Il film: The Lost King, 2022. Regia: Stephen Frears. Genere: Biografico, commedia. Cast: Sally Hawkins, Shonagh Price, Helen Katamba, Steve Coogan. Durata: 108 minuti. Dove l’abbiamo visto: Sky Cinema.
Trama: Una storica dilettante sfida la pesante istituzione accademica nei suoi sforzi per trovare i resti di re Riccardo III, che sono andati perduti per oltre 500 anni.
A 5 anni dal dimenticabile Vittoria e Abdul, Stephen Frears è tornato dietro alla macchina da presa per girare una commedia, ispirata a una storia vera, su una donna alla ricerca di un re. Ma non è una fiaba, perché la protagonista di The Lost King non è una principessa che sogna di sposare un valoroso sovrano, ma una storica che, rimasta senza lavoro, vuole avere una nuova missione nella vita. Nella fattispecie, ritrovare le spoglie di re Riccardo III e in qualche modo riabilitare la sua memoria. Come vedremo nella recensione di The Lost King, Frears non ha perso il tocco magico. Quando si tratta di raccontare storie di donne intrise di vitalità, l’autore britannico tira fuori una grazia insospettabile. Anche per uno scorbutico ufficiale come lui.
La trama: Philippa salvi il Re
Philippa Langley è una brava impiegata. Oltre a essere rimasta in buoni rapporti con l’ex marito John, con il quale ha avuto due figli, è molto ammirata dalle colleghe e prossima, a quanto pare, a una promozione molto attesa. Quando il capo le preferisce altre dipendenti molto meno qualificate, qualcosa in lei scatta. In crisi personale, acuita da una malattia cronica che la debilita molto, l’Encefalomielite Mialgica, Philippa trova insospettabili risposte al suo dolore andando a vedere una rappresentazione del Riccardo III di Shakespeare.
In qualche modo si rivede nella figura del monarca, passato alla storia come un violento usurpatore dall’aspetto fisico ripugnante. Studiando la sua vicenda, però, si accorge di quante falsità siano state diffuse su di lui. Entra a far parte dell’associazione dei Riccardiani e giorno dopo giorno si allontana dal suo posto di lavoro per dedicare la vita a una missione: ritrovare i resti di Riccardo, dar loro degna sepoltura e riabilitare così la figura del re agli occhi del mondo. Riuscirà nell’impresa.
Philippa, Philomena e le altre
The Lost King è un piccolo miracolo che si regge su una storia ispirata a un fatto reale, mostrata però con un piglio fantasioso coinvolgente. Philippa, ma bravissima Sally Hawkins, si confronta in continuazione con il “fantasma” di Riccardo (Harry Lloyd) che le appare ora a cavallo in armatura o vestito di tutto punto con tanto di corona. Non è un’allucinazione, ma un espediente narrativo intelligente per esaltare l’aspetto fiabesco di una vicenda che tra tante falle burocratiche e storiche conserva una fortissima dimensione favolistica. C’è nella costante ricerca di Philippa per la verità qualcosa di sacro.
Come se il suo desiderio di esistere attraverso Riccardo ne portasse in luce le grandi qualità di donna. Donna e come tale innamorata delle sensazioni che, fortunatamente, non falliscono mai (anche se in molti vorrebbero diminuirne la potenza). In lei rivediamo la forza di Philomena, altra meravigliosa protagonista di un film di Frears, scritto sempre a partire da una storia vera dalla premiata ditta Steve Coogan e Jeff Pope. Se in quel caso c’era una donna alla ricerca di un figlio che le è stato strappato in giovane età, complice il silenzio della Chiesa, qui c’è una figura femminile che non si ferma davanti a nulla, nemmeno al Moloch dell’università, pur ristabilire la verità. Difficile dire se sia Frears a trarre forza da queste “personagge” o se sia lui stesso a esaltarle nella maniera più giusta. La differenza è impercettibile, ma come spettatrici non possiamo che goderne.
Essere esseri umani
C’è un momento bellissimo del film, un dialogo tra Philippa e il marito John (Steve Coogan), che la invita a riflettere su come non abbia senso santificare gli esseri umani, perché tutte e tutti siamo fatte e fatti di luce e ombra. Crediamo che Frears tratti i suoi personaggi da sempre con questo approccio, sottolineandone con grande trasporto (e anche sano sarcasmo) gli abissi angoscianti e le vette raggiunte. Come non ha senso trasformare Riccardo III in un santino, così anche la protagonista di The Lost King sfugge a una definizione totalizzante e brilla proprio per le sue paure, per il timore di non farcela.
Per questo il suo trionfo appare ancora più grande. The Lost King allora è il generoso racconto di una vittoria costruita a partire dal fango di uno scavo. E interrogando i resti di un re la cui umanità è totale. A cui forse non è stato perdonato il fatto di essere brutto. O semplicemente diverso da quello che nell’idea di un popolo dovrebbe essere l’uomo che guida una nazione. Scritto con grazia e leggerezza, senza trionfalismi, e con tanta ironia, The Lost King è un racconto storico senza crepe.
La recensione in breve
The Lost King è un film leggero e corposo al tempo stesso, diretto da un Frears se non proprio in stato di grazia, di sicuro ad altissimi livelli. Sorretto dalla bella interpretazione di Sally Hawkins, mai gigiona, e da uno script ironico e intelligente.
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Voto CinemaSerieTV