Il film: Oceania 2, 2024. Diretto da: David G. Derrick Jr., Jason Hand, Dana Ledoux Miller. Genere: Animazione. Cast: Emanuela Ionica, Chiara Grispo, Fabrizio Vidale, Angela Finocchiaro, Giorgia. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima stampa, doppiato in lingua italiana.
Trama: Vaiana, ormai adulta, salpa insieme a Maui e al suo nuovo equipaggio per rispondere all’inaspettata convocazione da parte dei suoi antenati naviganti ed esploratori. La chiamata li porta verso i mari remoti dell’Oceania e verso acque pericolose e perdute da tempo.
A chi è consigliato? A chi ha amato alla follia il primo capitolo di ben otto anni fa e a chi, nel tempo, è rimasto affezionato ai personaggi del classico Disney in animazione digitale. Il sequel in arrivo nelle sale italiane è bensì consigliato a chi proprio non può farne a meno con tutto ciò che è targato Disney, ovviamente.
Sono passati ben otto anni da quando le sale cinematografiche di tutto il mondo presentavano ad un pubblico di grandi e piccini il classico Disney Oceania. Sbarcato al cinema alla fine del 2016, fu tra i titoli della Casa di Topolino di maggiore successo di pubblico e di critica post-Frozen, quest’ultimo vero e proprio spartiacque artistico e finanziario per la major hollywoodiana che fino a quel momento era in decisa crisi di idee. Abbellito da un tappeto musicale di tutto rispetto composto da Lin-Manuel Miranda ed ispirato a canti e suoni polinesiani, Oceania fu un successo più che discreto, che negli anni successivi ha portato ad un certo numero di accoliti e aficionados.
Così, a meno di dieci anni di distanza, arriva al cinema il sequel. Nella nostra recensione di Oceania 2 vi racconteremo di cosa parla l’atteso film d’animazione in uscita nei nostri migliori cinema a partire da mercoledì 27 novembre con The Walt Disney Company Italia, quali sono i suoi obiettivi e le sue ambizioni e perché, a conti fatti, è forse un secondo capitolo molto meno efficace del grande classico del 2016, purtroppo.
Di cosa parla Oceania 2?
Tre anni dopo gli eventi del primo film, Vaiana (Aul’ih Cravalho, in lingua originale) riceve una chiamata inaspettata dai suoi antenati naviganti e forma un nuovo equipaggio per salpare verso acque inesplorate, riunendosi con il suo amico di sempre, l’irresistibile semidio Maui (Dwayne “The Rock” Johnson). Mentre Vaiana e tutto il suo equipaggio viaggia verso i mari lontani dell’Oceania per rompere la maledizione che il dio Nalo ha gettato sulla leggendaria isola nascosta di Motufetu che un tempo collegava tutte le tribù dell’oceano, affronteranno vecchi e nuovi nemici, tra cui i Kakamora e l’ambigua dea degli inferi Matangi. Una nuova, incredibile avventura targata Disney che arriva nelle nostre sale da mercoledì 27 novembre.
Cambio di regia per quello che nel 2016 fu un progetto affidato nelle buone mani della regia in tandem di John Musker e Ron Clements, aiutati da Don Hall e Chris Williams. Adesso, i due registi di capolavori disneyiani quali Aladdin e La sirenetta, cedono il posto ad un team dietro la macchina da presa di debuttanti alla regia formata da David G. Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller, su sceneggiatura originale curata da Jared Bush (lo stesso screenwriter dietro al successo del primo capitolo) e Dana Ledoux Miller. Che svolge un lavoro di certo competente e adeguato, ma che mostra tutte le crepe di un sequel che non ha affatto le sue radici nel mondo della grande sala.
Dalla tv al grande schermo
Inizialmente, Oceania 2 era un progetto esclusivamente previsto e realizzato per il piccolo schermo, tanto che le nuove avventure di Vaiana e Maui avrebbero dovuto vedere la luce come serie televisiva con debutto annesso sulla piattaforma di streaming di Disney+; successivamente, si è tuttavia deciso di propendere per una riduzione cinematografica prevista per la fine del 2024. E la radice tutta televisiva di Oceania 2, purtroppo, si sente eccome. A parire dalla sceneggiatura che, nonostante regali momenti rocamboleschi e concitati, non è all’altezza delle idee e dell’irresistibile forza del capostipite del 2016; difatti, laddove Oceania presentava al suo amplissimo pubblico una Polinesia raggiante colorata tra mitologie e canzoni originali oggi entrate di diritto nel pantheon delle musiche Disney, il sequel diretto da David G. Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller percorre strade già battute alla ricerca del successo facile.
