Il film: September 5 -La diretta che cambiò la storia, 2024. Diretto da: Tim Felhbaum. Genere: Thriller, Drammatico. Cast: Peter Sarsgaard, John Magaro, Leonie Benesch, Ben Chaplin, Corey Johnson. Durata: 90 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima stampa, in lingua italiana.
Trama: Durante le Olimpiadi di Monaco del 1972, una troupe televisiva sportiva statunitense si ritrova a dover documentare la crisi degli ostaggi che ha coinvolto un gruppo di atleti israeliani.
A chi è consigliato? September 5 è consigliato a tutti coloro che hanno voglia di approfondire le assurde e tragiche dinamiche degli attentati terroristici che sconquassarono le Olimpiadi di Monaco nel lontano settembre del 1972. Un tema già affrontato in precedenti documentari e lungometraggi (vedi il Munich di Steven Spielberg), ma che qui assume una prospettiva narrativa nuova ed inedita.
Candidato al Golden Globe come miglior film drammatico e nominato agli Oscar 2025 nella categoria della miglior sceneggiatura originale, September 5 una co-produzione tedesca e statunitense affidata alla regia del teutonico Tim Felhbaum, su canovaccio originale curato dallo stesso assieme a Moritz Binder e Alex David. Il film ha l’ardire di voler raccontare i tragici eventi accaduti nel corso delle Olimpiadi di Monaco del 1972 attraverso la lente d’ingrandimento inedita della troupe televisiva che allestì in fretta e furia una concitata diretta tv seguita in tutto il mondo da milioni e milioni di spettatori.
Un evento storico sotto molteplici punti vista che nella nostra recensione di September 5 vi racconteremo per filo e per segno, soffermandoci inoltre anche sulla forma in cui l’evento viene rappresentato sul grande schermo, e di come questo concitato e dinamico film corale curato dalla regia di Tim Felhbaum segua la scia rispettosa di altri capolavori cinematografici di genere, come ad esempio Tutti gli uomini del presidente e Quinto Potere. Facendo curiosamente il paio con il recentissimo Saturday Night.
Di cosa parla September 5?

Ambientato durante le Olimpiadi di Monaco del 1972, il film ripercorre la trasformazione improvvisa del team di ABC Sports, passato da una tranquilla copertura sportiva alla cronaca in tempo reale del sequestro degli atleti israeliani da parte di un gruppo terroristico. Al centro della storia c’è Geoff (John Magaro), un giovane produttore deciso a farsi strada sotto la guida del leggendario Roone Arledge (Peter Sarsgaard). Con l’aiuto di Marianne (Leonie Benesch), interprete tedesca, e del suo mentore Marvin Bader (Ben Chaplin), Geoff si muove tra le sfide tecniche e le scelte morali di una diretta che ha segnato la storia della televisione. Non sarà facile seguire minuto per minuto quelle terribili evoluzioni cronachistiche, ma con il sacrificio di tutto il team di ABC Sports, Geoff farà la storia assoluta della televisione mondiale.
Così si apre September 5, film diretto dal tedesco Tim Felhbaum che è stato presentato in anteprima mondiale alla scorsa Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti Extra. Dopo quell’inaspettato passaggio al festival italiano, le reazioni del pubblico e della critica furono entusiastiche, tanto che il lungometraggio venne poi presentato al Telluride Film Festival, ricevendo poi candidature importanti nei mesi successivi. Il racconto al cardiopalma della troupe televisiva di ABC Sports e dei drammatici eventi accaduti alla squadra olimpica israeliana ha in questo caso il sapore della narrazione claustrofobica, quasi interamente ambientata all’interno degli studi televisivi, laddove il mondo esterno (e l’attacco terroristico) è essenzialmente raccontato attraverso gli schermi televisivi del tempo.
La diretta tv che ha cambiato tutto

