Il film: The Mother, 2023. Regia di: Niki Caro. Cast: Jennifer Lopez, Joseph Fiennes, Gael Garcia Bernal, Lucy Paez. Genere: Drammatico, thriller. Durata: 117 minuti. Dove l’abbiamo visto: in anteprima stampa su Netflix, in lingua originale.
Trama: Una madre è costretta a dare via sua figlia per difenderla dal suo pericoloso ex. Quando lui cercherà di tornare nella sua vita mettendola in pericolo, la donna farà di tutto per proteggerla.
Cosa c’è di più potente, emozionante e coinvolgente della storia di una madre che farebbe di tutto per salvare la propria figlia dal pericolo? Il film diretto da Niki Caro e distribuito da Netflix parte proprio da questo spunto narrativo per trascinare il pubblico in un’adrenalinica avventura tutta incentrata su di un’inarrestabile eroina – interpretata da una Jennifer Lopez che funziona piuttosto bene nel ruolo – ed un amore materno che non conosce limiti.
Le premesse per una storia che possa colpire lo spettatore amante degli action o dei titoli drammatici ma carichi di emozioni ci sono tutte, come vedremo però in questa recensione di The Mother, qualcosa nello svolgimento va storto: il film di Niki Caro non riesce a creare il giusto legame empatico tra i personaggi e lo spettatore, non ci regala dei villain abbastanza carismatici per farci temere davvero per la vita delle protagoniste e si perde in un ritmo piuttosto altalenante. Avvincenti le idee di partenza, e buona la tensione creata soprattutto nella parte iniziale della pellicola, peccato per una narrazione nel complesso povera di guizzi.
La forza di una madre
La madre del titolo, di cui non ci viene mai rivelato il nome, è un ex soldato dalle straordinarie capacità in combattimento e soprattuto come cecchino; sappiamo che ad un certo punto della sua vita ha preso una cattiva strada e si è fatta trascinare in alcuni loschi giri, tra pericolosi mercenari e trafficanti di armi. Quando rimane incinta, però, decide di proteggere la sua bambina e di diventare un’informatrice sotto protezione: la situazione però precipita quando il suo ex amante Adrian Lovell (Joseph Fiennes), con cui era in affari, decide di trovarla ed aggredirla, portandola ad un passo dalla morte. Sconvolta e sopravvissuta per miracolo la donna decide di dare via la sua bambina, affidandola ad una famiglia che possa prendersene cura. L’agente dell’FBI che era con lei durante l’aggressione le fa però una promessa: se sua figlia sarà in pericolo lei sarà la prima a saperlo.
Dodici anni dopo la donna vive isolata in un nevoso e selvaggio angolo dell’Alaska. La sua vita scorre monotona e tranquilla, fino al momento in cui viene a sapere che, uno dei suoi ex soci in affari (interpretato da Gael Garcia Bernal), potrebbe essere a caccia della sua bambina (che è stata chiamata Zoe dai suoi genitori adottivi) per usarla come esca e trovare lei. La donna, armata fino ai denti, decide di partire al salvataggio di sua figlia, che non sa nulla di lei e fino a quel momento ha vissuto un’esistenza del tutto normale. Sulle sue tracce, però, c’è anche qualcuno di ancor più spietato e crudele…
Madre e figlia
Come vi anticipavamo in apertura, per quanto le premesse da cui questa storia prende il via siano piuttosto interessanti, The Mother fallisce nel costruire quello che dovrebbe essere il suo elemento di forza, ossia creare il giusto legame tra madre e figlia (interpretata da una giovane Lucy Paez) e connettersi così all’emotività dello spettatore. Dopo che “la madre” ha trovato la sua bambina le due sono costrette a mesi di convivenza forzata, in cui la donna insegna alla figlia come sopravvivere e come reagire alle avversità: questo periodo della storia, così importante per approfondire il legame tra le due, viene raccontato velocemente, senza mai mostrare un avvicinamento profondo tra le due sul piano emotivo.
La donna insegna a Zoe a guidare, a sparare e a combattere, ma a parte una serie di veloci sequenze in cui ci viene mostrato quanto la bambina stia imparando dalla madre, sappiamo poco altro del rapporto di amore e amicizia che sta sbocciando tra le due. Ed è un vero peccato, perché è proprio su questo che bisognava puntare e concentrarsi per coinvolgere lo spettatore: anche le scene action meglio orchestrate risultano vuote se manca una componente emotiva di spessore a sostenerle.
I “villain” di questa storia
Se parliamo poi di spessore narrativo, non possiamo che commentare quanto deluda la caratterizzazione dei due “villain” di questa storia, interpretati da attori del calibro di Joseph Fiennes e Gael Garcia Bernal: le loro motivazioni si limitano ad un vago desiderio di vendetta nei confronti della donna che li ha traditi, un odio capace di mobilitare uomini e risorse – addirittura tra paesi diversi – per rifarsi su di lei e su sua figlia, ma che nella sua entità risulta forse un po’ immotivato.
Sarebbe stato necessario un diverso approfondimento del loro passato, delle loro ragioni: soprattutto il personaggio di Bernal, quando finalmente entra in scena, ha poco a che vedere con un terrificante signore delle armi, e si perde in una caratterizzazione esageratemente grottesca e caricaturale.
La recensione in breve
Il film con Jennifer Lopez, pur partendo da premesse interessanti, fallisce nel creare il giusto coinvolgimento con lo spettatore.
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