Il film: The Quiet Girl (An Caílin Ciúin), 2022. Regia: Colm Bairéad. Cast: Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Michael Patric, Kate Nic Chonaonaigh.
Genere: drammatico. Durata: 94 minuti. Dove l’abbiamo visto: al cinema, in anteprima stampa, in lingua originale.
Trama: La giovane e silenziosa Cáit andrà a vivere con dei parenti della madre mentre questa affronta l’ennesima gravidanza. Nella nuova casa scoprirà finalmente che cosa significa sentirsi amata.
Ammirato sin dal suo esordio nella sezione Generation della Berlinale nel febbraio del 2022, con riconoscimenti di vario tipo nel corso dei mesi successivi, il film di Colm Bairéad ha poi avuto il sommo onore di essere scelto per rappresentare l’Irlanda agli Oscar nella categoria del miglior lungometraggio internazionale, arrivando poi in cinquina qualche settimana prima dell’uscita nelle sale italiane. Questo dopo essere già diventato, in patria, il maggior successo commerciale girato quasi interamente in gaelico. Un successo di cui parliamo nella nostra recensione di The Quiet Girl.
La trama: parenti incuranti
Siamo nel 1981, nell’Irlanda rurale della zona di County Waterford, regione dove si parla prevalentemente gaelico. Lì vive Cáit, che ha nove anni ed è per lo più trascurata dai genitori, il che l’ha portata a essere molto timida e silenziosa. La madre è incinta per l’ennesima volta, e non potendosi occupare di tutta la prole prima che questa si espanda ulteriormente, decide di comune accordo con il marito di mandare Cáit a passare l’estate a casa di Eibhlín, cugina della genitrice, e del di lei marito Séan.
La bambina non ha molto da dire al riguardo, anche perché è poco comunicativa di suo, ma gradualmente comincia ad aprirsi un po’ di più perché per la prima volta in vita sua capisce cosa voglia dire vivere con delle persone che le vogliono bene e la trattano come una persona normale e non come un fardello. Ma come andrà quando sarà il momento di tornare a casa?
Il cast: la bambina prima di tutto
È una piccola grande rivelazione la giovanissima Catherine Clinch, fenomenale con il suo gioco di sguardi e silenzi nel ruolo di Cáit, la timidezza fatta persona con un approccio empatico e tenerissimo da parte del regista. Altra presenza fondamentale, nei panni di Eibhlín, è Carrie Crowley, vera e propria star irlandese che per anni in patria è stata uno dei volti della televisione nazionale, tra l’altro come commentatrice di Eurovision, e in tempi più recenti si è anche fatta notare sul piano internazionale recitando nella serie televisiva Vikings (era Ellisef nelle prime due stagioni).
Con questo film si stacca definitivamente di dosso l’immagine catodica a cui è associata (e da cui ha preso le distanze negli ultimi anni), entrando perfettamente nel personaggio e dando credibilità al rapporto umano fortissimo tra due persone che imparano a conoscersi.
Potente semplicità
Già dal titolo, molto diretto e sincero nella sua rappresentazione di un microcosmo ad altezza bambina, è chiaro l’intento del regista, che costruisce un piccolo universo rurale dove le parole, che siano in gaelico o (talvolta) in inglese, sono perfettamente misurate per non appesantire troppo un equilibrio famigliare che, per forza di cose, è fatto di sottintesi e non detti.
È tutto molto semplice, schietto, e tramite quella semplicità la storia di Cáit arriva dritta al cuore con un quantitativo inatteso di tenerezza, perché “semplice” non è sinonimo di “banale”, e l’assenza di fronzoli narrativi o stilistici non fa che sottolineare la sincerità di un’operazione che, adattando una novella della scrittrice Claire Keegan, guarda al passato senza cadere in trappole nostalgiche e affronta il tema della maturazione interiore con onesta asciuttezza. Fino a che, come la giovanissima protagonista, anche noi ci ritroviamo a sperare che questa estate in campagna possa durare in eterno.
La recensione in breve
Colm Bairéad firma un racconto di formazione che fa della semplicità il suo principale punto di forza, arrivando dritto al cuore con la storia, tenerissima, della piccola e timida Cáit.
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