Il film: Shark – Il primo squalo (The Meg), 2018. Regia: Jon Turteltaub. Cast: Jason Statham, Li Bingbing, Rainn Wilson, Ruby Rose, Winston Chao, Cliff Curtis, Masi Oka. Genere: azione, fantascienza. Durata: 113 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Netflix, in lingua originale.
Trama: Jonas Taylor, sub professionista al servizio della Marina degli Stati Uniti, deve affrontare un gigantesco squalo preistorico.
“E se il famoso squalo di Spielberg avesse affrontato Jason Statham invece di Roy Scheider?” Presumibilmente una domanda che si sono posti i produttori durante la lavorazione di questo adattamento del primo tomo di una serie letteraria di Steve Alten incentrata sulla minaccia preistorica del megalodonte (con tanto di sequenza d’apertura nel primo libro che è stata eliminata dal film, ma ripescata per il sequel). E la risposta è un divertimento estivo – l’uscita nelle sale è stata nell’agosto del 2018 – che, dopo alcuni anni di sviluppo in casa Disney, è finito nelle mani della Warner Bros. che ha ben colto lo spirito gioioso di serie B dell’operazione. Un’operazione di cui parliamo nella nostra recensione di Shark – Il primo squalo.
La trama: Jurassic Shark
Jonas Taylor è un sub professionista, reclutato dalla Marina degli Stati Uniti per salvare l’equipaggio di un sottomarino nucleare danneggiato. Una creatura misteriosa attacca il sottomarino, costringendo Jonas a lasciare due dei suoi uomini a bordo, ma il suo resoconto viene bollato come un attacco di psicosi dovuto al cambio di pressione in profondità. Cinque anni dopo, un vecchio collaboratore e amico gli chiede aiuto per recuperare un gruppo di persone rimaste bloccate in acqua mentre studiavano un’area precedentemente ignota della Fossa delle Marianne. Jonas, datosi all’alcool, accetta solo perché un messaggio mandato dalla sua ex-moglie – membro del team bloccato nella Fossa – suggerisce che lui avesse avuto ragione in precedenza. Difatti è così: la fauna inedita di quella zona include un megalodonte (da cui il nomignolo “Meg” che dà al film il suo titolo originale), uno squalo preistorico di dimensioni considerevoli, ritenuto estinto da eoni. Così non è, e ora la belva acquatica si prepara a mangiare tutti gli esseri viventi che incrocerà…
Il cast: gli esploratori della Fossa perduta
Jason Statham e il suo carisma granitico sono perfettamente in sintonia con le ambizioni semplici ma efficaci del film, e lui è convincente dall’inizio alla fine, anche quando fa a botte con il nulla che nel film finito è stato sostituito dallo squalo digitale. Rainn Wilson, magnificamente sopra le righe nei momenti giusti, è altrettanto compatibile con lo spirito di serie B nei panni del classico miliardario che finanzia la spedizione per ragioni non esattamente filantropiche. Al loro fianco un cast di contorno prevalentemente australiano e neozelandese (tra cui Cliff Curtis e Ruby Rose), poiché le riprese si sono svolte per lo più in Nuova Zelanda, mentre Li Bingbing e Winston Chao riempiono la quota cinese della coproduzione come da consuetudine in molti progetti usciti nel medesimo periodo.
In mezzo scorre il sangue… in parte
L’ironia è stata parte integrante del progetto sin dall’inizio, con tanto di frasi di marketing all’insegna del gioco di parole non particolarmente raffinato ma indubbiamente spiritoso (negli Stati Uniti uno dei poster, raffigurante il Meg mentre prendeva di mira un gruppo di bagnanti, recitava “Pleased to eat you”, piacere di mangiarvi), ed è l’ingrediente che fa sì che il tutto fili liscio per quasi due ore, senza particolari sbavature che gravino sul semplice obiettivo di fare un onestissimo shark movie che vuole solo intrattenere. E l’intrattenimento c’è, anche se un po’ annacquato dalla regia di Jon Turteltaub che, muovendosi entro i limiti di un PG-13, non spinge più di tanto laddove un Eli Roth – inizialmente considerato per l’incarico prima di dare forfait per divergenze creative – si sarebbe probabilmente divertito a esplorare i confini del cattivo gusto e dello humour nero, con qualche tinta horror più esplicita. Ma al netto di questa timidezza intermittente, il sorriso stampato sulle facce degli attori è molto contagioso, e il pesce preistorico fa il suo dovere quando c’è da portare a casa la sezione più spettacolare, quella che, forse anche solo per un secondo, farà venire un po’ di paura all’idea di tornare in acqua…
La recensione in breve
Anche se con qualche titubanza, l'adattamento del romanzo di Steve Alten è un divertimento oceanico in piena regola, spudoratamente e gioiosamente poco serio e con un grandissimo Jason Statham in conflitto con lo squalo gigante.
- Voto CinemaSerieTV