incredibili e suggestive, che non esita a raccontare all’insegnante come alibi per non aver fatto i compiti.
Ritmo e inventiva
È tramite la chiave del genere horror, o comunque fantastico, che il film di Babinet trascina gli spettatori per ritmo e visionarietà, a dispetto di un tema drammatico e potenzialmente a rischio di lacrime facili. Invece, complice l’utilizzo di musiche punk-rock e pop che Lucie ascolta in cuffia e che accompagnano le sue corse tra casa e scuola, l’originalità e la profondità di personaggi non conciliati, nonché una sceneggiatura che corre via grazie a dialoghi scoppiettanti, schietti e, oseremmo dire, gustosamente ‘scorretti’, Normale appassiona, diverte e fa riflettere, scartando ampiamente i meccanismi narrativi della retorica del dolore.
Il modo in cui le visioni di Lucie si insinuano nel reale, anche quando la malattia del padre si aggrava, sono davvero efficaci ed evocative, rimandando ad un immaginario di genere che molti conoscono e mano. Non si avverte neanche la provenienza teatrale della sceneggiatura (scritta dal regista in collaborazione con Juliette Sales e Fabien Suarez), basata sulla pièce Monster in the Hall di David Greig, proprio grazie all’abilità di Babinet di utilizzare sapientemente il mezzo cinematografico. La voce narrante di Julie fornisce tra l’altro un controcanto ironico e sagace agli eventi senza essere ingombrante.
Bulli e supereroi
L’elemento romantico costituito dall’amicizia con Etienne, un compagno di scuola bullizzato perché dagli atteggiamenti gay (avere gusto nel vestire e nella moda sarebbe indizio di omosessualità secondo i bulletti), non è buttato via così ma rientra organicamente nel romanzo di formazione di Lucie che, anche lei non popolare a scuola, trova qualcuno di affine con cui fare amicizia e forse sognare l’amore. Non è un caso che in una bellissima ripresa l’affascinante Ethienne venga inquadrato appollaiato su un traliccio della luce al tramonto mentre la macchina da presa si allontana con uno spettacolare movimento, a sottolineare lo sguardo di Lucie che vede il ragazzo quasi come un super-eroe che veglia su di lei. Sebbene in questo caso non siamo all’interno di un racconto di Lucie, è la realtà ad essere comunque informata e influenzata dal suo modo di vedere le cose. Tutto questo senza scadere toni ingenui e gratuitamente favolistici. Esilaranti infine i tentativi della ragazza di simulare la normalità del titolo davanti all’assistente sociale, proprio quando la situazione di salute del padre precipita ulteriormente.
Consigliamo infine di non farsi scoraggiare dal tema forte, visto che Babinet riesce ad evitare qualunque forma di pietismo o di retorica emotivamente ricattatoria, costruendo una storia deliziosa e al tempo stesso dura, romantica e spiazzante, divertente e dolorosa, senza peli sulla lingua, eticamente indirizzata su saldi binari.
La recensione in breve
Normale trascina, diverte e commuove senza retorica, trattando un tema difficile come quello della sclerosi multipla e del rapporto padre-figlia, con le armi della narrazione visionaria e del racconto schietto e ironico.
- Voto CinemaSerieTV