Il film: Pamela, a Love Story, 2023. Ryan White. Cast: Pamela Anderson, Tommy Lee. Genere: Documentario. Durata: 114 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix.
Trama: Pamela Anderson racconta la sua vita e la sua carriera soffermandosi sul trauma del sex tape rubato.
Dopo l’arrivo su Hulu (su Star di Disney+ qui da noi) della serie tv Pam & Tommy, dedicata al caso del sex tape rubato alla Anderson e all’allora consorte Tommy Lee, abbiamo sentito la necessità di risentire questa storia dalla prospettiva della sua protagonista. Come vedremo in questa recensione di Pamela, a Love Story, l’intenzione di Netflix con questo nuovo documentario è proprio questa, dare una voce a chi – forse fin dall’inizio della sua carriera nello show business – non l’aveva mai avuta. L’immagine di Pamela Anderson che abbiamo costruito negli anni come pubblico è offuscata dal suo ruolo come coniglietta di Playboy, come bagnina sexy in Baywatch, come femme fatale nel flop Barb Wire e, soprattutto, come involontaria interprete di un video osé in compagnia del marito, diventato velocemente virale. Nel docufilm prodotto dal colosso dello streaming a Pamela Anderson viene data la possibilità di raccontare la storia dal suo punto di vista, in un flusso di coscienza che parte dalla sua infanzia (e dai traumi subiti prima della notorietà) fino ai numerosi matrimoni falliti. Un punto nodale del suo racconto è proprio l’episodio della VHS rubata, come sia stata diffusa senza il suo consenso e senza che lei abbia mai voluto percepire un guadagno, e come sia stato raccontato nella serie tv Hulu, senza però coinvolgere lei e Tommy Lee nel progetto.
La trama del documentario, da Playboy a Broadway
Dalla sua proprietà affacciata su un lago, in Canada, Pamela Anderson ripercorre tutta la sua vita, aiutandosi con i video casalinghi accumulati negli anni, con le foto e soprattutto con i diari che ha tenuto e che l’hanno da sempre accompagnata. La donna ci racconta della sua infanzia, della problematica relazione tra i suoi genitori e degli abusi subiti in giovane età, e dell’ascesa alle luci della ribalta, prima localmente poi a livello internazionale, con le foto su Playboy. In tutti questi anni un elemento centrale è il suo rapporto con gli uomini – coi numerosi fidanzati e infine con il marito Tommy Lee – e la sua concezione fiabesca dell’amore. Il tono della prima parte del documentario Netflix è proprio quello di una favola, in cui Pamela è una sorta di ingenua principessa che fa le prime esperienze con la “terraferma” (l’attrice è cresciuta su un isolotto al largo delle coste canadesi), divertita e divertente nel raccontare esperienze che hanno del surreale e che, dal punto di vista di un altro “narratore”, acquisterebbero toni decisamente più dark.
Il sogno di un amore passionale e perfetto è il fil rouge dell’intera narrazione, Pamela non si scoraggia nemmeno dopo i primi divorzi e le accuse di violenza domestica a Tommy Lee. Di mariti ce ne saranno diversi, ma nessuno occuperà lo stesso posto nel suo cuore del primo grande amore, con cui è tutt’ora in buoni rapporti. La Pamela di oggi è ammantata di un’aurea di maturità e pace, dovuta anche alla relazione con i due figli adulti che le sono molto vicini, e che hanno qui la possibilità di raccontare la storia della madre dal loro punto di vista. A conclusione del catartico percorso intrapreso dall’attrice con questo documentario troviamo un’esperienza nuova, lo spettacolo Chicago di cui è stata la protagonista nel 2022 e che ha riscosso un discreto successo. Qualcosa che Pamela ha fatto solo per se stessa, senza preoccuparsi dell’opinione degli altri, in particolare di quella degli uomini della sua vita. Da Playboy a Broadway in un percorso liberatorio che colpisce nel profondo lo spettatore, rendendo questo documentario un prodotto senza dubbio interessante e coinvolgente.
Il ruolo dei media
Un altro elemento che ritorna spesso nel corso del film è il ruolo che hanno svolto i media nei momenti più negativi della sua vita e della sua carriera professionale. Pamela racconta di come si sia trovata incastrata nella parte della bomba sexy e come ogni tipo di discorso fatto su di lei dalla stampa fosse inevitabilmente legato all’affaire del sex tape. Il punto su cui più la donna si sofferma è come si sia sentita per anni violata, come gli sia stata tolta la possibilità di decidere di se stessa, della propria immagine e del proprio corpo, in un triste parallelo con le violenze sessuali subite in gioventù.
La Pamela Anderson che scopriamo in questo documentario è una figura fragile ma al tempo stesso forte, che ha superato periodi di enorme difficoltà ma che sembra ancora capace di affrontare la vita con un sorriso. Il ritratto della bionda di Baywatch che abbiamo trovato in questo film è molto diverso da quello che ci aspettavamo, e si distacca in modo radicale da quello che ci era stato dato della donna nella serie tv Hulu. Come sottolinea l’attrice – che non vedrà lo show, come non ha mai visto il sex tape che le è stato rubato – l’immagine che hanno dipinto di lei non potrà mai avvicinarsi alla realtà, perché nessuno la conosce veramente. Grazie a questo documentario Netflix a noi sembra di conoscerla un po’ di più, e la Pamela che abbiamo scoperto è dotata di una personalità intrigante e intelligente, di un fascino che va ben al di là di quello della bomba sexy tutta curve e poco cervello.
Una storia d’amore
Non che Pamela, a Love Story ci lasci con una sensazione di completezza; anche in questo caso infatti la narrazione risulta un po’ edulcorata e parziale (non ci si sofferma su tutte le relazioni della star e, in particolare, il discorso delle violenze domestiche di Tommy Lee viene limitato a pochi minuti). Detto questo però l’esperienza di visione è piacevole e – forse per la prima volta – completamente gestita dalla sua protagonista. Gli stralci di diari letti nel corso del film non fanno che sottolineare – anche se a tratti in maniera un po’ ridondante – quanto quest’operazione sia a suo modo rivoluzionaria: Pamela Anderson ha finalmente la possibilità di raccontare la sua versione dei fatti, senza un fastidioso e supponente intervistatore (come ad esempio Jay Leno, che ha dato il peggio di sé nel periodo del sex tape) a interromperla e a metterle in bocca parole non sue. Pamela, a Love Story è sì il racconto di una storia d’amore, ma non quella della sua protagonista con Tommy Lee e con i suoi altri amanti, ma la più difficile di tutte, ossia quella nei confronti di se stessa.
La recensione in breve
Pamela, a Love Story è un ritratto affascinante della sua protagonista, che ha finalmente la possibilità di raccontare la propria storia. Un documentario che coinvolge e colpisce lo spettatore, dipingendo Pamela Anderson in maniera inedita e intrigante.
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