Il film: Renfield, 2023. Regia: Chris McKay. Cast: Nicholas Hoult, Nicolas Cage, Awkwafina, Shoreh Agdashloo, Ben Schwartz. Genere: Commedia, Horror. Durata: 95 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: Renfield (Nicholas Hoult), il più importante scagnozzo nell’entourage del conte Dracula (Nicolas Cage), si è stancato di essere un semplice lacchè del più celebre vampiro. Dopo essere scappato dal manicomio in cui era detenuto, Renfield si mette in proprio e si innamora perdutamente.
Che curioso oggetto cinematografico che è Renfield. Diretto da Chris McKay (The LEGO Movie e LEGO Batman- Il film) e scritto dal fumettista e sceneggiatore televisivo Robert Kirkman (sì, lo stesso di The Walking Dead e Marvel Zombie), mescola in egual misura racconto d’azione di carattere quasi supereroistico ad una buona dose di commedia vampiresca, con tanto di abbondanza di sangue, violenza grafica ed effetti speciali truculenti. Un mix inusuale che arriva finalmente nelle nostre sale a partire da giovedì 25 maggio e con la distribuzione di Universal Pictures.
Nella nostra recensione di Renfield vi spiegheremo perché il film diretto da McKay e con la coppia “scoppiata” Nicholas Hoult e Nicolas Cage valga il prezzo del biglietto cinematografico, nonostante un sostanziale e straniante squilibrio di linguaggi artistici, generi e struttura narrativa che non lo rende né carne e né pesce. In definitiva, un film mutilato che con qualche ambizione di meno sarebbe potuto divenire uno scult negli anni futuri.
La trama: il servo di Dracula ne ha abbastanza
Ricordate tutti cosa accadeva nel romanzo Dracula di Bram Stoker? Il giovane agente immobiliare Robert Renfield (Nicholas Hoult) accettava un viaggio nella lontana Transilvania dell’Est Europa per fare in modo che il misterioso conte titolare (Nicolas Cage) firmasse la compravendita ufficiale di un’abbazia dismessa a pochi chilometri da Londra. Per il giovane britannico entrare nel castello di Dracula sarebbe stato l’inizio di un incubo senza fine, tanto che servo e padrone si ritrovano ancora una volta uniti ed indissolubilmente legati l’uno all’altro nella società contemporanea.
Lui, padrone vampiro che per continuare a vivere in eterno ha bisogno di nutrirsi di sangue giovane, puro ed immacolato, il servo che non fa invece che compiacere i bisogni del conte ombroso; una vera e propria relazione tossica che arriva al capolinea quando Renfield deciderà di dire basta a questo rapporto di co-dipendenza psicologica, dando così una svolta alla propria vita. Peccato che la città di New Orleans dove si sono trasferiti maestro e discepolo sarà una trappola criminale in cui il personaggio interpretato da Hoult cadrà con tutti i piedi e con delle conseguenze inaspettate.
Una questione di co-dipendenza
L’incipit del film diretto da Chris McKay sembra uscito direttamente da un albo pulp a fumetti realizzato dalla mente prolifica di Robert Kirkman, che del resto ha curato la sceneggiatura originale di questo lungometraggio; per tale motivo Renfield, nei toni e nei linguaggi cinematografici utilizzati per portare sul grande schermo questa storia particolarmente ambiziosa, ci sembra a conti fatti più una creatura di Kirkman (nel suo resumé artistico, la creazione di The Walking Dead e della serie Marvel Zombie a fumetti) che non del regista statunitense dietro la macchina da presa.
A cavallo tra sguaiata e parossistica commedia vampiresca e film d’azione dai toni supereroistici e iper-violenti, Renfield appare agli occhi dello spettatore più smaliziato come un’opera pop particolarmente ambiziosa. Ambiziosa perché cerca di coniugare all’interno di un minutaggio sostanzialmente contenuto (il film dura novantacinque minuti, quasi un’inezia di questi tempi) una struttura narrativa che si rifà ad un certo modo di ripensare la figura dell’eroe con superpoteri all’interno di un contesto urbano particolarmente violento, assieme ad una spassosa disamina psicologica sugli effetti e le conseguenze dell’abuso emotivo da parte del narcisista patologico di turno in una relazione a due.
Una commedia horror senza identità cinematografica
Peccato però che, alla fine della fiera, Renfield non riesca a raggiungere pienamente nessuno di questi due curiosi obiettivi. Nè carne e né pesce, il lungometraggio in arrivo nelle sale italiane da giovedì 25 maggio con Universal Pictures cade vittima più e più volte del suo vestito apparentemente eclettico: a tratti rocambolesca action comedy sanguinolenta che farà storcere il naso a molti potenziali spettatori, il film di McKay e Kirkman si accende però di luce propria quando si concentra sul rapporto (di co-dipendenza psicologica, come accennavamo sopra) tra Dracula e il suo servo inglese; siparietti attoriali a due al limite della gigioneria che invece funzionano molto meglio rispetto alla trama accessoria e spesso prevedibile, talmente tracotante di idee e suggestioni pseudo-pop che tira in ballo ad un certo punto anche la criminalità organizzata del mondo sommerso di New Orleans.
In un calderone di idee che, se prese da sole, risultano pure piuttosto entusiasmanti ed inedite, Renfield ne esce fuori come progetto cinematografico senza una vera e propria identità, eternamente diviso nel dilemma se essere omaggio fumettistico iper-contemporaneo oppure rilettura psicoterapeutica di uno dei villain più influenti nella storia della letteratura, del cinema e della televisione.
Nicolas Cage vale il prezzo del biglietto
Tra qualche risata, scene d’azione al cardiopalma e sedute di psicoterapia di gruppo, Renfield trova la sua ancora di salvezza in un Nicolas Cage mai così gigione e scatenato. Nei panni del conte vampiro più celebre di tutti, Cage veste i neri abiti che avevano consegnato all’immaginario collettivo il Dracula di Bela Lugosi del 1931 con spasso e gran divertimento; è lui il collante che tiene attaccati alla poltrona dal primo all’ultimo minuto del film, strabordante principe delle tenebre che con il suo ghigno e i suoi denti affilati risucchia l’attenzione degli spettatori in spasmodica attesa di vedere uno degli attori più amati degli ultimi decenni dare un nuovissimo volto al Nosferatu per eccellenza.
Un motivo validissimo per acquistare un biglietto per Renfield, film che se preso in toto risulta in parte mutilato ed incerto su quale identità cinematografica assumere, quale corredo narrativo indossare, che direzione prendere, in costante ricerca di un target di pubblico che, nell’indecisione, negli Stati Uniti non l’ha premiato con incassi degni di nota, proprio perché oggetto straniante ed indecifrabile. Chissà da noi.
La recensione in breve
Il Renfield di Chris McKay diverte ed intrattiene in egual misura, mescolando struttura narrativa tipica del comic book movie e commedia vampiresca vecchio stile; peccato però che a conti fatti il lungometraggio non sia né carne né pesce, intrappolato in troppe ambizioni narrative e tematiche. Per fortuna che c'è un gigionesco Nicolas Cage nei panni di Dracula che vale da solo il prezzo del biglietto.
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