Il film: Passages, 2023. Regia: Ira Sachs. Cast: Franz Rogowski, Ben Whishaw, Adèle Exarchopoulos.
Genere: drammatico. Durata: 92 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Berlinale, in lingua originale.
Trama: La relazione tra il regista Thomas e l’artista Martin va in crisi quando il primo inaspettatamente finisce a letto con una donna, Agathe.
Da anni una figura importante nel panorama indie americano, sul piano europeo il regista Ira Sachs è noto soprattutto per le sue ripetute partecipazioni alla Berlinale (quasi sempre nella sezione Panorama, con Little Men condiviso con Generation per il target più giovane), da cui si è discostato provvisoriamente nel 2019 per portare in concorso a Cannes il dramma famigliare Frankie, con protagonista Isabelle Huppert. Quattro anni dopo è tornato nella capitale tedesca con il suo ottavo lungometraggio, acquistato dalla piattaforma streaming MUBI con l’opzione di farlo arrivare anche in sala in diversi paesi con vari partner nazionali (Lucky Red per l’Italia), e di cui parliamo nella nostra recensione di Passages.
La trama: amori di passaggio
Tomas, regista, e Martin, artista, vivono insieme da anni a Parigi, e tutto sembra filare liscio tra loro. Ma una sera, mentre sta festeggiando la fine delle riprese del suo nuovo film, Tomas finisce a letto con un membro della troupe, Agathe. Una tresca che inizialmente sembra un banale incidente di percorso, ma col passare delle settimane e poi dei mesi Tomas, Martin e Agathe si rendono conto che il loro rapporto è inesorabilmente destinato a cambiare, nonostante vari tentativi – soprattutto da parte di Tomas, che non sopporta i cambiamenti e vorrebbe rimanere d’accordo sia con il compagno che con l’amante – di far funzionare questo bislacco triangolo. Ma fin dove possono spingersi prima che la cosa degeneri in maniera irreparabile?
Il cast: il triangolo no!
Per questo racconto di passioni roventi Sachs si è avvalso di tre dei più grandi talenti europei: il tedesco Franz Rogowski (Tomas), l’inglese Ben Whishaw (Martin) e la francese Adèle Exarchopoulos (Agathe). Tutti e tre con diverse gradazioni di intensità che si mescolano per creare la perfetta struttura triangolare che va al di là delle implicazioni erotiche della premessa e coinvolge anche i diversi toni della pellicola, dove risate e lacrime vanno mano nella mano insieme ad autentici afflati di energia carnale che negli Stati Uniti sono valsi al film un proibitivo visto NC-17 (vietato ai minori di 18 anni, con annessa circolazione limitata nelle sale americane), al quale MUBI ha reagito optando per un’uscita senza classificazione ufficiale sul territorio USA.
La banalità del quotidiano
Sachs ha sempre avuto un occhio per gli aspetti più banali della vita quotidiana, anche veicolati in ottica queer in progetti come Keep the Lights On, dove il rapporto sempre più pericolante tra due uomini era portato sullo schermo in un racconto che evitava ogni virata nel melodramma, presentando la situazione nel contesto di una semplice vita che continua, con i suoi rituali che, con minime alterazioni, rimangono gli stessi. Passages, in tal senso, è una riflessione su quella stessa poetica, con Tomas – guarda caso, un regista – che è restio a ogni forma di cambiamento e vuole che la vita proceda seguendo lo stesso canovaccio, a prescindere dagli stravolgimenti emotivi. Ed è forse anche per questo, al netto di una certa omofobia che da sempre caratterizza la censura cinematografica americana (le stesse identiche scene non avrebbero suscitato tanto scalpore se fosse stata una coppia etero), che i momenti hot hanno sconvolto alcuni, perché per Sachs il sesso non è mai stato particolarmente erotico, qualcosa da spettacolarizzare, bensì una banalissima parte della routine quotidiana, da mettere in scena con onestà. Un’estensione di un’intesa che sta venendo meno, nel corso di una semplice, e al contempo devastante, ora e mezza.
La recensions in breve
Ira Sachs torna a parlare di amori quel con la sua consueta onestà, firmando un racconto di passioni parigine che si avvale di tre interpreti d'eccezione.
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