Il film: Red Sparrow, 2018. Regia: Francis Lawrence. Cast: Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Matthias Schoenaerts, Charlotte Rampling, Mary-Louise Parker, Ciarán Hinds, Joely Richardson, Bill Camp, Jeremy Irons.
Genere: thriller, spionaggio. Durata: 140 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Disney+, in lingua originale.
Trama: Una ballerina viene reclutata per fare la spia, con un addestramento specifico sull’uso della seduzione per ingannare le vittime.
Dopo tre film consecutivi del franchise di Hunger Games, il regista Francis Lawrence aveva bisogno di un cambio d’aria. Di qualcosa di più piccolo, più adulto, più brutale. Richiesta soddisfatta dalla possibilità di adattare il romanzo d’esordio di Jason Matthews, sorta di John Le Carré americano nel senso che dopo anni di attività in seno ai servizi segreti – nella fattispecie la CIA – ha trasformato le sue esperienze in narrativa di genere con un tasso di verosimiglianza e attenzione ai dettagli superiori alla media, completando una trilogia prima di spegnersi nel 2021 all’età di 69 anni. Non sorprende che Lawrence lo abbia attivamente reclutato come consulente per la trasposizione cinematografica, aggiungendo un imprimatur di crudo realismo alle vicende del film di cui parliamo nella nostra recensione di Red Sparrow.
La trama: Very Dirty Dancing
Russia, ai giorni nostri. Dominika Egorova è una ballerina di successo che si prende cura della madre malata. Quando un infortunio le stronca la carriera, la giovane viene contattata dallo zio Ivan, vicedirettore dei servizi segreti russi. Tramite un sotterfugio, la convince a diventare una spia, e la manda a perfezionare i suoi talenti fisici naturali alla State School 4, il cui programma trasforma le reclute in “Sparrows”, agenti che si servono della seduzione e del sesso per portare a termine le missioni. Al netto di disaccordi con la direttrice della scuola, Dominika si dimostra molto preparata, e Ivan, di comune accordo con il collega Vladimir Korchnoi, la manda a Budapest per sedurre una spia americana, Nate Nash, e smascherare uno dei suoi contatti, una talpa russa che fornisce informazioni alla CIA.
Il cast: Hooker, Traitor, Dancer, Spy
Il regista ritrova la protagonista di Hunger Games, Jennifer Lawrence, qui alle prese con uno dei suoi primi ruoli veramente “adulti” (per età anagrafica di lei e contenuti e tematiche del film) come interprete principale assoluta, una parte stratificata che la costringe a mettersi a nudo – in tutti i sensi, cosa che per lei non è stata semplice – ma anche lavorare di sottrazione quando necessario. È circondata – a volte letteralmente – da un cast di contorno fatto principalmente di ottimi caratteristi europei, tra cui il belga Matthias Schoenaerts, gli inglesi Jeremy Irons e Charlotte Rampling e l’irlandese Ciarán Hinds, quest’ultimo abituato a interpretare russi in ambito thriller. Nash ha invece il volto dell’australiano Joel Edgerton, con una funzione pressoché invertita rispetto ai cliché del genere poiché in questo caso è lui a dover essere sedotto e, in una scena, a ritrovarsi quasi come “damigello” in pericolo.
Giovani spie crescono
In un mercato dominato da pellicole spionistiche adatte a un pubblico ampio e caratterizzate soprattutto da un apparato action a volte ai limiti delle leggi della fisica (vedi alcuni dei film di James Bond, ma anche la progressiva evoluzione dei Mission: Impossible), Francis Lawrence e lo sceneggiatore Justin Haythe, lavorando con il materiale di Matthews (di cui replicano il principale difetto, ossia le caratterizzazioni basilari della maggior parte dei personaggi secondari russi), cercano di andare oltre il glamour e di mostrare l’altra faccia della medaglia. Una faccia fatta di umiliazioni, torture, ma anche di lunghe conversazioni che, come nelle opere di Le Carré, ci ricordano che il lavoro di questi personaggi spesso si basa sul verbo e non sui pugni o le pistole. E così facendo rispondono anche al sessismo – non sempre involontario – che è stato parte integrante del genere per decenni, prendendo un vero stratagemma sovietico per forgiare una spia in apparenza meno qualificata degli archetipici colleghi maschi, ma in realtà altrettanto letale e brillante. Senza il classico vodka martini, perché in questo caso a essere agitato è l’intero sistema i cui pregiudizi lei sfida con brio per spiccare il volo in un panorama audiovisivo aperto alle variazioni sul tema.
La recensione in breve
Jennifer Lawrence passa all'età adulta sul piano cinematografico come protagonista di un thriller a tratti elementare ma affascinante per il suo approccio più brutale alle convenzioni della spy story.
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Voto CinemaSerieTV