Il film: The Order, 2024. Regia: Justin Kurtzel. Cast: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Marc Maron, Odessa Young, Alison Oliver, Chantal Perron. Genere: Thriller, poliziesco. Durata: 120 minuti. Dove l’abbiamo visto: In anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia.
Trama: Una serie di audaci rapine in banca e furti d’auto semina il terrore nelle comunità del Pacifico nord-occidentale, ma un agente FBI sospetta che i colpevoli non siano semplici criminali, bensì pericolosi terroristi interni.
A chi è consigliato? A chi ama i thriller vecchio stile e le storie che raccontano in maniera acuta ed efficace la società in cui viviamo.
Justin Kurzel, autore dell’ottimo Machbeth, arriva a Venezia con un film formalmente perfetto, volutamente asciutto dal punto di vista degli slanci emotivi, ma capace di raccontare in maniera estremamente efficace il mondo di oggi ripercorrendo un caso reale avvenuto nell’America degli anni Ottanta.
La vicenda è quella di un’associazione di suprematisti bianchi che ha terrorizzato un piccolo angolo degli Stati Uniti e pianificava un colpo di stato per far crollare il governo. Come vedremo nella nostra recensione di The Order, il film di Kurzel trova il suo senso nel dipingere un ritratto realistico di quella desolazione sociale tipicamente americana che é stata (e purtroppo é tuttora) foriera di razzismo estremo e movimento reazionari.
I crimini di The Order
Correva l’anno 1983 quando l’attenzione dell’FBI viene attirata dalle azione criminali di un piccolo gruppo organizzato nella cittadina di Coeur d’Alene. Dietro alle rapine a mano armata e ai delitti si nasconde un gruppo di fanatici pronti a tutto pur di dare voce alle loro ideologie di estrema destra. Guidati dal carismatico Bob Mathews (Nicholas Hoult), i membri di “The Order” (che si ispirano ad un romanzo distopico di ultradestra chiamato The Turner Diaries), pianificano attentati sempre più sanguinosi al governo statunitense, ponendosi obiettivi come il Congresso e la Casa Bianca.
Le indagini finiscono nelle mani di un agente dell’FBI usurato dai molti anni di servizio: Terry Husk (Jude Law), duro e brutale nei metodi, è il primo a collegare i piccoli attentati ad un piano più grande e complesso. Insieme al giovane Jamie Bowden (Tye Sheridan) si farà protagonista di una corsa contro il tempo per trovare Mathews ed i suoi, impedendo così che possano portare a termine crimini sempre più gravi.
Una storia di ieri per raccontare oggi
Justin Kurzel prende ispirazione dal libro inchiesta The Silent Brotherhood, di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, per raccontare una vicenda non particolarmente conosciuta (almeno qui da noi) ma che ha evidente assonanza con molti fatti recenti (come l’attentato al Campidoglio del 2021, evento citato in chiusura al film). The Order, come anticipavamo in apertura, riesce a mostrare in modo estremamente efficace quel contesto socio-culturale da cui hanno origine i movimenti di estrema destra tutt’ora presenti in territorio statunitense.
L’autore sceglie di mettere in primo piano l’isolamento di queste piccole comunità scontente, che vedono nella rivoluzione e nel suprematismo bianco militante una via di uscita dalla loro desolazione. Regalandoci un ritratto così attento di questo particolare contesto, il film di Kurzel si fa denuncia puntuale e precisa di molto di quello che sta accadendo oggi, che ha le medesime radici.
Un trio di ottimi protagonisti
A rendere il messaggio del film così efficace si fanno fondamentali le interpretazioni dei tre protagonisti, intense ed estremamente convincenti. Da una parte abbiamo il burbero Husk, che ha passato tutta la vita a combattere il crimine organizzato ed è ormai arrivato al punto di non ritorno in cui la sua esistenza è completamente dedicata al lavoro, senza spazio per altro. Con lui, nella lotta a The Order, il giovane Jamie, idealista e ancora all’inizio della sua carriera, ma in lui già vediamo i semi di un percorso che lo porteranno ad assomigliare sempre di più al suo nuovo “mentore”. Infine c’è Bob, carismatico e folle leader di The Order, un uomo qualunque che sembra aver perso ogni connessione con la realtà e vive per portare a termine i propri obiettivi. Hoult rende il suo Bob Mathews sinistro, affascinante, e affabulatorio. Il perfetto leader di un movimento che funziona con le stesse dinamiche di una setta.
Per quanto, come dicevamo, la messa in scena sia particolarmente asciutta e volutamente fredda, il linguaggio scelto dall’autore è perfettamente funzionale alla storia che racconta. Le fotografia e lo stile di regia veicolano un senso di opprimente mancanza di speranza, di inevitabilità, che colpiscono nel profondo lo spettatore e lo accompagnano fin oltre il termine dei titoli di coda.
La recensione in breve
The Order è una critica sociale estremamente efficace e coinvolgente, un film che grazie anche all’interpretazione dei tre ottimi protagonisti colpisce lo spettatore nel profondo
Pro
- La costruzione efficace dei personaggi
- Una storia capace di raccontare l’attualità in maniera puntuale ed inquietante
- Messa in scena e fotografia ideale per questo tipo di storia
- I tre ottimi protagonisti
Contro
- A volte l’estrema asciuttezza della messa in scena potrebbe risultare nel distacco emotivo dello spettatore
- Voto CinemaSerieTv