Il film: Old Dads, 2023. Regia: Bill Burr. Genere: Commedia. Cast: Bill Burr, Bobby Cannavale, Bokeem Woodbine. Durata: 144 minuti. Dove l’abbiamo visto: Netflix.
Trama: Quando un padre di mezza età e i suoi due migliori amici vendono la loro azienda a un millennial, si ritrovano presto spaesati e a dover navigare in un mondo in continua evoluzione, fatto di cultura, carriera e genitorialità.
Quanto può essere difficile la vita di oggi per tre amici che non riescono a capire il senso del politicamente corretto? Alla domanda risponde la commedia di Bill Burr, Old Dads (vecchi papà) che racconta in maniera molto leggera le sfide che tre padri di famiglia sui generis, amici di vecchia data e colleghi di business, devono affrontare in una società che punta all’inclusività. Il risultato di questo esordio cinematografico, però, è piuttosto discontinuo come vedremo nella nostra recensione di Old Dads. I graffi alla società americana ci sono e sono ben assestati, ma senza ordine e col respiro a volte molto corto.
La trama: aiuto sono un boomer!
Jack e i suoi due più cari amici condividono molte cose. Sono diventati padri in età avanzata (con tutto quello che ne consegue), hanno fondato un’azienda che commercia magliette sportive vintage e l’hanno ceduta, restando comunque a lavorarci. Il loro è un legame profondo che coinvolge le rispettive famiglie e che, tra alti e bassi, è una solida certezza nelle loro vite. Soddisfatto degli obiettivi raggiunti, Jack ha una moglie che ama, Leah, e un figlio che adora, Nate. Proprio il piccolo di casa diventa, suo malgrado, pomo della discordia.
Leah, infatti, vorrebbe iscriverlo a un’importante scuola privata, ma per farlo deve superare indenne l’asilo, guidato dalla dispotica Judy, una preside che dietro il suo aspetto zen, nasconde più di una magagna. Per Jack, orgoglioso relitto degli anni ’80, è incomprensibile anche il solo desiderio di entrare in contatto con quell’universo politicamente correttissimo, da cui sono bandite battute sessiste e razziste. Quando l’uomo e i suoi amici, scoperti a chiacchierare in maniera colorita, perdono il posto di lavoro, Jack si trova a un bivio. Come farà a non deludere sua moglie, in attesa di un’altra figlia, e nel contempo a rimanere fedele a sé stesso?
Made in 80’s
La parola chiave di Old Dads è appunto l’aggettivo “vecchi”. Tutto nell’esordio dietro alla macchina da presa dello stand up comedian Bill Burr parla dell’incapacità, per i vecchi, a incastrarsi nei meccanismi della nuova società contemporanea. Quante volte ci è capitato di ascoltare frasi come “Ma allora non si può dire più niente!”, riferita a battute scorrette rivolte verso etnie diverse, minoranze e via del genere. Ecco, Burr, che della comicità ruvida ha fatto una bandiera artistica (come sempre, dai tempi di Lenny Bruce), prova a capire non tanto perché si sia arrivati a questa “impossibilità” a essere sinceri. Quanto come fare a sopravvivere in un mondo che ci vorrebbe tutti disgustosamente gentili. E in effetti sorridiamo tanto quanto descrive questa fauna assurda di genitori che in maniera improbabile millantano origini non caucasiche per dirsi antirazzisti. Eppure, il confine è sottile. Ridere ci certe manie, a volte inafferrabili, e sapere che certe battaglie ora siano più che condivisibili, è tema che necessità di equilibrio. E questo Burr non lo ha.
Un film senza un centro
Il problema più grande di Old Dads, quindi, è a nostro parere il fatto che non sappia quali pesci prendere. Mentre scorrono i minuti perdiamo il focus del film. Non riusciamo a capire, insomma, se sia l’amicizia, l’essere boomer, la paternità. I blocchi contrapposti, da un lato la triade dei protagonisti, dall’altra il mondo di oggi, sono rappresentati in maniera grossolana e con poche sfumature. E comunque immortalano sempre una fetta di società di privilegiati, ricchi e senza eccessive preoccupazioni. D’accordo, oggi ci si incaponisce sulla differenza tra svapare e fumare, ma non capiamo perché questo tema scandalizzi l’autore e quale “soluzione” proponga. Forse Burr non è riuscito a sviscerare l’argomento come avrebbe desiderato, frenando inconsciamente la sua carica sconveniente. Così facendo, però, risulta indeciso.
Le cose buone
Elencati i problemi di Old Dads, ci sono anche delle qualità in questo film. Prima fra tutte, la bravura di Burr a inserire il suo spirito da stand up comedian in una storia più ampia e con tante voci. Avrebbe potuto essere uno one man show espanso, invece la commedia, pur nella sua dispersività, è ben orchestrata. E le critiche verso un politicamente corretto piatto arrivano a destinazione. Con una cameo gustosissimo di Bruce Dern che interpreta un autista di Uber un po’ agée e decisamente cattivo che ha l’importante funzione di far rispecchiare Jack. Tutto sommato, Old Dads è una commedia piacevole, in cui riecheggiano tanti altri film del genere “cattivi ma con cuore”. Anche se poi si dimentica abbastanza in fretta.
La recensione in breve
Old Dads di Bill Burr promette di raccontare con cattiveria il mondo di oggi con le sue idiosincrasie, ma l'obiettivo viene centrato pochissime volte. La storia, pur divertente in qualche momento, non ha un centro narrativo preciso e resta confinata alla superficie. Un'occasione sprecata, visto il talento di Burr.
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