Ribaltando completamente le prospettive e i punti di vista che aveva invece adottato il Munich di Steven Spielberg nel lontano 2005 (il film era incentrato sulla caccia ai terroristi che poi colpirono la squadra israeliana), September 5 sceglie la forma del racconto corale, dove l’unità di tempo e di spazio coincidono su un palcoscenico cinematografico che sceglie non la sensazionalità morbosa della cronaca televisiva attuale, bensì narra l’origine di tanta programmazione televisiva votata al dolore, al dettaglio indiscreto, alla de-sensibilizzazione nei confronti della violenza nella società di ieri e di oggi. In questo caso, la pellicola co-prodotta da Germania e Stati Uniti sceglie di farsi film angusto, tutto girato all’interno degli ombrosi corridoi, uffici e stanze di registrazione del team di ABC Sports.
Di certo, molto del successo e della riuscita di September 5 sta nella regia di Tim Felhbaum, che decide di mettere in scena un film intenso ed accurato nella sua ricostruzione storica, dove a parlare sono le immagini impresse nelle registrazioni televisive della coraggiosa troupe sportiva, e non l’azione efferata e sconvolgente della squadra di terroristi che destabilizzarono le Olimpiadi di Monaco del 1972, e che crearono a loro insaputa un caso mediatico senza alcun precedente. Il terribile evento è stato il primo in cui un attacco terroristico è stato trasmesso in diretta televisiva, ed è altresì stato seguito da un pubblico di circa 900 milioni di persone, rendendolo una delle trasmissioni più viste della storia.
Un cast corale affiatato

Quindi, tutta farina nel sacco di Tim Felhbaum? No, perché la struttura corale del film permette alle performance del film di respirare e di donare umanità, tensione e malleabilità ai protagonisti che dietro le quinte hanno fatto la storia della televisione mondiale. A guidare il cast di September 5 è Peter Sarsgaard nei panni del determinato Roone Arledge, caporedattore di ABC Sports ed uno degli artefici della diretta rivoluzionaria; seguito dai collaboratori tenaci interpretati da John Magaro, Ben Chaplin e dalla interprete tedesca Leonie Benesch, qui nei panni di una traduttrice linguistica; un’attrice di grande talento che abbiamo visto ed apprezzato proprio un anno fa come protagonista dell’ottimo film La sala professori, candidato all’Oscar 2024 come miglior film internazionale.
Una coralità, quella di September 5, che lo accosta tematicamente e strutturalmente a precedenti cinematografici di grande spessore, di cui la pellicola di Felhbaum è decisamente debitrice: da Tutti gli uomini del Presidente a Quinto Potere al più recente Il caso Spotlight, fino al contemporaneo Saturday Night di Jason Reitman. Di quest’ultimo, senza avere dirette influenze né obiettivi artistici, condivide curiosamente la fascinazione per il racconto in unità di spazio e tempo, con un cast anche qui di coralissimi comprimari intenti a portare sul grande schermo (certo, in quest’ultimo caso con tono scanzonato e leggero) un’altra grande rivoluzione televisiva, ma in territorio americano.
September 5 è un film pro-Israele?

Per questo motivo, ed in concomitanza con il conflitto israelo-palestinese ancora in corso, September 5 è stato altresì tacciato di diffondere sottilissima propaganda filo-israeliana per mezzo del grande schermo. A noi invece è sembrato il contrario, un’operazione sì di forte carica politica, ma realizzata dietro la macchina da presa da un cineasta tedesco che ha riportato sul grande schermo un racconto per molti inedito, ma che invece esalta e celebra con rispetto e reverenza i tragici eventi del 1972; senza ovviamente dimenticare lo sforzo collettivo di un manipolo di giornalisti ed operatori televisivi che ha portato alla luce un conflitto silenzioso tra mondo orientale ed occidentale che la società del tempo pensava di essersi messo alle spalle all’indomani della cessazione della Seconda Guerra Mondiale.
In definitiva, September 5 è un racconto cinematografico appassionante e concitato, che rielabora una delle tragedie più atroci del Novecento trasformatasi in una diretta televisiva improvvisata che divenne letteralmente storia del piccolo schermo, e che fece scuola negli anni a venire, in un modo o nell’altro. Il pluripremiato film diretto da Tim Felhbaum è di certo solido ma non indimenticabile, sorretto principalmente da un cast corale in grande spolvero e da una costruzione narrativa compatta e funzionale, senza però essere veramente rivoluzionario o originale.
La recensione in breve
September 5 è il racconto cinematografico appassionante e concitato di come una delle tragedie più atroci del Novecento si trasformò in una diretta televisiva improvvisata che fece letteralmente la storia del piccolo schermo, e che fece scuola negli anni a venire. Solido ma non indimenticabile, è candidato all'Oscar per la sceneggiatura originale.
Pro
- Il cast corale, su tutti Peter Sarsgaard e John Magaro
- La scrittura tesa e dinamica di Tim Felhbaum, anche regista del film
- L'aspetto immersivo negli ingranaggi degli studi televisivi del tempo
Contro
- Il film di Felhbaum non innova né rivoluziona il genere
- Ricorda da vicino titoli come Saturday Night e Quinto Potere
- Molti lo etichetteranno come film pro-Israele
- Voto CinemaSerieTV