Il film: The Apparition, 2012. Diretto da: Todd Lincoln. Genere: Horror. Cast: Ashley Greene, Sebastian Stan e Tom Felton. Durata: 83 minuti. Dove l’abbiamo visto: In homevideo.
Trama: Un’oscura entità perseguita una coppia di sfortunati fidanzati.
A chi è consigliato? A chi ha pochissime aspettative sui propri horror.
Non è detto che quando un film horror prende spunto da altre pellicole, magari quelle più famose che hanno segnato la storia del genere, non possa comunque soddisfare lo spettatore alla ricerca di atmosfere da brivido e salti sulla poltrona. Il mondo dell’orrore cinematografico è ricco di topoi che si ripetono, di trame che procedono su binari più o meno simili, ma anche le pellicole più derivative possono attrarre chi guarda e trovare il modo di accontentare la sua voglia di terrore più “familiare”. La sensazione di “già visto” ci accompagna non appena iniziata la visione di The Apparition, il film di Todd Lincoln prende infatti a piene mani da opere come Paranormal Activity, Poltergeist – addirittura c’è una scena che sembra tirata direttamente fuori da The Ring o da The Grudge – ma rispetto questi titoli è talmente carente dal punto di vista dello sviluppo narrativo e della costruzione dei personaggi da non soddisfare nemmeno le aspettative più minime.
Come vedremo in questa recensione di The Apparition i due protagonisti – interpretati da Ashley Green e da Sebastian Stan – si trascinano come lo spettatore verso un finale affrettato e poco coerente con il resto, tra prevedibili jump scares e colpi di scena senza mordente. Non c’è redenzione per questo The Apparition, che non accontenterà nemmeno il pubblico meno avvezzo agli horror, che lo troverà senza dubbio noioso e per nulla coinvolgente.
Un’entità malvagia da un altra dimensione
Il film si apre con un gruppo di studenti universitari intenti a portare avanti una seduta spiritica, rituale ispirato a quello svolto diversi decenni prima da altre sei persone (nemmeno lontamente scoraggiati dal fatto che sia finito in tragedia). L’idea è quella di dimostrare l’esistenza del mondo degli spiriti contattando un uomo deceduto, tal Charles Reamer. Come potrete immaginare non sarà il fantasma desiderato a rispondere alla loro chiamata, ma qualcosa di ben più oscuro e maligno, che rovinerà per sempre le loro vite.
Anni dopo uno di quei sconsiderati ragazzi sta cercando di ricostruirsi una vita con la nuova fidanzata (la precedente è scomparsa dopo la seduta fallita), ma purtroppo il mondo del paranormale non sembra volerlo lasciare in pace. Ben (Sebastian Stan) e la sua ragazza Kelly (Ashley Green) si sono trasferiti in una nuova casa ma iniziano fin fa subito da subito ad essere perseguitati da una serie di eventi inquietanti: mobili che si spostano, vestiti annodati da una forza misteriosa, animali che vengono presi da strani malori non appena mettono piede in casa loro. Insomma, qualcosa è deciso a trascinarli in un incubo da cui non pare esserci possibilità di uscita. Nemmeno l’intervento di uno dei vecchi amici di Ben, Patrick (Tom Felton), riesce a migliorare la situazione, ma anzi le cose si fanno sempre più terribili e sinistre…
Un horror senza orrore
Come vi abbiamo già anticipato in apertura il film diretto da Todd Lincoln non ha dalla sua né una solida sceneggiatura – Chi è questa entità demoniaca? Che cosa vuole? Come agisce? Non lo scopriremo mai – né una costruzione dei personaggi per lo meno decente. Le motivazioni dei protagonisti, infatti, non vengono abbozzate al di là del “cerchiamo di sopravvivere il più possibile”, e i due interpreti non mostrano nemmeno quel minimo di chimica per risultare credibili come coppia innamorata.
Il difetto peggiore del film, però, è che purtroppo non riesce mai a spaventare lo spettatore, imperdonabile per un film horror. Previdibilissimo e dai tempi completamente sbagliati (alcune sequenze sono troppo veloci per colpire, altre decisamente troppo lente), il film non trova mai il giusto ritmo per trascinare lo spettatore, che fatica anche solo a sentirsi inquietato. C’è poco altro da dire di questo film che non riesce mai a trovare la propria identità: i film da cui prende spunto sono tanti – c’è qualcosa di orinale? difficile a dirsi! – ma di una cosa siamo certi, The Apparition non diventerà mai a sua volta fonte di ispirazione.
La recensione in breve
The Apparition offre poco e niente al suo spettatore, che non trova nemmeno quel minimo sindacale di brividi che dovrebbero caratterizzare qualsiasi film horror.
Pro
- Alcune idee, se sviluppate meglio, sarebbero state interessanti...
Contro
- ...peccato che non si sfaccia mai lo sforzo di approfondirle
- I personaggi sono piatti e privi di motivazioni
- Le svolte e il finale sono previdibilissimi
- La sceneggiatura è piena di lacune
- Voto CinemaSerieTV