Il film: The Estate, 2022. Regia: Dean Craig. Genere: Commedia. Cast: Anna Faris, Toni Collette, Kathleen Turner, David Duchovny, Ron Livingston, Rosemarie DeWitt. Durata: 96 minuti. Dove l’abbiamo visto: Sky.
Trama: Due sorelle cercano di blandire la loro bisbetica zia, malata terminale, per ottenere la sua eredità e salvare il loro bar. Salvo poi scoprire che anche gli altri membri della loro famiglia hanno lo stesso piano.
Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo, diceva Lev Tolstoj in Anna Karenina. In effetti è il presupposto di ogni black comedy che si rispetti che abbia come cuore narrativo la famiglia e le sue mille disfunzioni. Genitori che non amano mai abbastanza, invidie, gelosie, tutto confluisce in un grande calderone che dovrebbe (nella migliore delle ipotesi) scatenare una riflessione su certe dinamiche umane. The Estate di Dean Craig ci prova, ogni tanto fa sorridere, ma di sicuro è privo di qualsiasi profondità. Il che non sarebbe un problema se, di contro, facesse molto ridere. Ma come vedremo nella recensione di The Estate, l’obiettivo non è stato centrato. Ed è un peccato sprecare il talento comico di Anna Faris, la grazia di Toni Collette e la presenza di una regina come Kathleen Turner.
La trama: parenti serpenti
Macey e Savannah sono due sorelle che cercano di far sopravvivere il loro business, un bar che cade a pezzi, ma annaspano disperatamente in un mare di debiti. Quando tutto sembra perduto, ecco che arriva l’idea, non originale, in verità: cercare di convincere la terribile zia Hilda, malata terminale, a lasciargli l’ingente eredità. Ecco che le due si trasformano, dal giorno alla notte, nelle nipoti più amorevoli. Tutto sarebbe perfetto se non fosse per un piccolo particolare: anche altri familiari, a partire dalla terribile cugina Beatrice, hanno avuto la loro stessa intuizione. Per non parlare del cugino Richard, detto Dick, che continua a fare avances inappropriate a Macey, in virtù di una non meglio identificata cotta giovanile. E mentre Hilda ripensa ai tempi passati e al grande amore della sua vita Bill, le e i nipoti si danno battaglia. Cosa succederà? A chi lascerà i suoi soldi zia Hilda?
Una famiglia americana
Non c’è commedia che non abbia da qualche parte una famiglia disfunzionale. È impossibile che il meccanismo della risata, da quella più sguaiata a quella più sottile, non parta da un qualche tipo di problema annidato nel primo habitat di ogni essere umano. E i problemi possono essere i più vari, come detto, da quelli sentimentali a quelli economici. Dunque, dato un punto di partenza X comune a mille e una storia, il risultato è dato dallo svolgimento di questo. E qui, il regista Dean Craig sbaglia misura, anche se all’apparenza gli ingredienti di The Estate dovrebbero essere a posto.
Abbiamo tutto il catalogo dei parenti sgradevoli: la perfettina che pensa di essere di essere nelle grazie della zia morente, la giovane perditempo che vuole solo i soldi, il playboy che ha sparato tutte le sue cartucce e, infine, la timida che non riesce proprio a incastrarsi in questo quadro semi-delirante. E qui le cose sono due: o ci si lascia andare a questo campionario di mostruosità e bassezze, accettando di buon grado di trovarci davanti a un prodotto fatto per “scandalizzare”, che si rivolge alla pancia del pubblico. O vediamo il film per quello che è: un’opera mediocre. Questione di sensibilità, ovviamente.
Occasione sprecata
Non c’è originalità, non c’è guizzo. E quel che è peggio, non c’è divertimento in questa storia scritta col pilota automatico. Tra un conato di vomito e l’altro dei personaggi, la storia si srotola tra mille luoghi comuni. E ci si rende conto di quanto invece sia necessario l’equilibrio quando si maneggia un materiale del genere. Non basta qualche situazione strana o una battuta di dubbio gusto (ce n’è per ogni esigenza, anche un membro maschile maneggiato da Macey e Savannah) per potersi fregiare del titolo di politicamente scorretto.
Pensate a un capolavoro del black humor come Parenti serpenti di Mario Monicelli, dove la storia, acre più che mai, approda a un epilogo nerissimo, costruito pazientemente alternando ferocia e dolcezza, cattiveria e tenerezza. Il confronto è ingeneroso, ma necessario.
The Estate è un film che avrebbe potuto assestarsi sulla sufficienza, sfruttando un canovaccio classico e che invece, annegando in un mare di banalità e con un regia superficiale, spreca tutto. Sia il minimo potenziale della storia, che forse in altre mani avrebbe potuto riservare qualcosa in più, che di un cast formato comunque da attrici e attori solitamente in palla: Anna Faris, Toni Collette, David Duchovny e Kathleen Turner. Peccato.
La recensione in breve
The Estate è una commedia nera che funziona solo a tratti. Sufficientemente divertente in alcuni passaggi, cede al cattivo gusto in più di un'occasione. Può andare come divertissement per una serata casalinga scaccia pensieri. Ma forse si può trovare di meglio.
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Il voto di CinemaSerieTv