Il film: The Ceremony – Invito mortale, 2022. Regia: Jessica M. Thompson. Genere: Horror. Cast: Nathalie Emmanuel, Thomas Doherty, Stephanie Corneliussen, Alana Boden, Hugh Skinner, Sean Pertwee. Durata: 104 minuti. Dove l’abbiamo visto: Su Netflix in lingua originale.
Trama: Una squattrinata artista newyorkese, Evelyn, viene invita a conoscere la famiglia con cui non aveva mai avuto contatti. La giovane donna scoprirà che nel maniero dove viene invitata si nascondono dei misteriosi segreti, e che i suoi sorridenti e gentili familiare potrebbero avere su di lei delle mire sinistre…
A visione ultimata dell’horror The Ceremony – Invito mortale, arrivato su Netflix dopo essere uscito negli State nel 2022, la sensazione è una sola: quanto potenziale sprecato. Che si trattasse di una storia che volutamente si prende poco sul serio, di quei film senza troppe pretese perfetti per staccare la mente dopo una giornata faticosa, lo sapevamo ancor prima di cliccare play, e questo – non ci stancheremmo mai di ripeterlo, non è necessariamente un difetto, ci sono titoli che fanno orgogliosamente parte della categoria guilty pleasure, che offrono quell’intrattenimento leggero di cui a volte si ha così tanto bisogno e che apprezziamo proprio per questo.
Come vedremo però in questa recensione di The Ceremony – Invito Mortale (in originale The Invitation, un titolo che potrebbe confondere visto l’omonimo e decisamente più di successo horror del 2015), il film diretto da Jessica M. Thompson offre nella prima metà quello che ci aspettavamo da un titolo questo tipo ma anche di più: un’interprete convincente e con cui è davvero facile empatizzare, ottime atmosfere, scenografie e ambientazioni azzeccatissime e una tensione crescente, pur nei limiti di una storia che parla di nobili inglesi che sono in realtà un’antica setta di vampiri. Addirittura ci avevamo visto pure un certa critica al razzismo, ritrovando certe dinamiche del cult di Jordan Peele Scappa – Get Out. Nella sua seconda metà, però, il film prende una piega decisamente più kitsch di quello ci saremmo aspettati, sostituendo un’estetica esageratamente camp a tutto ciò che di buono aveva costruito fino a quel momento. Peccato, perché il potenziale questa volta c’era davvero.
Da New York all’Inghilterra
Evelyn (Nathalie Emmanuel) è un’artista squattrinata che sbarca il lunario lavorando come cameriera. Essendo orfana di entrambi i genitori, un giorno quasi per gioco fa un test del DNA per approfondire le sue origini e scoprire se ci sono membri della sua famiglia che non ha mai conosciuto. Incredibilmente viene subito contattata da un cugino, un ricco imprenditore inglese appartenente alla nobile famiglia degli Alexander. Dopo essersi incontrati, l’affascinante ed (esageratamente) entusiasta cugino, la invita ad un matrimonio nella tenuta di campagna di un ricco amico di famiglia, dove la ragazza avrà la possibilità di incontrare tutto il clan degli Alexander, che non vedono l’ora di conoscerla.
Evelyn, che sente il bisogno di appartenere finalmente ad una famiglia, accetta senza esitazione. Una volta arrivata in Inghilterra si ritrova trascinata nella scintillante vita degli Alexander, tra cameriere personali, cene di gala e abiti da far girare la testa. A sconvolgerla più che mai, però, la presenza dell’incredibilmente affascinante padrone di casa Walter (Thomas Doherty): ricchissimo, nobilissimo e, sopratutto, bellissimo. Non ci vuole molto perchè Walt sia capace di conquistarla, e la ragazza più i giorni passano più si sentirà vicina a lui, anche se sente che nella casa c’è qualcosa di strano, qualcosa di profondamente inquietante. Anche le due damigelle della sposa (che ancora non ha conosciuto) nascondono certamente qualcosa, un segreto terribile di cui Evelyn non si sarebbe mai immaginata di diventare parte…
Solo la prima parte convince
Come vi anticipavamo in apertura la storia parte da delle premesse interessanti e, anche se spesso abusa dei jump scares per spaventare lo spettatore, è capace di creare la giusta atmosfera in cui ambientare un racconto di vampiri. Se avessimo dovuto giudicare solo la prima parte del film ci saremmo ritenuti decisamente soddisfatti dalla visione, sempre consapevoli dei limiti che un titolo come questo si porta dietro: dalla banalità delle svolte alla stereotipizzazione dei personaggi, The Ceremony – Invito mortale ci avrebbe dato esattamente quello che ci aveva promesso (con una spolverata di critica sociale alla Peele, un vero peccato che non sia stata esplorata di più). Dalla seconda metà, però, durante una cena che è una versione a basso budget del famoso party mascherato di Eyes Wide Shut, nel momento che dovrebbe essere della grande rivelazione, le cose prendono una svolta decisamente troppo repentina verso il territorio del trash e dell’eccessivamente camp.
I personaggi di contorno (sopratutto quello di Thomas Doherty) subiscono un cambiamento radicale, così velocemente da stupire anche lo spettatore che sospettava già dove tutto sarebbe andato a parare. Le fonte di ispirazione per The Ceremony si fanno man mano piuttosto chiare, permettendo a chi guarda di prevedere la strada che prenderà dalla trama ben prima del momento della grande rivelazione: nemmeno lo spettatore più scafato si sarebbe però aspettato un cambio di tono così esagerato, in un finale che oltre ad essere decisamente affrettato sfocia a tratti nel ridicolo, con momenti molto più grotteschi che spaventosi ed inquietanti.
Ottima scelta per l’attrice protagonista
A risollevare le sorti di una pellicola nel complesso piuttosto deludente ci pensa però l’attrice principale Nathalie Emmanuel, che avevamo già incontrato ed apprezzato ne Il trono di Spade. Emmanuel, anche nei momenti più assurdi di questa storia, risulta convincente e credibile, permettendo allo spettatore di empatizzare con quello che le sta accadendo molto di più di quanto probabilmente sarebbe successo se al suo posto ci fosse un’altra attrice. Peccato per tutto il resto dei personaggi che, anche dove ci sarebbe stato lo spazio per approfondire un po’ di più (siamo sopratutto incuriositi dalla storia delle due mogli/damigelle d’onore), restano eccessivamente bidimensionali.
The Ceremony - Invito mortale è un film dalle buone premesse ma che prende una svolta eccessivamente camp nella sua seconda parte. Peccato perché inizialmente ci aveva catturato.
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