Il film: The Menu, 2022. Regia: Mark Mylod. Cast : Anya Taylor-Joy, Ralph Fiennes, Nicholas Hoult, John Leguizamo, Janet McTeer. Genere: Thriller, Horror. Durata: 106 minuti. Dove l’abbiamo visto: Alla Festa del Cinema di Roma, in lingua originale.
Trama: Una coppia fa un viaggio di piacere in direzione di un’isola sperduta, dove hanno intenzione di mangiare in un ristorante raffinato gestito da uno chef rinomato e molto originale. I suoi menù infatti sono noti nel mondo dell’arte culinaria e della gastronomia gourmet come sorprendenti ed inaspettati.
Giovedì 17 novembre arriverà nelle sale italiane con Searchlight Pictures una delle commedie nere più imperdibili dell’anno; diretto da Mark Mylod da una sceneggiatura originale curata a quattro mani da Seth Reiss e Will Tracy, The Menu è un lungometraggio delizioso e allo stesso tempo corrosivo, che riesce a coniugare miracolosamente toni e linguaggi tipici della commedia surreale ad un approccio squisiamente orrorifico, per mettere in scena una satira pungente sul classismo dell’arte contemporanea e la sua insensatezza. Tra una portata e l’altra di un menù gourmet raffinatissimo ed inaspettato.
Nella nostra recensione di The Menu, film che abbiamo visto in anteprima italiana in occasione della 17° Festa del Cinema di Roma, cercheremo di analizzare in profondità come il lungometraggio di Mark Mylod indaghi con intelligenza ed originalità le strutture tipiche del cinema dell’orrore autoriale post-moderno, mantenendo intatta tutta l’ambizione satirico-sociale di un film di cui, siamo sicuri, parleremo ancora a lungo.
La trama: benvenuti a Hawthorn Island
Dodici individui vengono invitati ad un’esclusiva cena sulla remota isola di Hawthorn Island, ricchi di aspettativa per il menù del rinomato ed eccentrico chef Slowik (Ralph Fiennes), ormai famoso nell’ambiente dell’arte culinaria per i suoi piatti ricercatissimi, audaci ed unici nel loro genere. Tra i dodici invitati al ristorante sull’isola anche la giovane coppia formata da Margot (Anya Taylor-Joy) e Tyler (Nicholas Hoult), desiderosi di intraprendere quello che a tutti gli effetti sarà un viaggio tra le meraviglie gourmet dell’isola. Con qualche macabra sopresa nel mezzo.
Inizia così The Menu, nuovo lungometraggio cinematografico diretto da Mark Mylod, regista che negli ultimi anni ha trovato molto del suo successo partecipando dietro la macchina da presa a serie tv come Il Trono di Spade e Succession. Avvalendosi di una sceneggiatura originale scritta a puntino da Seth Reiss e Will Tracy, il cineasta confeziona una portata culinaria destinata al grande schermo pronta ad essere studiata e lodata da pubblico e critica per la sua mirabile stratificazione narrativa e tematica.
“La natura è eterna, buon appetito!”
Partiamo dal menù titolare realizzato dall’enigmatico Chef Slowik, portata dopo portata, un capolavoro di consapevolezza artistica oltre che puramente gastronomica; come dice l’emblematico personaggio interpretato da Ralph Fiennes, “Non mangiate e basta. Cercate invece di degustare i miei piatti, di assaporarli con piena consapevolezza di ciò che state ingerendo nel vostro organismo“. Una chiamata alle armi che mette subito in guardia i dodici invitati (e lo spettatore) su quello che c’è da aspettarsi.
Sarà uno spettacolo di arte culinaria elevatissima e raffinata, una vera e propria esperienza sensoriale dalla terra direttamente alla tavola; un privilegio gastronomico che nelle mani del team del ristorante di Slowik si tramuta inaspettatamente in una provocante installazione artistica teatrale e al contempo minimale. Saper cucinare non è dissimile al lavoro che compie Dio, afferma ad un certo punto lo chef, paragonandosi così all’Onnipotente e al suo operato in cielo e in terra: così come l’Altissimo è capace di donare e togliere la vita, così l’artista in cucina si prende cura dei germogli di Madre Natura, dando vita con essi a capolavori inimitabili per il palato, esaltandone addirittura il processo della “morte” e della lavorazione dell’ingrediente naturale.
Nella vita c’è chi dà e c’è chi prende
Una catena culinaria che però nasconde un segreto ed un intento ben più sinistro ed inquietante di quello che appare alla superficie; ad accorgersi della messa in scena moralmente ambigua e pericolosa dello chef ci pensa per prima la Margot interpretata dalla bravissima Taylor-Joy, vera bilancia narrativa che accompagna lo spettatore fino alla sorprendente risoluzione finale. Lungi dal voler rivelare dettagli fondamentali della trama della bella commedia horror di Mylod, questa funziona alla grande quando si tramuta in originale riflessione sullo stato dell’arte in tutte le sue forme nella società contemporanea, intrappolata com’è tra esercizi intellettualoidi privi di vera passione e consumistico desiderio di cannibalizzare ogni impulso artistico trasformandolo in conformismo ripugnante.
Per questo è particolarmente intelligente la satira che mette in atto Mark Mylod; partendo da quella che, nel bene o nel male, è la forma artistica che ogni essere umano esperisce e trasforma a strettissimo contatto con le proprie esigenze primarie, il regista regala all’anno cinematografico in corso una riflessione profonda e adeguata su quanto anche il cibo sia diventato materia di classi sociali. Nella vita, come in ogni società strutturata dall’alba dei tempi, c’è chi dà e c’è chi prende, un dislivello fatale che il menù ideato dallo Chef Slowik ha l’ambizione di cessare una volta per tutte.
Ode al cheeseburger
E così alla fine il The Menu del regista britannico riesce a coniugare in maniera brillante ed inedita satira sociale urticante all’horror culinario, preparando un vero e proprio impiattamento cinematografico capace di sorprendere lo spettatore più smaliziato e tenerlo praticamente incollato alla poltrona della sala, superando così ampiamente le aspettative per un lungometraggio dal concept particolarmente ambizioso ed audace. Perché del resto, come sentenzia lo Chef Slowik, sul cibo è difficile scherzarci sopra. Mylod, insospettabilmente, ci riesce alla grande con un tocco macabro deliziosissimo.
La recensione in breve
The Menu di Mark Mylod coniuga la satira pungente all'horror culinario preparando un lungometraggio impiattato alla perfezione e che supera ampiamente le aspettative. Una commedia nerissima dove si si ride, si sobbalza dalla sedia si riflette sullo stato dell'arte contemporanea nella maniera più inaspettata possibile. Un trionfo.
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