Eppure c’è l’altro lato della medaglia. Perché laddove Casa Disney voglia fare legittimamente cassa finanziaria con progetti “sicuri” ed usati garantiti per tentare di arginare la retrocessione artistica e produttiva dei suoi ultimi decenni, al contempo da alcuni anni a questa parte propina al suo pubblico di riferimento eventi cinematografici “natalizi” non all’altezza dei veri desideri di un pool di spettatori oramai sempre più contenutisticamente fluidi ed eterogenei, fin troppo ammaliati (ed abituati) ai corsi e ricorsi della serialità televisiva e del surplus iper-sensoriale degli immensi cataloghi delle piattaforme di streaming, dove oggi come oggi si trova di tutto e subito.
Un sequel riuscito a metà
Quello che la Walt Disney Company sembra quindi non voler recepire nemmeno con Oceania 2 è che il pubblico sta cambiando rapidamente ed inesorabilmente, anche quello più piccino che a conti fatti dovrebbe rappresentare la frangia meno esigente e più recettiva. Ne sono segno evidente i deludenti incassi e lo scarso traino nell’immaginario collettivo degl ultimi sforzi della Casa di Topolino, non ultimi Wish e Strange World. Il sequel in uscita nelle nostre sale a fine novembre 2024 segue purtroppo una prevedibile scia di progetti utili esclusivamente nel “tenere a galla” la baracca di un sistema produttivo e di idee, quello all’interno di Disney, che sembra proprio non saper più che pesci pigliare per tornare ai fasti (e a gli incassi iperbolici) di classici quali Frozen e lo stesso Oceania di Musker e Clements.
Ad “affondare” le potenzialità di questo sequel (che brutto per sé di certo non è affatto) è anche la mancanza di Lin-Manual Miranda, che aveva firmato i testi delle canzoni più celebri ed orecchiabili del primo capitolo di otto anni fa; rimpiazzato dal duo formato da Abigail Barlow ed Emily Bear, il seguito cinematografico ancora ambientato in Polinesia non morde e non lascia il segno nemmeno in quel comparto, lo stesso che invece aveva fatto per la maggior parte il successo irresistibile della pellicola animata diretta da John Musker e Ron Clements. Difficile veramente canticchiare e fischiettare le nuove canzoni di zecca di Oceania 2 ore e giorni dopo averlo visto, in quanto tappeto musicale privo di freschezza e verace voglia di rivoluzionare (almeno in parte) storie, narrazioni, obiettivi e target produttivi ed artistici.
Ricorderemo in futuro Oceania 2?
Certo, Oceania 2 è nonostante tutto ancora una gioia per gli occhi e un’avventura decisamente più dinamica e rocambolesca del capitolo precedente, eppure qualcosa sembra proprio non tornare. Mancanza di idee in casa di Mickey Mouse? Sta di fatto che non ricorderemo ancora a lungo questo sequel animato precedentemente destinato al mondo della serialità, né ne continueremo a tessere le lodi nei decenni a venire. E la prospettiva per la quale prossimamente arriverà nelle sale di tutto il mondo il live-action di Oceania sembra ulterioremente confermare lo stato delle cose all’interno di una major hollywoodiana in profonda crisi etica e professionale.
Insomma, in definitiva (e ad otto anni di distanza dal primo capitolo), Oceania 2 è il sequel Disney che purtroppo ti aspetti; progetto nato inizialmente come prodotto seriale destinato al catalogo di Disney+, mostra tutti i segni di una riduzione per il grande schermo che ha il sapore di stringente crisi di idee. Lungi di certo dall’essere un brutto lungometraggio d’animazione di per sé, è tuttavia un secondo capitolo francamente dimenticabile di cui forse negli anni a venire, non sentiremo particolarmente parlare.
La recensione in breve
Ad otto anni di distanza dal primo capitolo, Oceania 2 è il sequel Disney che (purtroppo) ti aspetti. Progetto nato inizialmente come prodotto seriale destinato a Disney+, mostra tutti i segni di una riduzione per il grande schermo che ha il sapore di stringente crisi di idee. Lungi dall'essere un brutto lungometraggio d'animazione, è tuttavia un secondo capitolo francamente dimenticabile.
Pro
- L'animazione digitale rimane sempre ai massimi livelli
- Il connubio tra musiche e personaggi è ancora vincente
- I nostalgici del primo capitolo verranno tuttavia soddisfatti
Contro
- Le musiche, meno orecchiabili, non sono più composte da Lin-Manule Miranda
- La trama del sequel è decisamente più esile e meno incisiva
- I nuovi personaggi introdotti non sfondano in popolarità
- Voto CinemaSerieTV