Il film: Spider-Man: Across The Spider-Verse, 2023. Regia: Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson. Cast: Shameik Moore, Hailee Steinfeld, Oscar Isaac, Jake Johnson, Issa Rae, Bryan Tyree Henry. Genere: Animazione. Durata: 136 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al cinema, in anteprima stampa.
Trama: Sequel di Spider-Man: Across The Spider-Verse del 2018. Anche in questo film, i destini di Miles Morales e Gwen Stacy si incrocieranno nuovamente per fermare una minaccia che sta per sgretolare la realtà come la conosciamo: gli universi paralleli in cui vivono i molteplici Spider-Man stanno collassando a causa di una misteriosa nemesi capace di controllare con il suo corpo le regole del multiverso.
Cinque anni fa è stato compiuto un miracolo. Nel 2018 Sony Pictures Animation dà vita a Spider-Man: Un nuovo universo, film d’animazione rivoluzionario diretto da Bob Persichetti, Rodney Rothman e Peter Ramsey su soggetto originale di Phil Lord e Chris Miller, anche produttori. Un progetto cinematografico che non solo si distanziava narrativamente dal Peter Parker interpretato da Tom Holland nel Marvel Cinematic Universe di Kevin Feige, ma che anticipava di un paio di anni quello che sarebbe stato il leitmotif imperante della nuova fase di lungometraggi dell’MCU: il multiverso. Per farlo, Sony realizza un capolavoro contemporaneo che mescola animazione tradizionale 2D a quella in CGI; il risultato è stato un mélange di linguaggi fumettistici differenti ed insospettabilmente armoniosi che hanno regalato alla produzione addirittura un Oscar.
Ora, cinque anni dopo il debutto nelle sale del primo capitolo, arriva giovedì 1 giugno il sequel tanto atteso, prima parte di quello che sarà un gran finale suddiviso in due appuntamenti cinematografici. Nella nostra recensione di Spider-Man: Across The Spider-Verse vi spiegheremo perché il seguito diretto a sei mani da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson si attesti a conti fatti come uno dei migliori prodotti multimediali mai realizzati sulla figura di Spider-Man. Fino ad oggi.
La trama: biglietto di sola andata per il multiverso
Dopo essersi riunito con Gwen Stacy, l’amichevole Spider-Man di Brooklyn Miles Morales viene catapultato nelle pieghe del multiverso, dove incontra la squadra di Spider-Eroi incaricata di proteggerne l’esistenza. Ma quando i protettori del multiverso si dimostrano intransigenti sul modo migliore per affrontare una nuova e temibile minaccia, Miles si ritrova solo contro gli altri Spider-Eroi a difendere il suo punto di vista. Tutto, pur di salvare la persona che ama di più al mondo.
Questa è la premessa di Spider-Man: Across The Spider-Verse, diretto da Dos Santos, Powers e Thompson su sceneggiatura originale di Chris Miller e Phil Lord; un sequel che conferma ancora una volta la straordinaria efficacia narrativa delle tecniche d’animazione utilizzate nella sua realizzazione; un mix tra CGI e tradizione fumettistica d’antan che concretizza la filosofia artistica del progetto targato Marvel e Sony: nel multiverso, tutti possono essere Spider-Man e tutto è possibile, anche giocare con le iterazioni del personaggio creato da Stan Lee nel passato, nel presente e nel futuro della figura pop. Stavolta però, la posta in gioco è molto più alta rispetto a prima.
Una storia di ribellione adolescenziale
La posta in gioco si innalza considerevolmente perché Spider-Man: Across The Spider-Verse ha l’inusitata ambizione non solo di ergersi a monumentale prima parte dell’epica conclusione per il protagonista Miles Morales (il terzo appuntamento, Beyond The Spider-Verse, arriverà nelle sale di tutto il mondo a marzo 2024), ma anche di raccontare con genuina emozione ed empatia la storia di una (doppia) adolescenza ribelle. Intrappolati nei rispettivi universi, Miles Morales e Gwen Stacy nascondono la propria identità ai genitori, frequentano il liceo e soffrono di tutti i patemi che affliggono l’esistenza dei loro coetanei di tutto il mondo, tra conflitti trans-generazionali genitore/figlio e prime pulsioni sentimentali.
