Il film: The Lost City, 2022. Regia: Aaron e Adam Nee. Genere: Commedia, romantico. Cast: Sandra Bullock, Channing Tatum, Daniel Radcliffe, Brad Pitt. Durata: 112 minuti. Dove l’abbiamo visto: su Prime Video.
Trama: Loretta Sage è una scrittrice di romanzi avventurosi la cui vita non è avventurosa. Rapita da un eccentrico miliardario convinto che lei possegga la mappa di un tesoro prezioso, Loretta deve essere salvata da un improbabile eroe: il modello delle copertine dei suoi libri, Alan Caprison.
Se c’è una cosa che amiamo di Sandra Bullock è il suo talento naturale di attrice brillante. Nonostante in carriera non abbia disdegnato incursioni nel dramma (come nel bel The Unforgivable), questa interprete dà il meglio di sé nelle commedie, meglio ancora se sofisticate con un pizzico abbondante di romanticismo. Ora, The Lost City è tutto tranne che una commedia sofisticata, ma raggiunge un equilibrio accettabile tra action, umorismo e sentimento, proprio grazie alla tempra della sua protagonista. E a un comprimario muscoloso come Channing Tatum, molto autoironico. Gli ingredienti del film, disponibile su Netflix dal 5 novembre, sono tutti qui. E come vedremo nella nostra recensione di The Lost City, sono stati cucinati in maniera sufficientemente saporita da Aaron e Adam Nee.
La trama: all’inseguimento dell’amore
Loretta Sage (Sandra Bullock) è una scrittrice di romanzi avventurosi, molto rosa, incentrati sul personaggio di Dash McMahon. Nonostante il grande successo, la donna non riesce più a essere felice, dopo la morte del marito archeologo. Così decide che il suo ultimo libro sarà a tutti gli effetti il capitolo conclusivo della carriera. Non la pensa così la sua agente che la obbliga a un ennesimo tour promozionale. Per giunta al fianco di Alan Caprison (Channing Tatum), il modello delle copertine di tutti i suoi lavori. Un tipo aitante dai lunghi capelli biondi che fa palpitare il pubblico femminile e che crede di essere davvero Dash.
Quando Loretta viene rapita dall’eccentrico milionario Abigail Fairfax (Daniel Radcliffe), convinto che la donna conosca il luogo in cui è nascosto un tesoro inestimabile, Alan, segretamente innamorato di lei, indossa davvero i panni di Dash e corre a salvarla. Dapprima si fa aiutare da Jack Trainer (Brad Pitt), un ex Navy Seal che si è riciclato come agente da missioni impossibili. Poi quando l’uomo viene ucciso, prosegue la missione tutto da solo. Con esiti esilaranti. I buoni vinceranno. Soprattutto, l’amore vincerà. Perché alla fine è il tesoro che tutte e tutti noi cerchiamo.
Tornano gli anni ’80
L’operazione dei fratelli Nee è limpida e facilmente leggibile, ovvero rinfrescare le rom-action anni ’80 come All’inseguimento della pietra verde e Il gioiello del Nilo, cucendo The Lost City su misura per Sandra Bullock. Il risultato è divertente, pur se lontano anni luce da una compiutezza estetica e narrativa. Questo però non è un limite. Almeno non in un film che smaccatamente si rifà a modelli consolidati e che trova nel puro e genuino divertimento il suo cuore. Ritroviamo tutti quegli elementi che hanno fatto la fortuna del mini franchise con Michael Douglas e Kathleen Turner: le location esotiche, i cattivi a la 007 (Radcliffe è molto molto buffo), le battute al fulmicotone. Con in più una rilettura moderna su femminile e maschile, frutto di tutte le riflessioni che in questi ultimi tempi stanno attraversando il mondo del cinema e della televisione.
Cosa c’è di nuovo
Di nuovo rispetto ai paradigmi del passato, infatti, c’è la rappresentazione dei due protagonisti. L’eroina è sì ancora la dolce pulzella da salvare, ma non è una donna delicata, anzi. Ironica, dalla battuta sempre pronta, sarcastica, la Loretta di Sandra Bullock, bellissima nel suo vestito viola di paillettes, somiglia alla sua interprete, buffa e briosa ma con un pizzico di malinconia. È nel protagonista maschile, però, il cambio di registro più divertente. Antitesi totale a una mascolinità tossica che vorrebbe gli uomini tutti protesi all’azione, senza un minimo di sensibilità, Dash è invece un eroe fragile, alla scoperta di sé stesso e la sua dolcezza è ben incarnata dall’ironico e autoironico Channing Tatum.
Che per la cronaca nella prima parte del film indossa con eleganza una parrucca di lunghi capelli biondi, che lo fa assomigliare proprio ai maschioni che troneggiano sulle cover dei romanzetti rosa dipinte da artisti iper realisti sotto acido. Il ruolo del maschio (super) alfa risolutivo allora è tutto affidato alle sapienti mani di un divertente Brad Pitt, la cui presenza dura come un gatto in tangenziale, ma che forse è la parte più riuscita di tutta l’operazione. The Lost City allora è perfetto? No. Anzi, rischia di essere già fuori tempo massimo e dimenticabile nella sua sostanza primaria. Eppure, visto nella comodità di casa è un’ottima proposta per una serata con pop corn e patatine.
La recensione in breve
Non cercate il capolavoro assoluto, The Lost City è solo una commedia scanzonata che vi farà passare qualche ora di buonumore, con due protagonisti brillanti e affiatati verso i quali proverete simpatia in un battibaleno.
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Voto CinemaSerieTV.it