Il film: The Perfect Find – Tutto è davvero possibile, 2023. Regia: Numa Perrier. Cast: D.B. Woodside, Gina Torres, Gabrielle Union, Aisha Hinds, LaLa Vazquez, Janet Hubert, Devale Ellis, Keith Powers,. Genere: Commedia romantica. Durata:99 minuti. Dove l’abbiamo visto: Anteprima Netflix.
Trama: Jenna Jones ha passato l’ultimo anno della sua vita a compiangersi per un amore finito di fronte agli occhi delle persone “che contano”. Sia lei che il suo ex compagno, infatti, per molto tempo hanno animato la vita sociale della New York più alla moda, rappresentando un duo da invidiare. Per questo motivo la loro rottura ha avuto un impatto mediatico molto forte. Talmente eclatante da costringere Jenna a nascondersi, letteralmente, a casa dei suoi genitori in preda ad una regressione adolescenziale.
Dopo tanto attendere, però, una donna adulta ha il dovere di riprendere in mano la propria vita e tornare a riguadagnare il posto nel mondo che le spetta. Così, a quarant’anni, decide di fare nuovamente la sua comparsa a New York, insediarsi in un appartamento a Brooklyn e cercare un nuovo lavoro all’interno del mondo della moda.
Nonostante le sue recenti “disgrazie”, infatti, Jenna può contare su un innegabile talento come editor nel campo del fashion, conoscendo alla perfezione gli strumenti di comunicazione ed essendo dotata di un particolare stile dal gusto vintage. Grazie a tutto questo, dunque, anche la sua storica nemica Darcy Vale decide di assumerla. Ed è proprio nei suoi uffici che Jenna si trova a dover fronteggiare l’ennesimo dilemma sentimentale. Come gestire la relazione segreta nata con il figlio del suo capo, più giovane di lei di quasi vent’anni? E, soprattutto, può questo mettere a rischio tutto ciò per cui ha sempre lottato? Le difficoltà, ovviamente, non si fanno attendere.
L’estate bussa alle porte con tutta la sua leggerezza e Netflix sembra deciso a rispondere con una serie di produzioni volte alla lievità e al romanticismo. Uno di questi è, senza alcun dubbio, The Perfect Find – Tutto è davvero possibile. Tratto dal romanzo omonimo di Tia Williams, il film è diretto da Numa Perrier che, nel corso degli anni, ha fatto della poliedricità artistica la sua cifra stilistica.
Attrice, regista, scrittrice e produttrice è stata soprattutto la co- fondatrice della Black&SexyTv, ossia un network orientato a produrre contenuti diretti essenzialmente ad un’audience black e progressista. Una scelta artistica e comunicativa che caratterizza anche questo film, la cui narrazione è incentrata esclusivamente nella comunità afro-americana. Una scelta che, come vedremo nella recensione di The Perfect Find – Tutto è davvero possibile, non incide in modo significativo sulla struttura generale del racconto. La vicenda, infatti, ha dei tratti talmente generali e, se vogliamo, superficiali da poter essere applicata tranquillamente a qualsiasi tipo di situazione o provenienza.
Elemento centrale, infatti, è soprattutto il femminile e le complicate evoluzioni che questo universo subisce di fronte a scelte quotidiane. Reputazione professionale, sentimenti, libertà personali, maternità e sicurezza economica. Tutti aspetti che entrano in gioco in modo evidente all’interno di questo film ma che, dopo una premessa promettente, perdono sempre più consistenza fino a sbiadire all’interno delle atmosfere zuccherose di una classica fairy tale.
Trama: I tormenti della donna moderna
Si dice che i quaranta siano i nuovi trenta. Una convinzione che Jenna Jones rappresenta alla perfezione. Dotata di una bellezza naturalmente elegante e di uno stile dal sofisticato tocco vintage, il suo fascino è in grado di confrontarsi con quello di qualsiasi altra ragazza grazie alla sicurezza e alla consapevolezza che la contraddistingue. Questo, soprattutto, dopo essere tornata prepotentemente a camminare sulle proprie gambe dopo la fine disastrosa di una relazione durata ben dieci anni. A sconvolgere e ad intaccare la visione di sé, però, non è stata tanto la chiusura del rapporto quanto il fatto che sia avvenuta in modo pubblico, sulle pagine dei magazine più famosi.
Lei e il suo compagno, infatti, sono delle personalità nel mondo della finanza e della moda newyorkese. Tutta questa pubblicità indesiderata, dunque, l’ha costretta ad un nuovo inizio assolutamente non semplice da affrontare. Soprattutto dal punto di vista professionale. Avere quarant’anni, infatti, può anche rappresentare un momento stimolante della vita ma, al tempo stesso, concretizza non pochi timori. Questa età, ad esempio, non rende una donna facilmente “appetibile” per un nuovo percorso professionale.