Un affresco di pubertà ribelli che ben si sposa con l’ambizione del sequel diretto da Dos Santos, Thompson e Powers: dipingere con le più straordinarie ed evocative tecniche di animazione di ieri e di oggi le mille sfumature di un’adolescenza controcorrente desiderosa di trovare il proprio posto del mondo; o quantomeno, negli infiniti mondi paralleli in cui esiste la figura di Spider-Man. Una missione di certo non facile quella che accettano di intraprendere Gwen e Miles, intrappolati nella ragnatela di una nuova nemesi che minaccia non solo di sgretolare il flebile equilibrio dei multiversi esistenti, ma di annientare ciò che di più prezioso ha il giovane protagonista portoricano nella sua vita, nonostante tutto: suo padre, da poco appuntato capitano di polizia a Brooklyn.
I colori dell’anima
Eccolo quindi il cuore pulsante di Spider-Man: Across The Spider-Verse, quello che batte con vigore e con genuino sentimento al centro di questo sequel insospettabilmente emozionante: quello di una gioventù ribelle capace di infrangere anche le regole stesse del continuum spazio-temporale dell’universo (e delle sue infinite versioni) pur di salvare ciò che di più importante si possiede nella vita, l’amore dei propri genitori. L’epopea di Miles Morales questa volta si tramuta in spettacolare viaggio attraverso innumerevoli mondi, infiniti canoni ed identità di Spider-Man, una corsa contro il tempo, contro le possibilità di un gesto, di una scelta capace di cambiare per sempre il proprio destino e il futuro di un mondi interi.
Ad esaltare le ambizioni narrative e contenutistiche del sequel Sony (che forse, se proprio è da scovare un neo all’interno del film, vengono spesso e volentieri reiterate su un minutaggio-record di due ore e mezza fin troppo dense) ci pensa ancora una volta l’animazione eclettica ed esuberante usata per realizzare il lungometraggio nato dalla mente del duo Lord/Miller: tra tecniche di disegno d’epoca che enfatizzano e riproducono alla perfezione le identità degli Spider-Man del passato/presente fumettistico e post-produzione in CGI, l’assetto visuale di Across The Spider-Verse è il canto ideale nel tessere le note di tutti gli infiniti colori dell’anima ribelle dei suoi due irresistibili (e umanissimi) protagonisti.
Il miglior film su Spider-Man mai realizzato?
Una tacita convergenza di intenti, quella contenutistica e squisitamente tecnica, che lo rende a conti fatti un secondo capitolo praticamente perfetto, tanto che alla fine dell’opera centrale di quella che sta per diventare una trilogia, ci si chiede, a bocca spalancata e con gli occhi e le orecchie ancora cariche di adrenalina ed onesta emozione, se non si è assistito al miglior prodotto cinematografico mai realizzato sul fascino e l’eredità di Spider-Man nell’immaginario pop del secolo scorso e di quello in corso.
Sempre che il già attesissimo Spider-Man: Beyond The Spider-Verse programmato da Sony Pictures Animation per il prossimo 29 marzo 2024 non rubi la corona al suo predecessore. Con buona pace di Tom Holland e del Marvel Cinematic Universe ancora in (traballante) corso.
La recensione in breve
Spider-Man: Across The Spider-Verse è un sequel all'altezza del primo, rivoluzionario capitolo targato Marvel e Sony, tanto che espande fino al parossismo le infinite possibilità narrative e visive del multiverso, senza però dimenticare il cuore dell'intero progetto cinematografico ideato da Lord e Miller: raccontare con genuinità ed emozione sincera la storia di un'adolescenza anomala ed avvincente.
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