Il film: Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett (Dance First), 2023. Regia: James Marsh. Cast: Gabriel Byrne, Fionn O’Shea, Aidan Gillen, Maxine Peake, Sandrine Bonnaire.
Genere: drammatico. Durata: 100 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale
Trama: La vita di Samuel Beckett, raccontata dal drammaturgo stesso che interagisce con un proprio doppio.
Chi era Samuel Beckett? È la domanda a cui cerca di rispondere il nuovo lungometraggio di James Marsh, una produzione di Sky destinata alle sale. Un film che ha iniziato il suo percorso come pellicola di chiusura del festival di San Sebastián, in Spagna, per poi approdare in Italia, prima dell’uscita ufficiale, come uno dei titoli fuori concorso al Torino Film Festival, dove Marsh era già stato in cartellone con La teoria del tutto, storia di un altro illustre personaggio del ventesimo secolo quale Stephen Hawking. Dalla scienza si passa quindi all’arte, e più precisamente all’arte letteraria, di cui Beckett fu uno dei massimi esponenti con tanto di Premio Nobel, riconoscimento che apre la drammaturgia di cui parliamo nella nostra recensione di Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett (la prima parte del titolo deriva da una delle più celebri massime del grande autore).
Beckett v Beckett: Dawn of Monologue
![Una scena di Prima danza, poi pensa](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/02/prima-danza.jpg)
Si inizia, appunto, con la consegna del Nobel, nel 1969. Un evento che a Beckett non ispira particolare gioia, al punto che lui esce dalla sala e si ritrova in uno spazio angusto, dai contorni onirici, dove viene raggiunto da un suo doppio, incarnazione fisica del monologo interiore. Le due sfaccettature della sua personalità cominciano a dialogare, orientando il flusso dei ricordi di Beckett che va a ritroso per rievocare vari capitoli della sua vita (letteralmente, ogni segmento è appositamente contrassegnato da uno schermo nero con il nome della persona importante di turno come titolo). Si va dall’infanzia in Irlanda al primo arrivo a Parigi, caratterizzato dall’amicizia un po’ turbolenta con James Joyce e dal rapporto tormentato con la di lui figlia, la schizofrenica Lucia; dalle vicende militari al rapporto con la moglie, turbato dalla tresca con la traduttrice Barbara Bray. E così via, fino alla morte nel 1989.
A Star Is Byrne
![Una scena di Prima danza, poi pensa](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/02/prima-danza_2.webp)
Marsh è sempre stato un buon direttore di attori, e qui si presenta un’opportunità notevole per Gabriel Byrne, grande talento irlandese che però al cinema, soprattutto in ambito hollywoodiano, si è quasi sempre dovuto accontentare di ruoli secondari (la consacrazione come protagonista negli USA è essenzialmente legata alla serie In Treatment per la HBO). Qui, alle prese con due incarnazioni di Beckett, domina dall’inizio alla fine con il giusto equilibrio tra il lato umano e quello più assurdo, come se fosse uscito direttamente dalle pagine dei testi dell’autore. Altrettanto intenso, ma con una presenza più ridotta, Aidan Gillen nei panni di Joyce, mentre la quota francese, con il ruolo della moglie del drammaturgo, è rappresentata dalla sempre bravissima Sandrine Bonnaire, che duetta abilmente con Byrne nella seconda metà della pellicola.
Teatro della vita
![Una scena di Prima danza, poi pensa](https://cinemaserietv.it/wp-content/uploads/2024/02/prima-danza_3.webp)
Viene un po’ a mancare il lato emotivo che aveva caratterizzato La teoria del tutto, per via del monologo interiore che spezza il racconto in segmenti dettati da una sorta di logica assurda e non dal flusso dei sentimenti. La vita come rappresentazione teatrale, per certi versi, ma con l’attore che al contempo è unico spettatore delle sue considerazioni sulla vita, restituita con fare filologico e schematico, raramente lasciando alle scene la possibilità di respirare come si deve (insolitamente per un progetto di questo calibro e con queste ambizioni, la durata è di appena 100 minuti, pochi per catturare la complessità di un argomento come la figura di Beckett). Un esercizio intellettuale senz’altro interessante, che però abbastanza sovente non arriva al cuore.
La recensione in breve
Gabriel Byrne è brillante nei panni di Beckett, una performance forse troppo grande per essere contenuta in un film che non sa sempre come mettere in scena la vita del grande autore.
-
Voto CinemaSerieTV