Il film: Spaceman, 2024. Regia: Johan Renck. Cast: Adam Sandler, Carey Mulligan, Kunal Nayyar, Lena Olin, Isabella Rossellini, Paul Dano.
Genere: fantascienza, drammatico. Durata: 121 minuti. Dove l’abbiamo visto: alla Berlinale, in lingua originale.
Trama: Un astronauta è alle prese con dei dubbi esistenziali mentre cerca di completare la sua missione nello spazio.
È dal 2015 che, salvo occasionali uscite tecniche in ottica premi, Adam Sandler non è protagonista di un film live-action destinato alla sala, avendo firmato un accordo con Netflix che il comico statunitense continua a rinnovare. Principalmente si tratta di un modo per continuare a produrre con la sua società Happy Madison, realizzando titoli in cui recita o lui o qualcuno dei suoi sodali storici (tra cui Kevin James e David Spade). Ma capita anche che l’attore faccia capolino nei progetti altrui, e così è stato per il film di cui parliamo nella nostra recensione di Spaceman, lungometraggio presentato in anteprima mondiale, fuori concorso, alla Berlinale, prima di approdare in streaming.
L’astronauta innamorato
Jakub Procházka ha sempre sognato di fare l’astronauta, e quell’aspirazione si è concretizzata grazie a missioni che solo la Repubblica Ceca è disposta a portare a termine. Da mesi, ormai, Jakub è diretto verso una misteriosa nuvola per raccogliere campioni di polvere spaziale, ed è quotidianamente in contatto con i colleghi sulla Terra e, quando possibile, con la moglie Lenka. Ma quando lei smette di rispondere lui comincia ad avere dei dubbi sul futuro della loro relazione quando sarà tornato a casa, e le incertezze aumentano quando Jakub scopre una presenza a bordo: una creatura dalle sembianze quasi ragnesche, proveniente dall’alba dei tempi, che si è interessata al destino dell’astronauta. Battezzato Hanus, questo alieno terrà compagnia a Jakub mentre la fine della missione si avvicina…
Da Sandman a Spaceman
Al centro di tutto c’è un misurato Adam Sandler, che mette a nudo il suo lato più umano nei panni di Jakub, abilmente supportato da Paul Dano come voce di Hanus, la creatura che fa riemergere le emozioni soppresse dell’astronauta fissato con la propria missione. Nel reparto terrestre c’è la sempre brava Carey Mulligan nei panni di Lenka, la più interessante delle presenze sul nostro pianeta per quanto concerne il cast di contorno, anche se non è priva di sostanza la partecipazione di Isabella Rossellini come cinica organizzatrice della missione di Jakub. Come Sandler, anche Kunal Nayyar, noto principalmente come attore comico (era Raj in The Big Bang Theory), è molto più sottotono, ma poco magnetico poiché alle prese con l’ingrato ruolo di colui che deve soprattutto rispondere alle chiamate dallo spazio.
Grande ambizione, piccolo schermo
La sceneggiatura si basa su un romanzo ceco – ma scritto in inglese – del 2017, Spaceman of Bohemia, e dietro la macchina da presa c’è Johan Renck, cineasta svedese al secondo lungometraggio (il primo risale al 2008) dopo un lungo periodo televisivo, culminato nell’acclamata miniserie HBO Chernobyl. Non un membro della classica scuderia Sandler, insomma, e difatti l’impressione è che, siccome il progetto era comunque in mano a Netflix, il comico sia stato scelto come protagonista per migliorare le prospettive algoritmiche del film una volta arrivato sulla piattaforma. Una strategia di per sé molto intelligente, poiché Renck è un regista dal tocco molto attento all’umanità dei personaggi, capace di far emergere il lato più vulnerabile di Sandler con una performance che è sottilmente disperata e condire quell’umanità con un apparato visivo sopraffino, per quanto derivativo (gli echi di 2001: Odissea nello spazio sono molto palesi), forse un po’ sprecato nel contesto della visione casalinga su un servizio il cui abbonato medio tende a non fare caso a questi dettagli.
La recensione in breve
Adam Sandler è perfettamente misurato, al centro di un progetto ambizioso, non particolarmente originale, ma coinvolgente a sufficienza.
- Voto CinemaSerieTV