Il film: Now You See Me 2, 2016. Regia: John M. Chu. Cast: Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Lizzy Caplan, Dave Franco, Mark Ruffalo, Daniel Radcliffe, Sanaa Lathan, Michael Caine, Morgan Freeman.
Genere: drammatico, thriller. Durata: 129 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: I Quattro Cavalieri ritornano, costretti a lavorare per un avversario che potrebbe distruggerli tutti professionalmente e umanamente.
Dopo il successo del capostipite, era inevitabile un sequel, che lo sceneggiatore Ed Solomon, continuando il gioco di parole nel titolo del primo capitolo, voleva chiamare Now You Don’t. Così non è stato, e la banale semplificazione fa parte di ciò di cui parleremo in questa recensione di Now You See Me 2.
La trama: vendetta, magica vendetta
18 mesi dopo aver sconfitto Arthur Tressler, i Quattro Cavalieri – Daniel, Merritt, Jack e la nuova recluta Lula May, che ha preso il posto di Henley – vengono incaricati di smascherare Owen Case, un imprenditore il cui nuovo prodotto violerebbe la privacy su scala globale. Mentre sembra che tutto sia andato a buon fine, il loro annuncio pubblico delle malefatte di Case viene interrotto da una voce misteriosa che svela la resurrezione di Jack e il fatto che Dylan Rhodes è il leader del gruppo. Braccati dall’FBI, si ritrovano catturati da Walter Mabry, che gli impone di portare a termine un colpo per lui. E non è l’unico ad avercela con il quartetto: Thaddeus Bradley, incastrato ai tempi da Dylan, sta tramando qualcosa pur essendo in prigione…
Il cast: nuove reclute di prestigio
Ritorna quasi tutto il cast principale di Now You See Me – I maghi del crimine: Jesse Eisenberg, Woody Harrelson (questa volta nel doppio ruolo di Merritt e del suo gemello disonesto), Dave Franco, Mark Ruffalo, Michael Caine e Morgan Freeman. Assente giustificata Isla Fisher, che ha dovuto rinunciare al sequel perché incinta ed è quindi stata sostituita da Lizzy Caplan che interpreta la nuova arrivata Lula. L’altro nuovo ingresso di prestigio, nel ruolo del perfido Walter, è un gigioneggiante Daniel Radcliffe, deliziosamente sopra le righe nei panni del villain dopo essere stato il mago buono Harry Potter per dieci anni, mentre Sanaa Lathan è l’agente incaricata di arrestare Rhodes e i Cavalieri.
Il piacere di essere il cattivo
Dopo aver smesso i panni del maghetto creato da J.K. Rowling, Daniel Radcliffe si è progressivamente reinventato come interprete versatile e caratterista d’eccezione, allontanandosi dal mondo di Hogwarts con la gioiosa consapevolezza che, complici le royalties che continuerà a ricevere vita natural durante grazie al franchise, può permettersi di scegliere qualsiasi progetto senza preoccuparsi del suo potenziale commerciale (per contestualizzare, nello stesso anno di questo film ha recitato in Swiss Army Man, dove interpreta un cadavere affetto da meteorismo costante). Ed è palese quanto si sia divertito in questa sede, con fare decisamente autoironico (Walter dice di essersi cimentato con la magia anni addietro), dando al secondo episodi delle avventure dei Quattro Cavalieri una necessaria dose di humour e carisma che altrove latita.
Tutto troppo prevedibile
Eh già, perché al netto del valore aggiunto di Radcliffe (e di Lizzy Caplan, la cui verve comica è imbattibile), il sequel è decisamente un passo indietro, vuoi per il passaggio di consegne in cabina di regia (John M. Chu non ha la stessa personalità di Louis Leterrier, e si nota una certa svogliatezza), vuoi per un copione che sostanzialmente ripropone, ma senza la stessa energia, le peripezie del capostipite, sfiorando l’autoparodia a colpi di rivelazioni e retcon di vario genere. Forse anche per questo il più volte annunciato terzo capitolo si sta facendo attendere, perché ci vorrà un po’ di impegno prima che questi personaggi tornino a sorprenderci in positivo come fecero nel 2013.
La recensione in breve
Il carisma degli interpreti non basta a rendere particolarmente memorabile questo sequel che ricicla le peripezie del capostipite senza veri guizzi di creatività.
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Voto CinemaSerieTV