Il film: Sei nell’anima, 2024. Diretto da: Cinzia TH Torrini. Genere: Drammatico, Biografico. Cast: Letizia Toni, Maurizio Lombardi, Andrea Delogu, Selene Caramazza, Stefano Rossi Giordani. Durata: 112 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix, in anteprima stampa.
Trama: La giovane senese Gianna Nannini lascia il nido con il sogno di spiccare il volo e fare la cantautrice: per lei la felicità è “Una stanza da qualche parte e un pianoforte”. Il suo viaggio verso il successo musicale è costellato di emozioni, fallimenti, litigi, fraintendimenti, riflessioni e grandi scoperte. Perché rinascere è meglio che nascere.
A chi è consigliato? Ai fan più sfegatati della cantautrice toscana, agli amanti della musica italiana e del genere biografico sul grande e piccolo schermo.
Arriva direttamente su Netflix a partire da giovedì 2 maggio Sei nell’anima, film biografico dedicato ai trent’anni più importanti nella vita privata e professionale di Gianna Nannini, popolarissima e trasgressiva cantautrice toscana che nel corso degli anni ’80 (ed oltre) ha cambiato per sempre le regole della musica italiana e della figura femminile sul palco. A dirigere il progetto la regista Cinzia TH Torrini, nota per il suo prolifico lavoro dietro la macchina da presa per la televisione nostrana, mentre a vestire i panni della Gianna nazionale ci ha pensato l’esordiente Letizia Toni.
Nella nostra recensione di Sei nell’anima vi racconteremo perché questo progetto biografico, curato da Indiana Production e distribuito in esclusiva da Netflix, non rifugge dagli stilemi usurati del genere biografico ma anzi li celebra portando sul piccolo schermo un progetto cinematografico impari e difettoso rispetto al talento e alla sfacciata rivoluzione rock della cantante senese. Che pure, inspiegabilmente, del film dedicato a parte della sua vita è anche produttrice e co-sceneggiatrice.
Rinascere è meglio che nascere
Questa è la storia di una ragazza senese con un sogno. In barba alla volontà ferra di papà Danilo (magnate dell’industria dolciaria della città toscana) e di mamma Giovanna, la giovane Gianna sogna di fare la cantante, con solo un pianforte, la sua voce graffiante ed un bagaglio di canzoni provocatorie e rivoluzionarie. Sfiderà le ragioni della famiglia e da Siena si trasferirà a Milano, dove scoprirà il sesso, l’amore, la dipendenza dalla droga, farà la conoscenza della discografica Mara Maionchi e, tra un sacrificio e l’altro, inciderà dischi di successo strepitoso. Fino alla consacrazione europea nel 1984 con il debutto del singolo musicale Fotoromanza che le cambierà per sempre la vita.
Trent’anni di vita di Gianna Nannini condensati in Sei nell’anima, film diretto da Cinzia TH Torrini e scritto a più mani dalla stessa regista assieme alla cantautrice, a Donatella Diamanti e a Cosimo Calamini; il risultato però, è francamente controverso e poco attinente alla portata trasgressiva e rivoluzionaria della musica dell’artista toscana, Tanto che se non fosse per la presenza catalizzatrice della giovane Letizia Toni nei panni della magnetica e complessa protagonista, il film disponibile su Netflix da giovedì 2 maggio sarebbe un disastro bello e buono, e su tutti i fronti.
Un’autobiografia difettosa
Tra l’altro, il film è liberamente ispirato al libro autobiografico “Cazzi miei” pubblicato dalla stessa Nannini nel corso del 2016, dove ripercorreva le tappe fondamentali della sua infanzia, la sua adolescenza e le luci e le ombre del tortuoso percorso verso la scalata delle classifiche musicali di mezza Europa. Ma più che un’autobiografia auto-assolutoria, Sei nell’anima è racconto per piccolo schermo (il film della Torrini non passerà nemmeno per le sale cinematografiche, neanche come evento speciale) di sprazzi di vita della cantautrice di Siena, senza soluzione di coerenza narrativa e di ordine squisitamente cronologico. Una scelta forse fortemente voluta in fase di produzione e dalla stessa Gianna Nannini, che il film lo ha prodotto e co-scritto, tenendo a mente probabilmente l’idea di un biopic non necessariamente convenzionale, tra passato e presente della narrazione.
