Il film: The Deliverance – La redenzione2, 2024. Diretto da: Lee Daniels. Genere: Horror. Cast: Andra Day, Glenn Close, Aunjanue Ellis-Taylor e Mo’Nique. Durata: 8 episodi/50 minuti circa. Dove l’abbiamo vista: In anteprima stampa ed in lingua originale su Netflix.
Trama: Una famiglia si trasferisce in una nuova casa, ma qualcosa di sinistro si nasconde nelle sue fondamenta, mettendo in pericolo tanto la madre Ebony che i suoi bambini.
A chi è consigliata? Agli amanti del genere fantasy più puro, a chi ha apprezzato le saghe di Peter Jackson e le opere di Tolkien.
Su Netflix fa il suo debutto The Deliverance – La redenzione, un horror che cerca di rifarsi ai classici del genere (in particolare quelli sulle possessioni demoniache) declinando il tutto su temi di interesse sociale, “a la Jordan Peele” per intenderci. Il risultato, come vedremo in questa recensione, non è purtroppo dei migliori: la storia – ispirata come nella migliore delle tradizioni ad “eventi realmente accaduti” – è confusa e poco coerente; i protagonisti, tra cui spicca una Glenn Close un po’ fuori posto, poco approfonditi ed interessanti. La natura di horror sociale, poi, si perde quasi completamente in una seconda parte caciarona e che non riesce a mettere freno al grottesco e al ridicolo. Peccato perchè le premesse erano anche interessanti, ma sono state sviluppate malissimo.
Una casa demoniaca
Al centro di questa storia troviamo Ebony (Andra Day), una madre single con un passato dal alcolista. Lei, nonna Alberta (Glenn Close) e i tre figli Nate, Shante e Andre si trasferiscono in una nuova casa con l’intenzione di rifarsi una vita. Qualcosa di maligno si nasconde però nelle fondamenta della nuova abitazione e, pur essendo la sua influenza evidente sui piccoli di casa, nessuno sembra credere ad una donna instabile come Ebony, né a sua madre, malata da tempo di cancro.
A rendere la situazione ancor più difficile e precaria di quel che già non sia ci si mettono infatti gli assistenti sociali, in attesa di ogni minimo errore di Ebony per toglierle l’affidamento dei suoi bambini. L’unica che sembra credere che qualcosa di maligno e soprannaturale si annidi davvero in casa di Ebony ed Alberta è una strana donna, da giorni appostata per strada ad osservarli…
Tra l’esorcista e Jordan Peele
Fin da subito, come vi anticipavamo anche in apertura, si percepisce il tentativo di regista ed autori di conferire al film un’identità da horror sociale, ossia quel genere di opere del terrore che, trattando certi temi, si fanno critica della società in cui viviamo. L’autore simbolo di questo filone è senza dubbio Jordan Peele, regista che è stato capace di raccontare razzismo e disparità sociale negli Stati Uniti utilizzando l’horror in maniera innovativa ed accattivante. Nell’opera diretta da Lee Daniels non c’è però nulla di quell’acume che ha reso famoso Peele, se non le mere intenzioni.
Abbiamo una famiglia nera, un trauma generazionale, abusi e violenza che sono un morbo che si diffonde da genitori a figli ed una società che prima di accogliere, di proteggere, discrimina ed isola. Il contesto è quello, ma la narrazione sfocia fin da subito in una brutta copia de L’esorcista (al punto che vengono ripetute alcune delle battute più iconiche del film!): l’ultima parte del film, in cui la natura demoniaca del villain si fa evidente, si muove tra ridicolo e grottesco, senza mai trovare il giusto tono e le atmosfere inquietanti che hanno fatto la fortuna del film di Friedkin e di tanti capolavori horror prima e dopo di lui.
Anche le interpretazioni dei protagonisti, da Andra Day alla stessa Glenn Close, cedono sotto il peso del tono da parodia del film (c’è una scena in particolare, alla fine, che ci ha fatto pensare ad un capitolo della fortuna saga comica di Scary Movie…) e non riescono a salvare una storia che, almeno nelle premesse, sarebbe potuta essere interessante.
La recensione in breve
Un horror le cui buone premesse vengono velocemente sprecate e che si conclude in un finale tra il ridicolo e il grottesco.
Pro
- Le premesse erano interessanti...
Contro
- ...Peccato che siano state sviluppate male
- Il finale tra il grottesco e il ridicolo
- Alcune parti si rifanno troppo ad altri film
- Voto CinemaSerieTV.it