Il film: Operation Fortune (Operation Fortune: Ruse de Guerre), 2023. Regia: Guy Ritchie. Cast: Jason Statham, Aubrey Plaza, Josh Hartnett, Bugzy Malone, Eddie Marsan, Cary Elwes, Hugh Grant.
Genere: azione, spionaggio, commedia. Durata: 140 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in lingua originale.
Trama: Una spia inglese deve allearsi con un attore americano per portare a termine una missione particolarmente delicata.
È instancabile il regista britannico Guy Ritchie, che dopo una lunga parentesi in salsa hollywoodiana (due Sherlock Holmes, un King Arthur e il remake di Aladdin), e in attesa di tornare in quelle zone con il live-action di Hercules per la Disney, è tornato all’ovile con una sequela di commedie intrise di crime, azione e spionaggio, a cominciare da The Gentlemen che è stato uno dei lungometraggi-simbolo della pandemia per la strategia di distribuzione in certi mercati. Tra questi l’Italia, dov’è finito direttamente su Prime Video, esattamente come il successivo La furia di un uomo – Wrath of Man. E mentre si attendono notizie sui prossimi progetti, di cui uno che esce nelle sale americane la stessa settimana in cui il suo predecessore arriva sul piccolo schermo da noi, ecco che ci troviamo a parlare, tramite la nostra recensione di Operation Fortune, del terzo film consecutivo di Ritchie a saltare i cinema in territorio italico, optando in questo caso per un debutto su Sky Cinema.
La trama: questioni di performance
Un misterioso oggetto noto come “la Maniglia” è stato rubato, ed è ora a disposizione del miglior offerente, con un prezzo che si aggira attorno ai miliari di dollari. Nelle mani sbagliate potrebbe causare danni irreparabili, e così il governo inglese chiede a Nathan Jasmine di mettere su una squadra per recuperare il marchingegno. Lui si rivolge a Orson Fortune, brillante ma un po’ egocentrico agente segreto, e lo fa affiancare da Sarah Fidel e JJ Davies. La loro idea: coinvolgere nell’operazione l’attore Danny Francesco, una star i cui giorni di gloria sono ormai una cosa del passato, che ha la particolarità di essere il divo preferito di Greg Simmonds, il trafficante d’armi che sta negoziando la vendita della Maniglia. Una strategia a dir poco bislacca, perché se da un lato gli agenti sono abituati a recitare delle parti, dall’altro il dubbio è lecito: Danny ha ancora il talento necessario per restare nel personaggio e non farsi scoprire?
Il cast: Inghilterra vs. USA
Per la quinta volta diretto da Ritchie, Orson Fortune è un ruolo scritto su misura per Jason Statham, ruvido e simpatico in egual misura, e al suo fianco Aubrey Plaza è una vera forza della natura nei panni di Sarah, la classica presenza americana che dà un sapore internazionale agli intrighi molto inglesi del regista. Nathan ha il volto di Cary Elwes, divertito e divertente comprimario che sta soprattutto al telefono con il collega Eddie Marsan, e nei panni di JJ c’è il rapper Bugzy Malone, alla seconda collaborazione con Ritchie dopo The Gentlemen. Altro collaboratore abituale del cineasta, rigorosamente in veste di cattivo e assolutamente in sintonia con lo spirito leggero dell’operazione, è un viscido Hugh Grant, ed è da applauso un autoironico Josh Hartnett che si riscatta professionalmente interpretando un attore che deve fare la stessa cosa, allusione non tanto velata alla sua carriera un po’ anonima negli ultimi anni.
Ritchie e poveri
The Gentlemen era sostanzialmente una dichiarazione d’intenti, con Ritchie che tornava a casa e faceva a modo suo, firmando storie di gangster intrise di humour e violenza come piacciono a lui dopo un decennio di produzioni hollywoodiane dove era necessario regolarsi (basti pensare a Sherlock Holmes che, per questioni di target, è cocainomane solo tramite una sottile allusione), con tanto di sottotrama metacinematografica sul potenziale da grande schermo della malavita londinese che tanta fortuna ha portato al cineasta. Da quel punto di vista, il successivo La furia di un uomo – remake di un film francese – era quasi un incidente di percorso, con Operation Fortune che ritorna alle atmosfere sgangherate e ricicla spudoratamente alcune gag di due lungometraggi fa, quasi a voler sottolineare che Ritchie non ha più nulla da dimostrare e vuole solo divertirsi con gli amici di sempre. E al netto di qualche piccola scivolata di scrittura nella parte centrale, quando è evidente che si sta solo temporeggiando in vista di qualche sublime trovata action per il terzo atto, quel divertimento ha tutte le carte in regola per essere contagioso.
La recensione in breve
Guy Ritchie si diverte, prendendosi anche un po' in giro da solo, con l'ennesima variazione sui temi a lui tanto cari, con un cast in stato di grazia al servizio di un'avventura elementare ma efficace.
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Voto CinemaSerieTV