Il film: Riunione di famiglia – Non sposate le mie figlie 3 (Qu’est-ce qu’on a tous fait au bon Dieu?), 2022. Regia: Philippe de Chauveron. Cast: Christian Clavier, Chantal Lauby, Ary Abittan, Medi Sadoun, Frédéric Chau, Noom Diawara, Frédérique Bel, Émilie Caen, Élodie Fontan, Alice David, Pascal N’Zonzi, Salimata Kamate.
Genere: commedia. Durata: 98 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in lingua originale.
Trama: Le figlie di Marie e Claude decidono di riunire tutta la famiglia allargata per festeggiare l’anniversario di matrimonio dei genitori. Ovviamente le cose non vanno come previsto…
Correva l’anno 2014, e il cinema francese occupava le sale con una commedia che metteva alla berlina i pregiudizi della borghesia. Un successo capace di generare ben due seguiti, di cui il secondo ora arriva anche nei cinema italiani, come potrete leggere in questa nostra recensione di Riunione di famiglia – Non sposate le mie figlie 3 in cui ne approfondiremo trama e tematiche.
La trama: questo anniversario non s’ha da fare!
Claude e Marie Verneuil sono ormai abituati alla presenza dei loro generi, anche se lui, quando possibile, cerca di evitarli. I due coniugi sono anche prossimi al quarantesimo anniversario di matrimonio, e quando le figlie lo scoprono decidono di organizzare la festa definitiva, con l’intera famiglia allargata, invitando i genitori dei rispettivi coniugi. Un’idea che ben presto si rivela disastrosa, perché se già durante i precedenti incontri con André Koffi volavano scintille di intolleranza da entrambi i lati, con la presenza degli altri suoceri la cosa non può che peggiorare. E questo senza contare quello che già si annuncia come lo scandalo in paese: uno spettacolo teatrale dove Charles, di origine africana, interpreterà Gesù, che la tradizione europea insiste a raffigurare come bianco…
Il cast: tutti insieme, ma non appassionatamente
Ovviamente torna al completo il cast principale dei primi due film, dominato da Christian Clavier e Chantal Lauby nei panni dei coniugi Verneuil, la cui tranquillità è sempre messa alla prova da questioni di famiglia. Al gruppo si aggiungono le tre coppie di genitori che precedentemente mancavano all’appello, anche se come nei due capitoli precedenti la parte più importante spetta a Pascal N’Zonzi nel ruolo dello scorbutico e intollerante André Koffi, capace di battere persino Claude a livello di pregiudizi nei confronti degli altri.
Buona la terza? No, ripetitiva
Nel 2014, al netto di recensioni non proprio entusiaste, il primo film un suo perché ce l’aveva, sfruttando l’estro comico di Clavier per prendere in giro il finto progressismo della società francese e al contempo mostrare come, sotto certi punti di vista, un minimo di bigottismo si celi dentro tutti noi, a prescindere dall’etnia. Poi è arrivato il seguito, con gli stessi meccanismi, ormai già un po’ usurati, e nel mentre Clavier e il regista Philippe de Chauveron si erano giocati quel poco di stima critica rimasta con Benvenuti a casa mia, che voleva condannare il razzismo e l’ipocrisia e al contempo metteva in scena una famiglia rom con un membro il cui unico scopo narrativo era farci ridere perché era malato di mente e si accoppiava con le capre.
Non c’è nulla di così gratuitamente offensivo a questo giro, perché arrivati al terzo capitolo sono tutti abbastanza stanchi, e la cosa si riflette in un’operazione dove il meccanismo a ripetizione gira a vuoto per gran parte della durata del lungometraggio. Difatti, la cosa più divertente riguarda il titolo italiano, costretto a relegare a sottotitolo quello che sarebbe l’elemento principale perché, logicamente, non ha senso chiamarsi ancora Non sposate le mie figlie quando i matrimoni ci sono stati tutti nel capostipite…
La recensione in breve
Il meccanismo è ormai usurato, e al terzo giro Claude Verneuil e la sua famiglia allargata hanno esaurito tutte le trovate possibili per mettere alla berlina il razzismo malcelato della società francese.
- Voto CinemaSerieTV