Il film: The Featherweight, 2023. Regia: Robert Kolodny. Cast: James Madio, Ruby Wolf, Keir Gilchrist. Genere: Documentario, sportivo. Durata: 99 minuti. Dove l’abbiamo visto: Al Festival di Venezia 2023.
Trama: Willie Pep, il pugile con più vittorie nella storia della boxe, ha appeso i guanti al chiodo da diverso tempo. Ora ha deciso di tornare sul ring e una troupe di documentaristi lo segue nel privato e nel pubblico.
Ci sono uomini che non possono accettare l’idea del tempo che gli scorra via fra le mani. Semplicemente non sono capaci di affrontare l’inevitabilità del domani. Allora scalpitano, si innervosiscono, aggrediscono chi e cosa gli sta attorno. È quello che racconta The Featherweight di Robert Kolodny, film presentato nella sezione Orizzonti dell’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Su sceneggiatura di Steve Loff, il film adotta la soluzione del falso documentario, o mockumentary che si voglia, per tracciare il contorno di uno di questi uomini ingabbiati dalle proprie stesse paure. Ne parliamo nella nostra recensione di The Featherweight.
La trama di The Featherweight
1954. Il pugile italo-americano Willie Pep (qui interpretato da James Madio), campione di pugilato con il maggior numero di vittorie di tutti i tempi e due titoli mondiali nei pesi piuma sulle spalle, ha ormai superati i quarant’anni e ha lasciato i guantoni al chiodo già da un bel pezzo.
In pieno declino e con una vita personale sempre più in frantumi, decide di tornare sul ring per dimostrare ancora una volta il proprio valore. A quel punto, una troupe di documentaristi entra nella sua vita e testimonia ogni momento privato e pubblico della vita di Willie. Non lo lasciano praticamente mai, scorgendo gli istanti più intimi di un vissuto diviso tra le tensioni casalinghe – dove convivono la moglie (Ruby Wolf), la madre (Imma Aiello) e il figlio (Keir Gilchrist) – e il poco credito che anche il suo ex-allenatore (Stephen Lang) è disposto a concedergli.
Un tentativo ibrido apprezzabile, ma non riuscito
Sulla carta, potrebbe anche essere interessante l’angolatura alla quale The Featherweight sceglie di porsi per inquadrare un uomo messo alle corde come Willie. Avrebbe anche un suo senso sfruttare l’immediatezza, il non filtraggio delle informazioni, delle immagini e dei momenti che deriva dal raccontare quello che vuole raccontare tramite l’uso di un falso documentario.
Ecco, sulla carta, perché nel momento della messa in realizzazione il film di Kolodny pare sempre scontare, minuto dopo minuto, una mancanza di sostanziale solidità. Che non sia un film sportivo è presto chiaro, è interessato a fare tutt’altro, e quindi l’esigenza del porre l’accento sulla preparazione atletica, sull’enfasi di un grande incontro o di un grande avvenimento all’orizzonte è scansata di lato.
Rinunciando a questo, però, viene meno anche il mordente di un’opera in cui il racconto fatto dell’uomo e dei suoi turbamenti non giustifica mai realmente la necessità del falso documentario. Nel senso che le cose raccontate e il modo in cui le si raccontano paiono chiamare la forma classica del biopic, qui compresso a forza nelle traiettorie irrigidite di un mockumentary in cui non si riesce a credere per davvero.
Più vezzo che funzionalità
Insomma ci si concentra, o distrae, più sullo scollamento rappresentativo che sulla figura di Willie, personaggio densissimo che The Featherweight riesce a tratteggiare a fatica nonostante sia impersonato da Madio come un animale in gabbia, scalpitante, irrequieto, sempre pronto a sconfinare dentro e fuori dall’inquadratura.
Uno sforzo che, a fronte di una fattura mimetica buona sulla tecnica e sulla resa, rimane abortito nel mezzo. Kolodny non riesce a mascherare il vezzo con la funzionalità, lasciando che a strabordare sia quindi il palesarsi dell’operazione che fagocita tutto ciò che contiene e che la circonda.
La recensione in breve
L'idea che ha The Featherweight di sfruttare il falso documentario per narrare la storia di un uomo alle corde è intrigante. Nella realizzazione, però, questo atipico biopic non riesce mai a creare mordente sulla vita del pugile Willie Pep.
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