Peccato però che la stesura dell’adattamento del libro autobiografico sia assolutamente prosaica e pedestre, per utilizzare un eufemismo. Lo script realizzato ad otto mani non ne giustifica l’intenso lavoro di pre-produzione, che pure avrebbe sì dovuto raccontare luci ed ombre, successi e fallimenti della popolarissima cantante rock italiana, ma che forse dimentica di allestire per il vasto bacino di spettatori ed utenti della piattaforma di streaming uno spettacolo inedito, stimolante, più affine al cuore graffiato ed imprevedibile dell’artista toscana autrice di capolavori musicali come America, Fotoromanza e Meravigliosa creatura.
La bravura di Letizia Toni
Non è di certo un caso che la regia del progetto intimo di Gianna Nannini sia stata affidata a Cinzia TH Torrini. La regista italiana è notissima per i suoi lavori televisivi dietro la macchina da presa, tra produzioni Rai degli esordi e la prolificità in Mediaset (suo il successo strepitoso di Elisa di Rivombrosa, a cavallo tra il 2001 e il 2003), e per tale motivo Sei nell’anima non prevede un’uscita nelle sale cinematografiche nostrane, progetto biografico relegato allo sfruttamento in streaming per il piccolo schermo. Va da sé che le ambizioni artistiche del lungometraggio sono ridotte all’osso, impantanate in una resa molto più vicina alle sensibilità produttive del racconto fiction che da decenni caratterizza, ammorba e continua a donare riconoscibilità ed identità strutturale alla serialità italiana della tv nazionale.
Che è un po’ un peccato, perché la storia di Gianna Nannini avrebbe potuto e dovuto meritare molto di più; per fortuna che a salvare la baracca ci pensa una diligente Letizia Toni, interprete semi-esordiente qui al suo primo ruolo da protagonista assoluta dopo alcuni anni gavetta in tv ed in ruoli minori; che qui accetta la sua prima, grande sfida professionale e veste i panni della rocker femminile più famosa della musica italiana. E lo fa cambiando la sua voce, arrochendola in maniera affine a quella della cantautrice senese, imparando a cantare come la Gianna nazionale quando il suo personaggio si trova in scena; un lavoro attoriale sostanzialmente accademico, ma che restituisce allo spettatore anche più casuale la sensazione di vedere sul piccolo schermo la giovane ed energica Nannini degli anni ’80. Un’illusione, quella perpetrata dalla brava Letizia Toni, che salva la pellicola dal fallimento totale.
Questo film è un gelato al veleno
Non è dissimile l’approccio di Indiana Production e Netflix nei confronti della vita e dei successi artistici di Gianna Nannini a quello operato qualche anno fa da 20th Century Fox con Bohemian Rhapsody. Laddove il controverso (ma di enorme celebrità!) film di Bryan Singer raccontava sprazzi di vita e trionfi dei Queen e del suo frontman infischiandosene di coerenza narrativa ed ordine cronologico degli eventi ed ancorandoli alla nascita della loro canzone più emblematica, così Sei nell’anima è racconto frammentario e frammentato di una rinascita musicale passata attraverso la stesura e la realizzazione di Fotoromanza, manifesto programmatico di un’artista femminile contro ogni etichetta e catalogazione.
Però, come accadde per il redditizio biopic con Rami Malek, l’approccio del film di Cinzia TH Torrini soffre di pressapochismi e soluzioni fin troppo semplificate nel voler narrare trent’anni di vita pubblica e privata della Gianna nazionale. Come già esemplificato in precedenza, Sei nell’anima è a conti fatti un progetto televisivo semplicemente disastroso, tra regia e sceneggiatura svogliate, stanche e prive di alcun mordente, in perfetta antitesi rispetto alla trasgressività della cantante protagonista, che la musica l’ha cambiata veramente. Per fortuna però che c’è Letizia Toni.
La recensione in breve
Il film Netflix dedicato alla vita e ai successi di Gianna Nannini è un progetto televisivo semplicemente disastroso, tra regia e sceneggiatura svogliate, stanche e prive di alcun mordente; in perfetta antitesi rispetto alla trasgressività della cantante protagonista, che la musica l'ha cambiata veramente. Per fortuna che c'è però Letizia Toni nei panni della protagonista.
Pro
- Letizia Toni è una rivelazione
- Un'inedita Andrea Delogu nei panni di una giovane Mara Maionchi
- La musica di Gianna Nannini, ovviamente
Contro
- Una regia televisiva nel senso peggiore della sua accezione
- Una sceneggiatura da mettersi le mani tra i capelli
- Il film è un biopic privo di inventiva ed originalità
- Voto CinemaSerieTV