Per questo motivo, quando riesce ad entrare nel team della dispotica Darcy Vale, nonostante le loro incomprensioni personali, sente di doversi concentrare su se stessa e la ricostruzione di una reputazione inattaccabile. Comprensibile, dunque, che quando incontra Eric, il figlio del suo capo molto più giovane di lei, fa di tutto per non cadere nel tranello di una storia difficile e obiettivamente pericolosa per il suo fragile equilibrio ritrovato. Nonostante questo, però, i sentimenti prendono il sopravvento e mettono nuovamente in disordine l’esistenza di Jenna, ponendola a confronto con uno dei suoi più grandi rimpianti; la maternità mancata.
Un buon inizio disatteso
Una commedia romantica è pensata e scritta per offrire un luogo di leggerezza e svago. Un angolo di fantasia dove mettere a riposo la mente e concedersi il lusso d’indugiare in una sorta di universo parallelo dove, come dice il titolo del film, tutto è davvero possibile. Partendo da questo presupposto, dunque, è plausibile assolutamente condivisibile trovarsi di fronte all’immancabile lieto fino e alle soluzioni di situazioni che, nella vita reale, sarebbero sensibilmente più complicate. Tutto questo, però, non implica che la vicenda debba essere priva di tematiche interessanti o che indugi in un tratteggio approssimato dei personaggi. D’altronde, come la migliore tradizione della screwball comedy insegna, scrivere una commedia è tutt’altro che semplice.
Una consapevolezza che la Perrier sembra considerare come un elemento fondamentale per questo film. Così, avendo a sua disposizione anche le pagine del romanzo omonimo, riesce a tratteggiare con particolare attenzione il personaggio di Jenna. Fin dalle prime immagini, infatti, ci consegna il ritratto di una donna in crisi che, stimolata dalla famiglia, riesce a riprendere il proprio cammino. Allo stesso tempo, poi, rimanda alla perfezione le incertezze e le insicurezze che tendono a frenare la sua spontaneità.
Attraverso un atteggiamento professionale e rigido, infatti, si scorge la necessità di ricostruirsi senza alcuna crepa, di riacquistare una sicurezza svanita da troppo tempo. A questo si aggiunge il bisogno di essere indipendente e la consapevolezza di aver perso, probabilmente, un appuntamento importante con la propria vita. Il tema della maternità, infatti, viene sollevato quasi casualmente e considerato come un’occasione svanita.
Un insieme ben orchestrato e gestito che, però, va perdendo intensità nel confronto con il giovane Eric. I due personaggi, infatti, non vantano lo stesso livello di scrittura e di struttura. Tanto è approfondita Jenna quanto è superficiale e approssimata la caratterizzazione di Eric. E, per assurdo, in questo confronto impari a cedere è proprio la personalità più forte e definita. Il loro incontro è indubbiamente costruito per portare Jenna verso una visione più leggera della sua esistenza ma la Perrier non riesce a dare a questo evento una motivazione od una casuale credibile.
Nonostante l’intento di lasciarsi andare all’onda romantica della narrazione, infatti, è difficile sentire un effettivo legame emotivo con i personaggi e la vicenda. A mancare, in sostanza, è la scintilla, il rapporto e la connessione tra i due protagonisti, le basi di un amore che non si comprende per quale motivo stia nascendo. Tutti elementi essenziali per permettere di rendere credibile anche l’incredibile e di dare consistenza alla favola.
Il gusto del vintage
Se l’aspetto narrativo, soprattutto per quanto riguarda la tensione romantica, presenta delle incertezze, quello estetico segue una direttiva ben precisa. Non solo il film sceglie di muoversi all’interno di un ambiente black sofisticato e di successo, ma usa anche un gusto vintage dal tocco raffinato.
Una scelta che si esprime soprattutto nell’abbigliamento di Jenna che trae ispirazione, quasi sempre dall’età dell’oro del cinema. Così, muovendosi tra colori tenui ed abiti dalle linee scivolate, la protagonista porta sullo schermo il suo amore per star indimenticabili come Greta Garbo. Il cinema, però, diventa anche il linguaggio comune tra Jenna ed Eric. L’unico elemento che può ipotizzare un punto d’incontro tra i due.
Nonostante questo, però, non è mai utilizzato in modo creativo ma solo ed esclusivamente estetico. Fatta eccezione, dunque, per la definizione di alcuni ambienti e dello stile indossato da Jenna, il cinema rimane relegato a semplici citazioni lasciando sfumare, ancora una volta, l’occasione per realizzare una commedia realmente romantica e con una struttura narrativa solida.
La recensione in breve
Numa Perrier costruisce una buona premessa grazie al personaggio di Jenna Jones che, fin dalle prime immagini, viene presentato con la giusta dose d'ironia e di profondità, tratteggiando caratteristiche, necessità ed incertezze. Un andamento che sembra promettere bene per l'evoluzione della vicenda ma che s'infrange contro l'inconsistente superficialità del personaggio di Eric. Sensibilmente più giovane, la sua personalità non viene mai realmente messa a fuoco, relegando l'evoluzione del rapporto amoroso e la sua capacità di creare empatia in una sorta di limbo emotivo.
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